Capitolo 2: La cena

6 1 0
                                    

«Care, tiriamo le somme di questa giornata. Vi è piaciuta Lusheath?» chiese la zia, portando un boccone di carne alla bocca. Quella sera per cena c'era carne di cinghiale, cacciato quella stessa mattina.

«Piaciuta?» ribatté Dorea, con gli occhi brillanti. «Lusheath è meravigliosa, zia»

«Come l'avete trovata? Sembra completamente nuova, no?»

«Zia, gli ospiti la prossima settimana saranno impressionati.» disse Nephele, come se non volesse ripeterlo più.

«Hai fatto un ottimo lavoro per riportarla allo splendore dei vecchi tempi, Phelia» aggiunse Caiden, seduto di fronte alla giovane. A differenza di Nephele nutriva una certa dolcezza mista a compassione per la matrigna. La zia fece un sorriso tirato e poi si rivolse al marito.

«Tu, caro, cosa ne pensi?»

«Concordo con i giovani». L'uomo, concentrato sulla sua fetta di carne, non aveva voluto ampliare ulteriormente il discorso. Nephele e Caiden si lanciarono un'occhiata furtiva: entrambi avevano pensato alla conversazione che avevano avuto nel primo pomeriggio. Sicuramente il conte avrebbe saputo sopportare la zia Phelia. Il loro non era stato un matrimonio d'amore, come era facilmente intuibile. La madre di Caiden era morta di parto. Il precedente marito della zia era morto, a causa di una malattia, senza eredi. Dunque, morto il marito, la zia era tornata dai suoi fratelli, il padre di Nephele e il padre di Dorea. Entrambi l'avevano convinta a risposarsi e avevano suggerito come sposo il conte Ferdid, ormai vedovo da ben diciassette anni. Il conte aveva esitato, ma alla fine, allettato dalla prospettiva di una nuova moglie e dalla cospicua dote, aveva accettato. Tuttavia si era trovato ad esaudire un desiderio della sposa: spostare la loro residenza, almeno durante il periodo della stagione estiva, a Lusheath, tenuta abbandonata alla morte della contessa Chandra, appartenente da tempo immemore alla famiglia del conte. E lui, forse per il desiderio di allontanarsi dalla corte, sia per soddisfare le volontà di Phelia, aveva deciso di traferirsi ben tre mesi prima, dato che occorreva fare qualche miglioramento strutturale e rinnovare completamente le aree verdi.

E dopo tre mesi, Nephele e Dorea avevano raggiunto la tenuta. I loro padri confidavano nella loro sorella, che avrebbe sicuramente organizzato eventi per l'altra società nella sua nuova casa, per sistemare le loro figlie con qualche ricco giovane. La corte non era sicuramente il posto ideale per cercare marito, tra signori e dame corrotti.

«A proposito della prossima settimana» disse la zia rivolta alle ragazze. «Manderò a chiamare la sarta per gli abiti che indosserete per l'inaugurazione della stagione. Verranno molti giovani in cerca di moglie»

Caiden sotto il tavolo riccamente imbandito, diede un calcio a Nephele, che lo guardò gelida.

«Zia, posso usare uno dei vestiti che ho portato dal castello. Non devi preoccuparti» rispose la ragazza, esortata a contrastare la zia non per non farla preoccupare, ma per la noia che le dava farsi cucire un abito addosso.

«No.» ribatté Dorea. «Non puoi indossare un abito invernale per l'inaugurazione della stagione estiva»

«Ho portato qualche abito della scorsa estate». Sua zia la guardò come se Nephele avesse pronunciato una maledizione.

«Sei impazzita! Non si usano gli stessi vestiti indossati nelle scorse stagioni»

Nephele e Caiden soppressero una risata, generata dalla reazione esagerata della zia. Sembrava essere veramente seria per una questione che entrambi reputavano da nulla.

«La zia ha ragione...» affermò Caiden, con un ghigno sul viso. «Assolutamente imperdonabile»

Questa volta fu il turno di Nephele di colpire il ragazzo con il piede. «Un'altra parola e te la faccio pagare» sussurrò, mentre la zia Phelia aveva iniziato a parlare di tutti i tagli di abito che avrebbero potuto indossare le nipoti.

«Un abito largo stile principesco...oppure che cade morbido oltre la vita e meno ampio?» domandò, rivolta a tutti. Solo Doeria sembrava assecondarla e rispondere alle sue domande. «Per non parlare del colore! Sono sicura che quest'anno andranno di moda i colori primari...giallo canarino ad esempio!»

«Non vorresti un abito giallo canarino, Neph?» sussurrò il ragazzo, con occhi vispi.

«È in cima alla mia lista dei desideri» rispose con tono basso lei, mentre Dorea dava qualche suggerimento in merito a ricami floreali da cucire sugli abiti.

«Ovviamente in questa lista c'è anche "trovare un marito"» continuò il ragazzo.

«Con un abito del genere potrei persino attirare l'attenzione dei cechi» Nephele soppresse nuovamente una risata, nell'immaginare lei vestita con un abito giallo sgargiante, stile principesco, tutto sommato non molto discreto e con i capelli raccolti da nastrini gialli.

Evidentemente anche Caiden aveva immaginato la stessa cosa, perché il ghigno ironico si era trasformato in un sorriso. Con uno sguardo d'intesa, confermarono i loro pensieri. E quegli occhi divertiti non aiutavano nessuno dei due a trattenere le risa. «Sicuramente molto avvenente» aggiunse, coprendosi la bocca con la mano, ridendo.

«E seducente» disse lei, alzando le sopracciglia.

«Che avete voi due?». La zia si era accorta di loro.

«Nulla» risposero all'unisono, fermando le risate dipinte sui loro volti.


Nota autrice

Ho pubblicato i primi due capitoli insieme perché erano veramente corti. Vi assicuro che dal prossimo saranno più lunghi!

Mistero a LusheathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora