Troppo sangue uccide!

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Come tutti sappiamo, il principale nutrimento dei non-morti è il sangue. Per non-morti intendiamo i vampiri in questo caso, dato che non-morti sono anche gli zombie, ma non ci occuperemo di loro in questo articolo.

Oltretutto, li zombie si nutrono della carne e del sangue dei vivi (cosa che non viene spesso specificata), mentre pochi sono i tipi di vampiro che si nutrono anche della carne della propria vittima.

Sebbene abbiamo affrontato questo argomento numerose volte, è bene ribadire certe differenze, poiché in passato ci sono stati casi di vampirismo presunto, esorcizzati come possessioni demoniache, o casi di cannibalismo (reale) scambiati per vampirismo.

Sebbene sia possibile trovare dei vampiri che si cibano anche della carne della vittima, sia in diverse culture, che per diversi motivi, la figura classica del vampiro è quella che si nutre del solo sangue umano, fonte di vita eterna e pulsante.

I vampiri solitamente finiscono le loro vittime succhiandone dal corpo fino all'ultima goccia di sangue e quindi di linfa vitale, reintegrando così le loro energie, ma cosa accadrebbe se il sangue assunto fosse troppo?

Voi direte: non si è mai sentito di un vampiro che facesse indigestione di sangue!

Sicuri?

Se non ne avevate mai sentito parlare fino a ora, noi piccole creature di Brivido saremo liete di condividere con voi la storia di una donna, additata di stregoneria e vampirismo, che morì a causa di un'eccessiva ingestione di sangue.

Naturalmente quella di cui vi parliamo è una donna in carne e ossa, vissuta e morta nei primi del '900 in Romania.

Come sappiamo bene, il vampirismo nell'Europa dell'Est è sempre stato preso molto seriamente e le leggende su questo fenomeno sono sempre state molto numerose, così come la documentazione che ne riporta i casi. Non è difatti infrequente trovare documentazione di processi a presunti vampiri e di casi "attestati" di vampirismo.

Nel caso di Ioana Constantinescu (conosciuta anche come Leona the Bloodthirster), la cosa è leggermente diversa. Era un erborista e professava lo zoroastrismo, motivo per cui veniva tacciata di stregoneria. Il motivo per cui la si additava anche come vampiro, era a causa della sua abitudine di ingerire il proprio sangue.

Facciamo un passo indietro.

Prima di parlare di Ioana Constantinescu nello specifico, è importante dire due parole sulla Sindrome di Renfield.

Chi di voi è un appassionato di vampiri, saprà di cosa parliamo, ma poiché non è detto che questo valga per tutti, vedremo di spiegare esattamente di cosa si tratta.

La sindrome di Renfield, identificata dallo psicologo Richard Noll, è una vera e propria patologia clinica, la quale si sviluppa in tre fasi.

La prima, che si manifesta durante l'infanzia, con quello che viene definito auto-vampirismo, ovvero il soggetto si lesiona per poter bere il proprio sangue, solitamente accompagnato da uno stato di benessere; durante la pubertà, si associa spesso all'atto anche la masturbazione.

La seconda fase si manifesta con la zoofagia, ovvero la voglia di mangiare animali, anche questa associata all'atto e al piacere sessuale.

La terza fase porta al desiderio di sangue umano, spesso porta la persona a diventare estremamente aggressiva e, in casi estremamente gravi, anche a compiere omicidio.

A quanto pare ai giorni nostri bere sangue, fra gli adolescenti, sta diventando una moda dilagante, ma è importante sapere che il sangue umano fa male agli umani.

Poiché contiene molto ferro, che il nostro organismo fa estrema fatica a smaltire, solitamente chi è dedito a questa pratica, rischia seri danni al fegato e ai reni, problemi neuronali, c'è il rischio di presenza di liquido nei polmoni, disidratazione e, se proprio dobbiamo dirle tutte, anche la trasmissione di diverse malattie, non ultima l'HIV.

n.d.a.

(Non ne stiamo facendo una questione morale, né questa è la nostra intenzione, ma poiché fin dall'inizio abbiamo stabilito che parleremo di tutto quello che concerne il vampirismo, nel bene e nel male, ci è sembrato giusto specificare che bere sangue umano non fa fisiologicamente bene).

Torniamo ora a Ioana.

Ioana muore a 27 anni, a Timisoara, in Romania. Era una seguace dello zoroastrismo, come detto, e molti la veneravano e le chiedevano aiuto per le proprie questioni personali, aiuto che avveniva dietro compenso, naturalmente.

Molti avevano denunciato i suoi episodi di emo-ingestione e affermavano che la sua fosse una pratica comune, dopo la quale eseguiva vari rituali magici a beneficio di chi aveva chiesto il suo aiuto. Era quindi evidente che questa sua pratica facesse parte di un rituale magico, sicuramente di natura oscura. Di questo almeno erano certi coloro che la avevano denunciata.

Fra questi, due ministri cristiani e le loro mogli, convinti della natura malefica della donna, portarono una folla urlante davanti alla sua abitazione, desiderando smascherarla davanti a tutti.

Ioana fu trascinata fuori e colpita violentemente. Venne portata in ospedale, dove passò la notte maledicendo i due ministri e le mogli, facendosi dimettere due giorni dopo di prima mattina. nonostante le condizioni precarie. Venne poi ritrovata qualche giorno dopo dai suoi seguaci. Era morta ai piedi di un altare, una coppa di quello che venne appurato essere il suo sangue rovesciato a terra.

I suoi seguaci dissero che quello che aveva preparato la donna era "l'Altare di Comunione", tramite il quale il discepolo si mette in comunione con il proprio dio (o dea) per ottenerne un favore. Ed era proprio per questo motivo che Ioana era morta, aveva bevuto il proprio sangue. Una volta di troppo.
Nel tentativo di mettersi in comunione con la propria dea (nel suo caso), Ioana aveva ingerito una quantità eccessiva del proprio sangue e ne era morta avvelenata.

Un macabro particolare: i due ministri e le loro mogli morirono entrambi entro l'anno. Una coppia in un incendio scoppiato nel loro fienile...l'altra schiacciata da un albero durante una passeggiata.

Ecco qua, una storia che nasce come episodio di vampirismo e, ancora una volta, si rivela essere forse qualcos'altro, non per questo meno pericoloso, non per questo meno macabro.

Per ogni caso di presunto vampirismo a cui non si è potuto dare spiegazione, ve ne sono numerosi che si sono rivelati essere altro. Qualcosa che non ha niente a che vedere con il sovrannaturale, ma piuttosto con l'oscurità che alberga in noi esseri umani. Uno di questi esempi è proprio Ioana, o Leona, condannata probabilmente a causa non della propria malattia psichiatrica, ma per la propria professione religiosa e, come ulteriore persecuzione, additata di vampirismo, facendo leva su una delle paure più radicate e ancestrali dell'uomo.


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