Chapter8: Nick.

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Nick's POV

"Un birra." Dice il tipo dall'altra parte del bancone.

Annuisco distrattamente e, con movimenti meccanici, gli porgo la sua bevuta, tornando poi a pulire il bancone, concentrandomi sulle macchie ostinate di liquore che sembrano resistere a ogni tentativo di rimozione. E' una serata tranquilla, non riesco a non sentire un senso di inquietudine. Ma forse è solo la stanchezza accumulata negli ultimi giorni.

Questa sera il locale è più affollato del solito. Non che me ne lamenti, ma sono sfinito. Ho passato l'intera giornata a rincorrere quella piccola peste di mio nipote per l'intero Luna Park, e ora vorrei solo abbracciare il mio adorato cuscino e dormire fino allo spuntare del sole.

Mi passo una mano tra i capelli e continuo a servire i clienti, finché la mia attenzione non viene catturata da una figura snella che si fa spazio fino a raggiungere il bancone e piazzarsi davanti a me.

"Giò finita quello strazio?" Chiedo divertito. Non mi aspettavo di vederla qui prima di almeno un altro paio d'ore, quando dopo la mostra di Edward sarebbero passati tutti e tre per un drink.

Ma ogni forma di divertimento sul mio viso svanisce quando noto l'espressione preoccupata sul volto di Andy.

"Andy, tutto a posto?" chiedo iniziandomi ad agitarmi,

"Abbiamo un problema." La preoccupazione nella voce di Andy mi porta a concentrare l'intera attenzione su di lei. "Jace è al Nuei Gallery."

Sento un brivido di apprensione scorrermi lungo la schiena e mi blocco sul posto.

Pochi giorni prima...

Faccio avanti e indietro per il locale, assicurandomi che tutto sia al proprio posto per l'imminente apertura. Questa sera il locale è stato affittato per un evento e deve essere tutto perfetto.

Dopo aver controllato tutto minuziosamente, mi avvicino al bancone e mi concedo un drink in solitaria prima dell'arrivo dei dipendenti.

Questo posto da vuoto è decisamente fin troppo tranquillo, tranquillità che ben presto sarà sostituita dal caos più totale.

Il rumore della porta seguito da alcuni passi, mi portano a voltarmi verso l'intruso.

"Siamo chiu-"

Alzo lo sguardo per vedere di chi si tratta, ma la voce mi muore in gola quando lo vedo avanzare con un sorriso smagliante in faccia.

Scatto dalla sedia e sono pronto a scagliare la mia rabbia contro di lui. Sono anni che reprimo la mia rabbia nei suoi confronti e non vedo l'ora di usarlo come sacco da box.

"Che diavolo ci fai qui?" Sputo rabbioso, pronto a rompergli il naso un'altra volta se necessario.

Scoprire della relazione tra Jace e Ally mi ha fatto male. Sono sempre stato un fratello protettivo e l'idea che la mia sorellina si fosse infatuata del mio migliore amico mi ha destabilizzato. Ma mai quanto scoprire che se la facevano di nascosto sotto il mio naso. Quando Jace me lo ha detto, avevo talmente tanta rabbia in corpo che non ricordo nemmeno come sia finito a terra sopra di lui, mentre i miei pugni colpivano il suo volto sempre più ammaccato. Quella fu la prima volta che gli spezzai il naso. La seconda arrivò qualche giorno più tardi, quando lasciò mia sorella.

"Ti ho visto alla partita." Jace si avvicina lentamente al bancone, guardando intorno al locale con un'espressione assorta. 

Serro la mascella, stringendo i pugni lungo i fianchi. Se ha visto me, significa che ha visto anche Allison e Oliver.

"Questo posto è incredibile, Nick. Hai fatto davvero un buon lavoro."

"Vattene, il tuo culo non è il benvenuto qui." Ringhio, senza avere il coraggio di incontrare lo sguardo di quello che un tempo era il mio migliore amico.

"Ascolta, Nick, so che ho sbagliato in passato e ma credo che entrambi possiamo comportarci da persone mature."

Inarco un sopracciglio e lo guardo con astio.

Da persone mature dice...

"In più non sapevo fossi diventato padre. Congratulazioni!" Jace mi sorride, dandomi una pacca sulla spalla. "Chi lo avrebbe mai detto che il grande Nicholas Campbell sarebbe diventato padre!"

Aggrotto la fronte confuso.

Ma che diavolo dice? Mica crederà che...

Oh.

"Lui non-" sono pronto a correggerlo, ma poi ci ripenso.

Perché dovrei? In fondo non gli devo alcuna spiegazione.

Ma poi nella mia mente si fa largo un altro dubbio. Potrebbe non sapere di avere un figlio?

No. Dannazione, io stesso ho riempito la sua segreteria di messaggi minatori. 

A che gioco sta giocando?

"Che ci fai qui?" chiedo, cercando di mantenere la voce calma nonostante la tempesta di emozioni che mi travolgono.

"Senti, so che non sono proprio nella posizione migliore per chiederti un favore." Le parole escono con riluttanza dalla sua bocca, mentre si guarda attorno con nervosismo. "Ma avrei bisogno di parlare con Ally. Pensi di potermi dare il suo numero?"

Okay, questo è abbastanza.

Con un gesto d'impulso, il mio pugno entra in collisione con il suo stomaco.

Jace si piega in due, lamentandosi per il dolore, mentre alcuni colpi di tosse escono dalle sue labbra.

"Che cazzo, Nick!" Geme alzandosi dolorante, guardandomi torvo.

"Stai lontano da mia sorella o giuro che faccio ciò che avrei dovuto fare tre anni fa." Sussurro con voce carica di minaccia. "Ti stacco le palle e te le appendo al collo come collana." Dico avvicinandomi pericolosamente a lui. 

Jace mi guarda con gli occhi spalancati, con un espressione sorpresa dipinta sul suo volto. "Nick, ascoltami, per favore-"

"Non c'è niente da ascoltare." lo interrompo con voce tagliente. "Sei stato un pezzo di merda con mia sorella, e non meriti nemmeno di pronunciare il suo nome."

"Adesso se vuoi scusarmi, ho del lavoro da fare e gradirei che te ne andassi." sputo rabbioso, voltandogli le spalle e dirigendomi sul retro del locale, desideroso di allontanarmi da lui prima che la situazione possa degenerare a causa della mia rabbia.

Dopo svariati attimi di silenzio, sento dei passi seguiti dal rumore della porta d'ingresso che viene chiusa con forza. 

Rimango fermo sul posto con lo sguardo perso nel vuoto e la mente volta ai miei pensieri e al peso del suo passato. Una parte di me desidera scagliarsi contro Jace, farlo pagare per il dolore che ha inflitto a mia sorella e a Oliver. Devo proteggere la mia famiglia, e se questo significa tenere Jace lontano da loro, lo farò.

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