Trascino dietro di me l'enorme valigia, camminando a passo svelto.
"Olly, non correre!" Lo richiamo con scarsi risultati. E' incredibile l'agilità racchiusa in quelle sue gambine lunghe appena pochi centimetri.
Soffio via una ciocca di cappelli attaccata alla mia fronte bagnata dal sudore, costretta ad accelerare il passo per riuscire finalmente a raggiungerlo. Catturo la sua piccola manina nella mia e la tengo stretta per evitare che mi sfugga ancora.
Dopo un lungo viaggio in aereo sono distrutta e non ho proprio le energie per correre dietro a un bambino di due anni.
"Lì, voglio lì!" Strilla lui indicando il parco dall'altra parte della strada.
"Dopo amore, prima dobbiamo andare a casa e magari mangiare qualcosa." Sospiro stanca, intravedendo finalmente la casa dei miei genitori.
Fa uno strano effetto tornare qui, considerando che solo poco più di due anni fa sono scappata col cuore a pezzi, inseguendo un futuro più felice per me e mio figlio. Ma il mio incarico a Londra si è rivelato più breve del previsto e, per quanto io abbia cercato di rimandare il rientro a Los Angeles, alla fine si è rivelato inevitabile.
"Ecco il mio orsacchiotto!" Esulta mia madre non appena apre la porta. Non perde tempo prima di avvolgere Olly tra le sue braccia in un tenero abbraccio. Fa sempre uno strano effetto vederla così affettuosa considerando che le attenzione che rivolge a Olly non erano di certe quelle che riservava a Nick e me.
"Ciao anche a te mamma." Affermo fintamente offesa, sorridendo leggermente.
In tutta risposta, la donna posa un bacio sulla mia guancia. "E' bello vederti."
Entriamo in casa e mi lascio cadere esausta sul divano. Aspettavo questo momento da ore. Sono sfinita. L'unica cosa che desidero in questo momento è farmi una doccia calda e dormire per almeno dodici ore di fila.
"Gli altri?" Chiedo guardandomi in giro curiosa, sentendo forse troppo silenzio.
"Tuo padre è in caserma e Nick è fuori a combinare solo Dio sa cosa." Dice mia madre rassegnata, avvicinandosi alla cucina. "Ho preparato le lasagne, so che ti piacciono tanto." La sua voce si fa sempre più lontana, mentre si allontana dal salotto.
"Non ho fame, mamma. Voglio solo ripos-"
"Stavo parlando con Olly."
Oh.
Consapevole ormai di essere di troppo tra lei e mio figlio, e che Oliver è in ottime mani, decido di salire al piano di sopra e prepararmi per fare un bagno caldo.
Appena entro nella mia vecchia camera, il cellulare comincia a squillare, indicandomi l'arrivo di una videochiamata.
"Ciao fuggitiva." Esordisce una voce maschile appena accetto la chiamata.
"Ciao a te Eddy." Lo saluto, lasciandomi cadere sul letto a pancia in su.
"Siete arrivati?"
"Giusto ora, non vedo l'ora di dormire un po'."
"Mmm." Lo vedo passarsi una mano tra i suoi lunghi ricci castani. "Olly come sta?" Chiede giocherellando con una ciocca dei capelli.
"Sta bene, è con mamma che sicuramente lo starà riempiendo di ogni schifezza immaginabile." Sospiro.
Edward ridacchia divertito.
"E tu? Come stai?" Chiede facendosi serio.
"Non lo so Ed... Tornare qui mi ha reso più irrequieta di quanto credessi." Ammetto mordendomi il labbro inferiore e cambiando posizione.
"Hai paura di-" so già cosa vuole dire, perciò mi affretto a troncare il discorso sul nascere.
"No." Lo interrompo bruscamente.
"Ally..."
"Ti prego, Eddy." Scuoto la testa, facendogli capire che non ho intenzione di affrontare questo discorso ora.
Quando sono arrivata a Londra, ho legato fin da subito con Edward. È un ragazzo straordinario, sempre molto gentile e ha legato particolarmente con Olly. Non avendo la mia famiglia con me, Ed è diventato molto presto un porto sicuro per me e per mio figlio. Abbiamo lavorato insieme per un periodo, finché lui non ha mollato tutto per dedicarsi alla sua arte.
"Ti chiedo solo di non essere ingenua e di stare attenta." Insiste lui, portandomi ad alzare gli occhi al cielo. "Mi mancherete tu e quel piccolo terminator." Sbuffa poi, visibilmente rattristato.
Mi mordo l'interno della guancia, impedendo alle emozioni di fuoriuscire. Decidere di tornare negli States è stata dura, non perché mi sarebbe mancata la mia vita a Londra. La parte più difficile è stata lasciare Edward, sapendo che a dividerci non ci sarebbe più stato solo una rampa di scale, ma un intero oceano.
***
Un forte tonfo mi fa sobbalzare giù dal letto. È ancora notte fonda e la mia camera è avvolta dal buio. Allungo la mano verso il comodino, cercando di accendere l'abat-jour. Quando la fiocca luce calda ricopre leggermente la stanza, mi guardo attorno confusa.
Olly dorme ancora beatamente sull'altro lato del letto, abbracciato al suo orsacchiotto. I miei occhi intercettato la sveglia sul comodino che segna appena le tre del mattino.
Ancora con gli occhi mezzi chiusi per il sonno, esco dalla stanza facendo attenzione a non svegliare Olly, e mi incammino lungo il corridoio buio, illuminato solo da una leggera luce proveniente dal piano di sotto.
Quando scendo le scale, sento un altro rumore, seguito da diverse imprecazioni.Accelero il passo e, quando mi ritrovo in cucina, trattengo un sorriso nel vedere Nick con la testa nel frigo.
Certe abitudini non muoiono mai. Dopo il turno al bar è solito ingozzarsi con qualunque cosa trovi nel frigo. Lo chiama spuntino prima della colazione.
"Certo che potevi almeno venire a prendere la tua sorellina all'aeroporto." Dico improvvisamente, facendolo sobbalzare per lo spavento.
"Cazzo!" Impreca voltandosi verso di me con uno sguardo inceneritore.
Appena i miei occhi incontrano il suo viso, il respiro mi muore in gola.
"Nick!" allarmata, mi affretto ad avvicinarmi a lui.
Nel momento in cui allungo la mano per toccare la ferita che ricopre il suo zigomo sinistro, la sua mano d'istinto mi afferra il polso, impedendomi di avvicinarmi ulteriormente.
"Che diavolo è successo?" Chiedo spaventata da come è ridotto il suo viso. È pieno di tagli e di lividi.
"Un incidente al bar." Serra la mascella, tornando a fronteggiare il frigo da cui prende una bottiglietta di acqua fredda che prontamente poggia sulla mascella ricoperta da quello che domani sarà un brutto ematoma.
"Sembra più che qualcuno ti abbia scambiato per un sacco da box." Mormoro prendendo la cassetta del pronto soccorso dal cassetto sotto al lavabo. Prendo una garza e l'acqua ossigenata e mi avvicino a lui.
Nick è pronto a opporre resistenza, ma questa volta sono io a fulminarlo con lo sguardo.
"Se non vuoi far venire un infarto a tua madre, è meglio che incolli il culo su questa sedia e ti lasci medicare." Gli punto il dito contro.
"Ti preferivo quando eri lontana." Sbotta in risposta, sedendosi sulla sedia sconfitto.
Alzo gli occhi al cielo, fingendo che le sue parole non mi abbiano ferita. So che non dice sul serio, ma fa comunque male.
Beh, ben tornata a casa Ally.
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All for Love
RomanceAnche nelle situazioni più ostili il cuore riesce a vedere ciò che è invisibile all'occhio. Bisogna solo saper ascoltare i propri sentimenti più profondi, loro non mentono mai.