Justin
A Jonah:
Amico, tutto ok. Pagamento consegnato.
Da Jonah:
Si è fatta vedere da qualcuno?
A Jonah:
No, è andato tutto liscio. La chiamerò spesso a fare lavoretti di questo tipo. Oggi vieni a trovarmi al lavoro, te la faccio conoscere.
Da Jonah:
Una scopatina in più per Jonah.
Altra fitta allo stomaco, sembrava quasi un attacco di gelosia. Da quando la rividi in quel locale ero cambiato, ogni tanto mi venivano questi attacchi, un misto di rabbia, gelosia, preoccupazione, indifferenza. Non ci stavo capendo più niente.
Scesi a fare colazione, lei era già in cucina, stava preparando le frittelle per entrambi, la tavola era apparecchiata per due, due tazze piene di caffè, due posate a testa e due bicchieri d'acqua. Non appena arrivai si girò per guardarmi, ma fece una faccia quasi scocciata. Prima prepara la colazione ad entrambi e poi mi guarda schifata. Le donne, chi le capisce.
Grey
Ero ai fornelli intenta a cucinare la colazione per me e Justin, ma quando lo vidi mi chiesi perchè lo stavo facendo. Volevo essere gentile? Cortese? Dopo tutto il male che mi ha fatto? O volevo solamente sentirmi superiore?
I miei sentimenti erano cambiati nel giro di due giorni, avevo troppa confusione nella testa e vederlo non mi aiutava per niente, ma ormai il dado era tratto e non potevo piu evitarlo.
- Ho preparato la colazione anche per te, ti vanno bene le frittelle?-
- Si, grazie Grey-
- Non ti ci abituare -
Portai i piatti sulla tavola, e mi sedetti al mio posto lontana da lui. Mangiai un quarto di ciò che avevo cucinato, non avevo molto appetito stranamente, forse era tutto lo stress che mi sentivo addosso.
Justin rimase a fissare il piatto per qualche minuto per poi inghiottire tutto ciò che avevo cucinato, appoggiò infine la schiena sulla sedia mettendosi una mano sulla pancia, massaggiandosela.
- E invece potrei davvero abituarmi a questo ben di Dio -
- Non ci pensare neanche - sbottai.
- Siamo ancora al di fuori delle mura del locale, signorinella -
- E io se fossi in te non mi sottovaluterei, non sono più cosi buona Bieber, ed è colpa tua -
Mi alzai dal tavolo della cucina e mi diressi verso la sua stanza chiudendomici dentro. Mi ricordai di non avere assolutamente nessun vestito e non potevo di certo andare al lavoro con gli indumenti di Justin, sarebbe stato alquanto strano dato che non sono ne sua sorella, ne sua cugina e tanto meno la sua ragazza.
Decisi di scappare.Presi il telefono e mandai un messaggio a Kate per informarla che ci saremmo trovate direttamente al lavoro, non potevo permettermi di farle sapere tutto in questo modo, le avrei raccontato i dettagli una volta fuori di qui.
Non avevo bisogno di niente, a parte il cellulare, il portafoglio e le chiavi di casa, lasciai la porta della sua camera chiusa a chiave e cercai un modo per scendere dalla finestra.
Mi girai intorno per un bel pò quando capì che non ce l'avrei mai fatta anche se la camera di Justin non era poi così in alto, decisi di provare a uscire dalla porta sul retro anche se non sapevo dove mi avrebbe portata ma dovevo fare in fretta o quello mi avrebbe beccata.
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Nothing like before
FanfictionCosa c'è da spiegare di una vita piena di montagne russe? La giostra non smetteva di girare, girava in continuazione, prevaleva il più delle volte la nausea. In realtà glielo avevano detto che la vita non era rose e fiori, che lui se ne sarebbe anda...