NON SBAGLIO MAI UN TIRO

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Mitchell

Mi stavo stiracchiando per bene arrotolandomi nel mio letto dopo il mio riposino pomeridiano. Uso tutte le mie energie per svegliarmi e andare a scuola, per cui ho bisogno di carburare. Si, sto crescendo e più passa il tempo più mi dicono che prenderò il fisico di mio padre, ma non sono di certo allenato come mio fratello. Non ho alcuna voglia di pomparmi i muscoli, se il signore mi ha dato la grazia sarà più semplice fare conquiste, altrimenti me ne farò una ragione, non mi interessa affatto.
Il mio obiettivo ora è finire il liceo senza suicidarmi, divertirmi come un pazzo tutta la notte senza destare troppi sospetti, e poi dedicarmi al disegno e ad una laurea per poter lavorare nell'azienda di famiglia. Stimo molto i lavori che hanno creato negli anni passati, la mia collezione preferita è la prima che la mamma portò a papà, quando non stavano nemmeno insieme. Mi raccontò che un giorno papà gliela prese senza nemmeno chiederle il permesso, lei si arrabbiò molto perché era una sua cosa personale. Poi però papà apprezzò il suo lavoro e lei ne rimase contenta.
Lui la guarda ancora come se fosse il primo giorno.
Lui la ama ancora come all'inizio.
L'ho chiesto qualche volta alla mamma, e ne ho parlato anche con papà, sono un tipo piuttosto esuberate e mi piace parlare di queste cose, mi cibo di gossip.
Papà mi risponde sempre che non la ama come la amava all'inizio, la ama sempre di più, e ogni volta io faccio un "ohhh" per esultare e terminare la conversazione. Amo i dettagli dei miei amici, ma non voglio sapere i dettagli del sesso che fanno i miei.
Dove saranno finiti tutti?
Mi alzai e girovagai per casa, silenzio.

"Aidan?" - lo chiamai

Passai davanti alla camera di Nina, aveva la porta chiusa.
Voleva dire una cosa: o stava scrivendo, o stava col suo ragazzo.
Peccato.
Anche la porta della biblioteca era chiusa, fu tutto più chiaro.
Entrai e vidi mio fratello e mia cugina seduti a leggere dei libri

"Vi prego da quanto siete rinchiusi qua? Facciamo qualcosa" - dissi
"Che vuoi fare Mitch?" - chiese Aidan
"Tipo... festa?"
Lui rise leggermente, mia cugina era ancora presa dal libro
"Quei due stanno ancora in camera?" - chiesi
Finalmente mi diede un po' d'attenzione
"Non lo so, altrimenti sarei lì e non qui" - rispose lei
"Tra cinque minuti vado a controllare" - affermò mio fratello con calma, come se lo avesse già programmato
"Non farlo" - disse lei
"Sentiamo, perché?"
"Perché non sono affari tuoi" - rispose
Oddio no, stavano per cominciare
"E quali sarebbero gli affari miei bambina?"
"Non fare lo stronzo Aidan."
"Okay non iniziate per favore. Lasciala stare fratello, con uno così anche io chiuderei la porta" - commentai

Mia sorella si era presa proprio un bel ragazzo. Alto, biondo, occhi azzurri, e bel fisico.
Il mio sogno.
Ma che dico? Il sogno di tutti quelli con due occhi attenti.

"Beh in effetti..." - disse lei, riportando gli occhi sul libro
"In che senso?" - disse Aidan, voltandosi verso di lei
"Tu non puoi capire, ma Mitch si."
"Vi comportate come cane e gatto. Aidan, partita a biliardo?" - domandai
"Si, meglio." - chiuse il libro che aveva in mano
"Eda vieni?" - le feci
"No grazie Mitch, ho una sfida da vincere" - mi rispose mostrandomi il libro.
Afferrai che voleva restare lì, così io e mio fratello ci spostammo al piano di sotto, nella stanza più scura della casa, per gustarci una bella partita.
Aidan si versò qualcosa da bere mentre io sistemavo il tavolo da gioco

"Ehi, se mamma scopre che ti faccio bere sei morto Mitch"
"Figurati. Sono talmente pazzo che anche ubriaco sembrerei normale" - dissi vantandomi
Aidan afferrò la stecca e iniziammo a giocare.
Non giocavo con lui per vincere, non sarei mai stato in grado. Innanzitutto perché era un tiratore scelto, e non mancava mai il bersaglio. E poi perché io non ero molto bravo di mio, avevo altre doti, ma non queste da classico maschio adolescente che cerca di mettersi in mostra.
Non ero del tutto una schiappa solo perché Aidan mi aveva insegnato qualcosa, per quanto possibile, perché diceva che si sarebbe annoiato a giocare con uno che non sapeva tenere in mano nemmeno la stecca da biliardo. Così, anche se non mi faceva impazzire, lasciai che mi insegnasse per passare del tempo con lui.
Per me, mio fratello era il massimo.
Io non lo sarò per lui, preferisce tutt'altro, oltre che le ragazze.
Ma per me lui lo era.
Amo mio padre, e sarei felice di diventare almeno una metà dell'uomo che è: la persona migliore del mondo.
Ma il mio eroe è mio fratello, anche se è strano da dire.
Siamo una famiglia molto unita, ma se dovessi fare una catena di montaggio direi che papà è alla punta, Nina pende da lui, Aidan pende da lei, io da Aidan e la mamma si aggancia a papà.
Siamo una famiglia al completo, non possiamo incastrarci meglio di così.
È sempre stata una lotta tra noi, ma una lotta alla pari.
Non c'è mai stata competizione, mai.
Neppure Aidan con il suo brutto carattere ha mai avuto il peso di essere stato adottato, lui era grande quando io sono nato, e Nina ha ricordi solo da Aidan in poi, per noi è sempre stato il maggiore e non abbiamo mai fatto alcuna differenza. Ma per noi è stato semplice, il lavoro difficile l'hanno fatto i nostri genitori.
Loro si che avevano lottato per questa famiglia, loro avevano costruito e avevano tenuto insieme i pezzi. Sopratutto, non l'avevano mai trattato come quello adottato, è sempre stato un figlio legittimo, esattamente come noi. Ci hanno sempre amati in egual misura, ed è questo il compito di un bravo genitore.
Perché i genitori non sono coloro che mettono al mondo un figlio, sono coloro che lo crescono, che lo amano e se ne prendono cura. È un concetto che ho imparato da piccolo, e nessuno mi avrebbe mai tolto dalla testa questa cosa.
Non mi piace litigare, non mi piace finire in brutte situazioni, di solito mi salva Aidan. Ma se qualcuno si fosse mai azzardato a dire qualcosa su mio fratello, io avrei risposto.

 𝐒𝐄𝐍𝐈 Ç𝐎𝐊 𝐒𝐄𝐕𝐈𝐘𝐎𝐑𝐔𝐌 | 𝐓𝐈 𝐀𝐌𝐎 𝐂𝐎𝐒Ì 𝐓𝐀𝐍𝐓𝐎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora