.• CAPITOLO 1 •.

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- hate at first sight -


 

"Like Selena, ass shaped like Selena.
Got up thank the lord for the day
woke up by a girl I don't even know her name"


- The weeknd (party monster)



(CHILDE'S POV)

Sotto le mie palpebre assonnate riuscii a scorgere un leggero squarcio di luce, dopo qualche secondo un tonfo sordo e violento mi fece sollevare frettolosamente dal materasso, sobbalzai, a quanto pareva un tuono aveva avuto la cortesia di augurarmi un piacevole giorno. Emisi un sonoro sospiro mentre mi alzavo dal letto, posando i piedi sulle piastrelle gelide, poco ospitali come ogni mattinata nelle terre del nord. Mi concessi del tempo per rimuginare sul clima così elegantemente odioso di quel giorno, il cielo ero coperto da numerosi cumuli grigio perla che talvolta si dedicavano ai fulmini, emanandone una manciata.

Mi allontanai dalla finestra della mia camera da letto, quella mattinata sarebbe iniziato il soggiorno a palazzo della principessa. Ciò non mi provocava alcuna emozione in particolare, ma non ero del tutto privo di qualsiasi curiosità nei suoi confronti, sapevo molto poco su di lei, a parte che era una giovane donna o almeno aveva tali sembianze, era capace di usare la spada e sarebbe stata la mia futura moglie; ero a conoscenza di solo tre informazioni totali, ma avrei rimediato incontrandola. Cominciai a prepararmi, indossai la mia tenuta formale, ossia il completo chiaro che usavo per le assemblee dei fatui e le occasioni ritenute da me speciali, mi pettinai leggermente i ciuffi rossi con le dita lasciandoli ricadere sulla fronte e mi recai a passo lento all'esterno, davanti l'ingresso principale della dimora. Mi appostai lì, aspettando con pazienza di notare qualcuno di differente dai sottoposti degli Harbingers che pattugliavano la zona.

Passarono diversi minuti e riuscii a scorgere due alte figure avvicinarsi al portone, erano degli apostoli dell'Abisso, gli venni incontro ipotizzando scortassero la ragazza. Le due creature non accennarono alcuna reazione alla mia vista, continuarono a mostrare la loro postura composta, celando gli avambracci dietro la schiena.

"Dunque siete voi Tartaglia? L'undicesimo dei fatui Harbingers" Mi domandò uno avanzando di un passo, cercai con lo sguardo la sovrana ciò si rivelò senza successo dato che non era presente.

"Precisamente, e voi dovreste essere le guardie della principessa, anche se non c'è alcuna traccia di lei" Affermai con tono neutro, fissando disinteressato l'essere davanti a me, lui si limitò a fare un grugnito infastidito.

"Aveva delle commissioni urgenti da terminare, sua altezza si scusa profondamente per il ritardo, tuttavia, dovrebbe presentarsi a breve" Spiegò con un'inquietante voce metallica, rimasi deluso dalla superficialità di quella donna.

"Spero sia un'attesa poco duratura" Mormorai quando L'altro apostolo si avvicinò al collega sussurrandogli qualcosa all'orecchio e di scatto si posizionarono ai lati del viale, uno di fronte all'altro, inchinandosi con una sincronia a dir poco eccellente.

"Siete al cospetto di sua altezza reale, la principessa dell'Abisso" Annunciò il secondo, per poi venire seguito dall'avanzare della sua regina, mi concentrai sulla ragazza che camminava lentamente verso di me. Dovetti riconoscere che era bella, notevolmente. Posai lo sguardo sui suoi capelli biondi, portava un taglio corto ed alcuni lunghi ciuffi le ricadevano con dolcezza sulle spalle, mantenni un' espressione indifferente mentre mi caddero le pupille sul suo corpo, definito da delle sinuose curve, studiandone con calma i fianchi e la vita stretta, modellati dalla seta bianca del suo lungo abito, esageratamente aderente. Mi soffermai a fissare i suoi occhi, rimanendo affascinato dalle sue incantevoli iridi dorate, mi sentii quasi fortunato ad essere stato promesso a una donna simile, subito dopo rimproverai quei pensieri così futili.

"Chiedo perdono, mi auguro che sia stata un'attesa poco duratura" Ripetè le mie parole con fare risentito, mi irrigidii a quell'affermazione, ero piuttosto eloquente e la reazione più corretta da avere era ribattere con una provocazione.

"Due minuti e ventisette secondi sono più strazianti di quanto crediate. Mi correggo, ventotto" Dissi con un sorrisetto beffardo, lei tacque, rimasta perplessa dalla mia risposta. Ne approfittai per abbassarmi, spostai il braccio sinistro dietro la schiena e le presi con delicatezza le dita, le avvicinai al mio volto posando dolcemente le labbra sul dorso della sua mano, le baciai la pelle, lo sguardo fisso sul suo viso inespressivo, la ragazza deglutì quando mi allontanai dal suo arto.

"Se permettete, posso occuparvi in un veloce giro del palazzo" Proposi rompendo il silenzio, in tutta onestà, flirtare non rientrava nei miei piani, avrei preferito definire i miei modi semplice ed irritante cortesia. Che avrei forzato proprio su di lei, tale era la mia voglia di comprenderla.

"Preferirei ritirarmi nelle mie stanze, il viaggio è stato abbastanza estenuante, Tartaglia" Ribatté rivolgendomi un'occhiataccia del tutto immotivata, ci eravamo conosciuti da soli due minuti e sembrava già non sopportarmi.

"Perfetto, lasciate che vi faccia strada" Mi voltai con un leggero ghigno sulla faccia.

Entrammo nella dimora, presi a camminare con la principessa alla calcagna, mentre superavamo corridoi e sorpassavamo le ale della reggia ci seguiva sempre un orripilante silenzio, impegnato a provocarmi un disagio irrimediabilmente fastidioso, fui costretto a distruggerlo.

"Siete piuttosto silenziosa, deduco abbiate problemi di timidezza" La provocai muovendo le pupille lateralmente, cosicché potessi esaminare la sua reazione.

"Affatto, non sono timida ma voi di certo siete un impiccione" Mormorò sorridendo, allora era capace di parlare, forse lo faceva fin troppo bene e a sproposito; non c'erano dubbi, era sicuramente un tipo interessante.

"Avete una lingua alquanto tagliente o mi sbaglio?" Le domandai indietreggiando, mi spostai al suo fianco per favorire la conversazione.

"Dubito siate in condizioni di giudicare le mie parole"

"Non vi hanno mai insegnato a comportarvi in maniera decente o siete di natura così detestabile?" Quel quesito sembrava averla alterata, poiché velocizzò il passo nel corridoio. Non esitai e la raggiunsi, successivamente mi fermai davanti alla porta della sua ipotetica stanza, lei si appostò sull'uscio, con il suo solito sguardo malevolo.

"Ho un atteggiamento impeccabile con chi mi ispira fiducia, e fidatevi, voi non lo fate"

"Beh, mi conviene affrettarmi allora, visto che tra meno di trenta giorni vi sarò incollato per la vita- ridacchiai, portandomi le dita affusolate davanti alle labbra- inoltre è ironico come non sia a conoscenza neppure del vostro nome"

"Mettetevelo in testa Tartaglia, se tra trenta giorni mi sarete incollato per la vita è perché tengo al mio dominio e non perché mi stiate a cuore in qualche modo. Dunque evitate di fare l'ebete con me, non intendo avere alcun tipo di rapporto con la vostra persona e non basterà il vostro bel faccino per farmi cambiare idea. Avete ricevuto il concetto, spero, oh e per la cronaca, mi chiamo Lumine" Mise in chiaro lei, desiderai di colpo non provare alcun tipo di nervosismo, ma quelle frasi avevano destabilizzato la mia fierezza. Quella ragazza non era solo attraente, era anche di un'ostilità spiccata.

"Se era questo il vostro intento si, ho capito perfettamente cosa intendete, tutto grazie al vostro essere così odiosa.. Lumine" Affermai sogghignando, la fissai darmi le spalle ed entrare nella camera da letto, si bloccò di colpo a pochi passi dall'ingresso e si girò verso la mia espressione beffarda.

"Abbiate una buona giornata" Mi congedò sbattendomi il battente in faccia.




SPAZIO AUTRICE

C'è troppa tensione, ve lo dico io che questi tra altri cinque capitoli scopano






.°○  DESIRE HER ○°. (Chilumi)⑅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora