▪︎ CAPITOLO 10 ▪︎

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*nella foto è rappresentato l'amazing outfit di Lumine*

- dangerous woman -

"I'm locked and loaded, completely focused, my mind is open"

(Madonna che soddisfazione mettere
i testi delle canzoni di Ariana Grande)

(LUMINE'S POV)

Fingere, quel verbo mi era più che familiare, ero solita applicarlo in molte situazioni: negli episodi che riguardavano la mia vita privata e che si interessavano al decoro della mia persona. E avrei dovuto usarlo anche ora, avrei finto di stare bene, di non aver subito alcuna molestia. Ed era la scelta più saggia da prendere, temevo la sua reazione e non potevo perdere quel poco di fiducia che avevamo costruito sopra i diverbi e gli affronti reciproci. Comportarmi come facevo solitamente non era un'obiettivo arduo. Riconobbi la sua figura stare davanti al cancello, avanzai verso di essa, il cuore maldestramente incastrato in gola, bloccato nella laringe.

"Pare che adoriate far aspettare gli uomini" Mi canzonò Tartaglia, rivolgendomi un sorriso compiaciuto. Il suo tono era sempre lo stesso: irritante in maniera quasi adorabile. Osservai le sue iridi blu, mi guardava come se fossi l'esempio figurato dell'eleganza. E ciò incrementava il mio pentimento che mi affliggeva.

"Non tutti, soltanto un certo e sciocco pel di carota" Lo provocai a mio volta facendolo ridacchiare, si posò le dita davanti alla bocca, celando dietro il dorso della mano un sorriso.

"Che modo adorabile per identificarmi" Aggiunse, un silenzio temporaneo ci colse mentre Tartaglia mi fissava gli indumenti, dopo l'accaduto in biblioteca avevo deciso di indossare un abito differente. Fui costretta a svuotare il mio intero vestiario per scovare qualcosa che ritenessi esteticamente decente. Infine optai per un abito nero a maniche lunghe che mi copriva le spalle, proseguendo per il mio addome con un lieve scollo quadrato in elegante pizzo, terminava con una gonna adornata da varie pieghe, il velluto ricadeva morbidamente sulle mie gambe e nascondeva i tacchi neri che avevo ai piedi. Inoltre, sfoggiai il raffinato dono datomi da Tartaglia, lasciando dondolare il pendente prezioso dal mio lobo. Il ragazzo sembrava gradire il mio aspetto attuale e fui lusingata da quel pensiero.

"Il nero vi sta d'incanto" Sussurrò studiando il modo in cui le sete scure mi cingevano le curve. la maniera in cui mi lodava era gentile, genuinamente lussuriosa: adorava la mia estetica quanto valorizzava la mia personalità.

"Adulatore" Scherzai, deridendo un po' la sua sdolcinatezza.

"Non ho mai confermato di non esserlo" Si difese lui, subito dopo notai che teneva tra l'avambraccio e il bicipite un capo d'abbigliamento e ne rimasi incuriosita.

"Cosa avete lì?" Chiesi indicando l'oggetto. Lui sorrise e prese con cura l'indumento, mantenendolo con entrambe le mani. Era un lungo mantello blu oltre mare, avente un cappuccio bordato di pelliccia bianca, sintetica ipotizzai.

"E' un indumento caldo per voi" Spiegò girando quest'ultimo e tenendone le estremità.

"Riesco a reggere le basse temperature" Mormorai non comprendendo a pieno il perchè di quel gesto premuroso, l'aveva fatto confezionare soltanto per me. Non ero abituata a ricevere cotante carinerie o metodi di affezione in generale.

"Ne dubito" Sbuffò impaziente, fu questione di attimi quando lo vidi avvicinarsi al mio corpo e spostare il tessuto blu dietro la mia spina dorsale, attirando la mia figura a pochi centimetri dal suo gonfio torace. Si chinò su di me, stringendo tra le dita i nastri bluastri prima di annodarli con un gesto preciso e veloce. Sentii le mie gote divenire rosate, oramai ero convinta che i miei zigomi avessero assunto una tinta simile al magenta ed era la reazione che lui bramava. Tolse le dita dal nodo con malizia, sfiorando con l'anulare la pelle spoglia del mio collo, sotto la mascella.

.°○  DESIRE HER ○°. (Chilumi)⑅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora