- little, dirty carrion -
(TARTAGLIA'S POV)
Percorsi con calma i silenziosi corridoi della dimora, rimuginando sul precedente evento a cui partecipai qualche ora fa. Nella sala riunioni ebbe luogo un'udienza importante, sotto la volontà della Tsaritsa, io, i miei colleghi e la principessa avevamo discusso della possibilità di rendere semi-pubbliche le mie nozze, non sarebbe stato saggio nascondere un annuncio talmente integrante ai maggiori diplomatici o nobili di Snezhnaya. Dunque decidemmo di mantenere la fiducia degli esponenti politici e simultaneamente non diffondere informazioni riservate: non avremmo condiviso né l'aspetto di Lumine o qualsiasi dettaglio circa il matrimonio e la sua presenza. Eravamo stati alquanto fermi riguardo la divulgazione di quell'avviso, se avesse sorpassato il confine di Snezhnaya tramite un individuo la pena sarebbe stata la mutilazione, in questo caso della lingua e se il soggetto avesse negato le accuse, avremmo inoltre gettato il suo corpo nell'acqua congelata. Avevo fieramente scelto io la tortura.
In quel momento desideravo raggiungere Lumine, lei si era ritirata prima dalla riunione dati i suoi impegni riguardanti i preparativi con le nozze. Eppure non avevo la minima idea di dove trovarla, per questo fui sollevato di vedere La Signora avanzare verso la mia direzione, le labbra vermiglie forzate in un'espressione sprezzante, come sempre.
"Rosalyne. - la chiamai con un tono caloroso e provai ad essere cortese, lei si fermò a qualche metro da me, era disposta ad ascoltarmi- Hai visto la principessa per caso?"
"Si, fino ad una ventina di minuti fa ero con lei a scegliere la stoffa per il suo abito. Adesso dovrebbe essere fuori, credo volesse fare una passeggiata lontana dal palazzo" Replicò con fare vagamente gentile.
Ipotizzai fosse andata al lago e fu la prima meta che setacciai per trovarla, uscii dal palazzo e sorpassai i cancelli per poi affondare nella candida radura di Snezhnaya, con il cappotto bianco stretto sulla larghezza delle mie spalle. Dopo qualche minuto di piacevole passeggiata mi fermai a pochi metri dalla grotta circostante, sentendo un leggero mormorio provenire di fronte ad essa. Era Lumine, ma il mio entusiasmo svanì quando potei riconoscere una voce maschile discutere con lei. Appostato dietro ad un albero spoglio vidi con chiarezza la figura di un uomo vestito di nero, biondo ed una fisicità simile alla mia. Non mi bastò molto per capire che fosse quel famoso Dainsleif di cui la ragazza mi aveva scarsamente accennato.
"Come desiderate, vi posso garantire che farò il possibile altezza." Aveva detto lui, la sua voce era profonda, stabile e fredda. Come se le sue corde vocali materializzassero delle lame. Non sembrava cortese e non aveva l'aria di essere particolarmente invaghito di Lumine, era soltanto neutro.
"Grazie, Dainsleif e cerca di avere cura di te." Il modo in cui le parole di lei apparivano così premurose mi irritò, era il tono che riservava solo a me. Ma il mio stato d'animo peggiorò drasticamente quando il tale la toccò, le sue labbra avevano sfiorato le falangi di Lumine. Fui costretto a trattenere la mia ardente gelosia dato che non possedevo l'arco, avevo lasciato l'arma nelle mie stanze e sarebbe stato troppo esplicito assalire Dainsleif con un pugnale. Attesi. L'estraneo si allontanò e dopo qualche secondo ero già a due metri da lei.
"Lumine." Dissi il suo nome, cercando di mantenere un tono normale, anche se dentro di me il mio cuore stava per implodere con ogni sentimento positivo che possedevo. Un altro uomo l'aveva toccata ed io non ho avuto neanche la possibilità di sparargli una freccia nel bulbo oculare, che notevole seccatura.
"Ajax, cosa fate qui?" Si girò verso di me sorpresa, stringendo i bordi del velluto blu che aveva addosso, saperla avvolta nel mantello che le avevo donato era assolutamente insostenibile per la mia sanità mentale.
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.°○ DESIRE HER ○°. (Chilumi)⑅
Fanfiction[ESTRATTO DAL TESTO] Rimase immobile, lì ad osservarmi, pareva contenta della mia reazione, entusiasta dello scempio in cui mi aveva trasformato: ero diviso in due e la mia mente era in guerra. Il disprezzo che provavo per quella donna che veniva co...