La Sala Grande, quella mattina, era più affollata del solito. E questo non per un'imporvvisa e preoccupante diffusione di istinti mattinieri, che alcuni avrebbero definito al limite del masochismo; no, nulla di simile. Semplicemente, Annie Black aveva perduto la nota solerzia, quel giorno, e si era svegliata ad un orario... come dire, più umano. Non che fosse in ritardo, quello mai, ma il sole aveva fatto in tempo ad alzarsi prima di lei.
Si sedette al tavolo rosso e oro, al solito posto un poco lontano da tutti gli altri, e stava già iniziando a spiluccare l'abbondante colazione senza neppure un accenno di appetito, quando la panca scricchiolò affianco a lei, attirando la sua attenzione.
Earl stava sistemando con disinteresse la divisa nera, lisciando le pieghe e aggiustando il nodo della cravatta.
-'Giorno- salutò ad un tratto, schiarendosi la gola nell'imporvviso silenzio della Sala Grande. Un centinaio di sguardi si era appena calamitato su quel Corvo che aveva osato sedersi affianco alla Black, professori compresi.
Qualche mormorio si levava sporadico dagli altri tavoli, ma quello di Grifondoro pareva essersi gelato. Soltanto Silente sembrava a suo agio in quella situazione e aveva un certo sorriso divertito appuntato sotto la lunga barba candida.
-Ho saputo della punizione- incominciò, senza darle neppure il tempo di ricambiare il saluto e ignorando spudoratamente le occhiate dei Corvonero, che parevano volerlo fulminare, mentre Annie innarcava un sopracciglio: era mai possibile che sapesse sempre tutto di tutti? In quel caso, l'unica a saperne qualcosa era lei - Silente si chiedeva come avessi fatto ad entrare e l'opzione più semplice era che qualcuno ti avesse detto la parola d'ordine- spiegò in un sussurro, per evitare che altri sentissero.
- Prima di farti continuare- li interruppe - Non era mia intenzione far finire anche te in detenzione con Gazza- ma, per sua sorpresa, il biondo si limitò a scuotere il capo e a sfoggiare un sorriso divertito.
- Aspetta, aspetta. Silente ha chiuso un occhio, ma temo di non poterti aiutare una prossima volta- la Black spostò lo sguardo sul preside, che li osservava da lontano.
- Comunque, non sono qui per questo. Com'è andata? Hai trovato quella che cercavi?- indagò, accennando a quella fiala vuota che ancora teneva in tasca.
Annie annuì, voltandosi completamente verso l'amico e abbandonando definitivamente la colazione a sé stessa.
- Mi spiace per la punizione. Gazza non è mai piacevole- commentò dopo poco Earl, ma la Grifona scosse di nuovo il capo.
- A me neanche tanto. Certo, avrei preferito mantenere immacolato il mio percorso scolastico- e finse di non aver notato l'occhiata scettica dell'amico - Ma non mi mento di averlo fatto. Ho scoperto che mio padre accarezzava l'angolo a destra delle pagine, prima di voltarle- sussurrò, richiamando alla mente le dita candide di Regulus che sfioravano delicatamente la carta.
Poi, però, il solito sguardo che le tormentava i sogni la distolse da quella piacevole visione, mentre sprofondava nelle acque nere del lago. Annie si agitosulla panca, stizzita, e cercò di fare finta di nulla.
- In ogni caso- proruppe - Ernie ha accettato il distillato?- richiesta d'aiuto inviata, ricevuta e accettata.
Il Corvo, infatti, si affrettò a seguire il nuovo argomento di conversazione senza più accennare al precedente - A fatica, ma ha accettato.
Sarebbero rimasti lì a chiacchierare ancora a lungo, ignorando quell'alone scuro che li seguiva da quella mezza discussione nella Stanza delle Necessità, ma pareva che metà della popolazione di Hogwarts fosse più interessata a fissarli con scetticismo piuttosto che farsi gli affari propri.
Così, non sopportando più tutti quei mormorii e tutti quegli insistenti flussi di pensieri, gli uno più disparati degli altri, Annie si alzò, facendo cenno all'amico di seguirla fuori da lì, precendendolo poi lungo i corridoio e poi fuori, nel cortile. Dopotutto, mancava ancora un poco all'inizio delle lezioni e il coprifuoco era finito da un po' ormai, quindi potevano permettersi qualche minuto di pausa dalle occhiate dei curiosi.L'ultima persona con cui avrebbe voluto parlare era proprio suo cugino, che in quel momento si stava avvicinando a lei a passo svelto. Non ricordava cosa fosse successo sulla Torre di Astronomia, ma ricordava bene di dover mettere in guardia Annie da quel Corvonero. Era rimasto a rimuginare a lungo, quel giorno, con uno spiacevole sentore di pericolo a formicolare sotto pelle, e alla fine si era deciso ad andare a parlarle. Stavano uscendo dalla Sala Grande, conclusa la cena, e Draco era appostato nell'incavo di un corridoio per parlare con la cugina.
-Non ora- tagliò corto, accelerando il passo. Lei, al contrario suo, ricordava bene cosa fosse successo su quelle scale e non intendeva replicare. Il Serpeverde, però, pareva di tutt'altro avviso.
-No. Parliamo ora- si impose, raddizzando la schiena e le spalle per fronteggiarla al meglio.
- Sta per scattate il coprifuoco, ne parliamo domani.
- Domani mi eviterai ancora, smettila di far finta di niente. So che mi stai nascondendo qualcosa, ma non so cosa- Annie dovette appellare a tutta la forza di volontà rimastale per non schiantarlo lì, in quel corridoio, o per non sbattergli in faccia che lui le stava mentendo da quell'estate. Così, approfittando della penombra di quel corridoio, sfogò il nervosismo in un'espressione seccata e in un roteare degli occhi che sua zia le avrebbe rimproverato. Non le importava, non in quel momento. Stava bene, ad Hogwarts, nonostante tutto, anche perché non c'erano i Malfoy a starle sempre con il fiato sul collo, pronti a riprenderla al minimo sgarro, fosse anche per semplice stanchezza. Per quanto fosse fiera di essere una Black, l'ultima Black, faticava anche lei a sopportare tutte quelle imposizioni, a volte. E quel giorno era uno di quelli. Avrebbe dovuto stare lì ed ascoltare il cugino, per buona educazione, ma la cattiva influenza di una casa di scapestrati (come li aveva definiti Narcissa tempo addietro) stava dando i suoi frutti e lei avrebbe soltanto voluto mandarlo a spigolare con un gestaccio non riportabile per iscritto.
-E poi, devo avvisarti- di nuovo con quella storia. Ma quando avrebbe demorso? Mai, probabilmente. Soprattutto se si fosse scordato ancora di averla già messa in guardia.
- Su cosa?- gli resse il gioco, perché non poteva fare altro.
- La feccia che ti porti sempre appresso- Annie dovette appellare di nuovo ad ogni briciolo di controllo rimastole per non sfoderare la bacchetta - Ti sta mentendo. Lavora per mio padre, ma non posso dirti altro.
- Hai preso un abbaglio- tagliò corto - Buona serata, Draco- e se ne andò a passo svelto, ignorando i richiami del cugino. Un altro accenno del genere, e la sua pazienza si sarebbe rotta del tutto, facendo correre la mano all'impugnatura di legno prima ancora di accorgersene.
Non badò ai richiami del cugino, e si immerse di nuovo nella folla sciamante che stava attraversando i corridoi per tornare alle rispettive Sale Comuni.
Quella sera, la compagnia di Hermione fu piacevole, sedute sulle poltrone della Sala Comune a scambiare sottovoce le opinioni sulle nuove materie e i nuovi corsi che stava seguendo quell'anno, liberandosi di quel fardello che pesava loro nel petto e sul collo, dondolandosi a destra e a sinistra come su un'altalena da quella catenina dorata. Per una volta, fu rilassante parlare con qualcuno che non fosse intento a preparare un Distillato della morte vivente seguendo un procedimento perduto o che non avesse un patto di sangue a stringerglisi sul polso e attorno alla gola.
Quando si coricarono, tornate in dormitorio, Annie si sentì abbastanza rilassata per chiudere occhio subito, senza dover prendere alcuna pozione soporifera, come non succedeva più da inizio anno ormai.
Quella notte, poi, non furono tormentati gli occhi grigio tempesta che l'accolsero nel sonno, ma un paio assorto nella lettura, un poco stizziti dell'interruzione del fratello.Angolo autrice:
D'accordo, d'accordo, credo che ormai abbiamo capito tutti perché i miei prof si lamentano della mia (completamente assente) puntualità, o no? In ogni caso, perdonate la lunga assenza, ma ho avuto molto altro per la testa. Spero vi stia ancora piacendo la storia e che non vi stiano annoiando i capitoli più quieti come questo. Se avete da protestare e volete indietro i capitoli azione-avventura, fatelo nei commenti (in ogni caso non preoccupatevi, ce ne saranno alcuni interessanti fra non molto).
Lungo papiro? Probabile.
C'è davvero qualcuno che si prende la briga di leggere fino a qui? Improbabile.
Detto questo,
Buona giornata!
🐾
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La figlia di Regulus Black - Hogsmead
FanficSequel di "La figlia di Regulus Black - L'erede di Serpeverde". Nessuno aveva avuto il coraggio di dirle qualcosa, nessuno aveva osato avvicinarsi alla ragazza, nessuno era stato abbastanza forte da avvicinarsi a Annie Black e a dirle ciò che tutti...