VII - Oblivion

105 6 1
                                    

Quei bisbigli. Quesi sussurri. Quelle parole. Ogni volta che passava vicino a loro, poteva sentirli. Sentiva quei lievi mormorii, quelle frasi sconnessi e timorose, cariche d'ira. E lei, priprio, non capiva che cosa stesse succedendo. Così, appostata dietro quel corridoio dei sotterranei, attendeva che Draco Malfoy lasciasse la sua sicura Sala.
Silenziosamente attese che il cugino fosse solo, poi, d'improvviso, saltò fuori dal suo nascondiglio di pietra e gli si fermò davanti, a braccia conserte.
- Devi dirmi che sta succedendo, Malfoy- iniziò, senza dargli il tempo di pensare.
- Che?- domandò infatti, sorpreso.
- Sono tutti impazziti in questa scuola? O mi state nascondendo qualcosa?- domandò ancora lei, avvicinandosi di un passo.
- Annie, io non...- iniziò, ma la cugina lo interruppe.
- Cosa c'entra mio zio- domandò. Aveva sentito un "Sirius Black", quella mattina, e decisamentennon riusciva più a tollerare quei continui pensieri attorno a lei.
- Lui è...- iniziò, ma qualcuno a spalle della cugina lo anticipò.
- Oblivion- sussurrò una voce, facendo raggelare Draco. Osservò l'espressione di sua cugina farsi distante, confusa, prima di vederla crollare fra le braccia dello sconosciuto. Questi teneva il cappuccio della divisa ben tirato sul volto, nascondendo sia i capelli sia i lineamenti.
- Chi sei?- domandò, ma il giovane non rispose. Doveva avere circa la sua età, ragiono, vista la corporatura e l'altezza. Anche il timbro della voce non sembrava quello di uno più grande, e un primino non poteva certo sapere quell'incantesimo.
-Portala in un posto sicuro, Malfoy. E di' a tuo padre che ho portato a termine il mio compito. Ora siamo pari. Digli che ho saldato il mio debito, e di non infastidire più mio fratello- intimò quella voce adirata, mentre la figura si chinava e appoggiava delicatamente la giovane a terra. Uno scintillio blu brillò sull'uniforme del giovane e lui non se ne accorse nemmeno, ma Draco fece in tempo a capire a che casa apparteneva quello strano figuro: Corvonero.
- E chi lo manda a dire?
- Lo stolto di "Magie Sinister". Capirà di certo, vedrai Malfoy- e senza dire altro sparì nel corridoio buio.

Quando Annie aprì gli occhi era seduta contro il tronco di quell'albero. Lo stesso dov'era seduta il giorno prima.
Si guardò attorno, confusa. Non ricordava bene cosa fosse successo, ma non le sembrava nulla di importante.
Ad un tratto, fra gli studenti davanti a lei, comparve quello strano Corvonero. Ricordava bene di averlo incontrato in biblioteca, eppure dopo sembrava tutto annebbiato.
-Ciao - salutò lui, sedendosi accanto a lei.
Lei sollevò una mano, in cenno di saluto, e si voltò verso di lui. Teneva in mano due o tre libri, dalle copertine opache e poco rifinite.
- Li ho presi quest'estate, da casa- disse, appoggiandoli sul prato.
- Non dovevi lasciarmi in pace, Earl?
- Mai detto- si scusò lui, indicandole di nuovo i volumi ai suoi piedi.
- Dai, oggi pomeriggio non c'è lezione- e a quel punto la curiosità ebbe di nuovo la meglio sulla prudenza.
- Ribadisco: perché lo fai? D'accordo, vuoi scoprire cosa nascondo e perché interessava la Basilisco. Ma non è sufficente. Perché rischiare per scoprire una cosa così inutile?- domandò ad un tratto e lui smise di leggere il libro che teneva in mano. " Incantesimi e Sortilegi Dimenticati" recitava la copertina.
E quello non era uno dei libri che le aveva indicato, quindi doveva essere una lettura personale.
"Chi leggerebbe un libro di approfondimenti di scuola, specie di incantesimi che non si usano più?", ma non volle indagare.
- Non sono Corvonero per niente, no? La conoscenza è la cosa più importante- e, senza più dir nulla si rimise a leggere quel suo vecchio libro.
E Annie, non sapemdo che fare, tornò a leggere il suo.

Draco Malfoy non sapeva davvero cosa pensare di quello strano Corvonero. Non aveva idea di chi fosse, ma aveva comunque scritto quella lettera per suo padre. Il giorno dopo, quando avrebbe ricevuto la risposta, avrebbe capito molto meno ancora. "Digli che il pericolo non è ancora lontano abbastanza perché i suoi servigi non siano più necessari" e la risposta del Corvonero l'avrebbe sorpreso ancora di più "Rispondigli che è soltanto un pusillanime¹ e un lestofante²".
Per quella sera, però, la stanchezza della lunga giornata e l'ansia per il giorno seguente furono abbastanza buoni come pretesti per farlo crollare dal sonno, con il capo biondo appoggiando morbidamente sul guanciale bianco. Bianco come l'aveva chiesto lui stesso. Senza alcun colore. E senza macchie.

¹ e ² dunque, visto che sono inglesi è un cicinino da presuntuosi pretendere che ogni povero disgraziato sappia tutti gli insulti più stravaganti o curiosi che offre l'italiano, o no? Quindi, quando ci saranno parole in italiano, che verrebbero scambiate come parole inglesi e comuni per i personaggi, cercherò di metterle evidenziate come le soprastanti (se mi ricorderò)

La figlia di Regulus Black - HogsmeadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora