I GUAI DELLA RABBIA

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La mattina aveva fatto capolino, io ero ancora assonnata e confusa per tutto quello che era successo il giorno prima: l'email al professore, il bacio tra Martina e Matteo, la separazione tra i genitori di Martina e persino la dichiarazione indiretta dell'amore che provavano l'uno per l'altra Martina e Matteo!
Ero troppo confusa, semplicemente troppo confusa.
Mi svegliai di colpo e presi una cosa a caso da mettermi in dosso, legandomi i capelli in modo veloce e rendendoli così disordinati.
Lasciai tutti dormire ed indossai un paio di scarpe a caso, uscii di casa chiudendo di colpo il portone ed iniziando a correre fino ad arrivare in piena città, dove una grande staccionata si affacciava su un parco del tutto verde.
Continuavo a fare una corsetta sul posto tenendo le cuffie a rutto volume e con un respiro affannoso cercavo di togliermi di mente tutto ciò che avevo in testa.
Di colpo mi saettò nei pugni delle mani una rabbia insensata e così mi resi conto: mi serviva il box.
Ripresi a correre più veloce che potevo stringendo tra le mani la collanina a forma di cuore umano, saettavo tra quelle macchine grigi e tristi, tra quei passanti senza uno straccio di vita decente.
Passai anche velocemente davanti al Duomo di Milano, nemmeno accorgendomene, nemmeno rendendomi conto della bellezza di ciò che avevo a due passi da casa.
Mi ritrovai davanti ad un edificio pieno di graffiti sui muri e aprii la porta grigia rame e ripresi a salire le scale di corsa, ero quasi arrivata, un ultimo sforzo e... un dolore forte allo stomaco mi assalì e mi seddi di soprassalto su uno scalino.
Lo stomaco era come se fosse andato a fuoco, non riuscivo più a trattenere quel dolore, era da anni che ne soffrivo, ogni volta che provavo rabbia lo stomaco cominciava a farmi malissimo.
Ero agli stremi, non riuscivo più... gli occhi mi si fecero pesanti e... svenni su quelle stesse scale.

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