MINA

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Avevo solo sei anni...
- Dafne? Come ci si sente ad essere una sorella maggiore mentre la tua sorellina è malata?-
Quelle furono le ultime poche volte in cui fui sincera.
- Come se il mondo ti cascasse addosso, come se una delle persone per cui moriresti ti dice che non puoi fare niente per salvarla.-
Mina mi guardava con occhi lucidi mentre le tenevo la mano.
- Mi fai una promessa?-
disse singhiozzante.
- Certo, qualsiasi cosa per la mia Minita!-
amavo chiamarla così, dava un che di dolce e spagnolo messo insieme.
- Sii te stessa. SEMPRE. Non lasciarti ostacolare dagli altri...-
Per avere 4 anni era una delle persone più sagge che conoscevo.
Era sempre stata una bambina di salute cagionevole e molto delicata, anche caratterialmente: era molto fragile.
Veniva presa in giro per i suoi capelli biondo cenere che tutti si chiedevano come avesse fatto ad ereditare da un padre moro ed una madre con capelli neri come il buio.
Mina per me era tutto.
Mina per me era l'opposto.
Mina per me era la sorellina che avevo sempre desiderato.
Ma un sottile filo di spago ci teneva in vita, e tra qualche istante si sarebbe spezzato perché reggeva la forte pesantezza dei nostri animi.
Strinsi la manina sudata di Mina e lei faceva lo stesso, quando, quando...
entrò una dottoressa agitatissima con i miei genitori e sentii i battiti del cuore di Mina decellare, fermarsi...
- Cavolo... CAVOLO!- strillò la dottoressa facendo entrare 2 infermiere e facendo cenno ai miei di portarmi fuori dalla sala operatoria.
- Vieni, Dafne.- mi dissero i miei trascinandomi fuori a strattoni mentre mi dileguavo strillando più forte che potevo.
- MINA. MINAAAAA!!!-

- Dafne? Ci sei?- la voce della dottoressa mi risveglio dai miei pensieri.
- Sì, ci sono..- dissi confusa.
Strinsi la mia catenella a cuore umano.
E chiesi alla dottoressa se potessi avere del tempo per pensare se dire di sì o no alla proposta. Lei accettò e me ne tornai in sala d'attesa ancora frastornata da tutto quello che era successo negli ultimi giorni.
- Dafne Dafne, tutto ok? Tua madre sta bene??- Alex mi venne incontro ed io non feci altro che abbracciarlo.
Abbracciarlo perché lui c'era sempre.
Mi aveva sempre aiutata.
- Dafne? Che succede?- mi disse lui prendendo il mio viso tra le mani.
- La dottoressa.- risposi singhiozzando.
Le sopracciglia nere di Alex si inarcarono cercando di capire cosa io stessi balbettando.
- Minaaaaa- scoppiai a piangere strillando e facendo girare tutte le persone nei paraggi.
E Alex non fece altro che abbracciarmi, prendermi tra le sue braccia e carezzarmi la testa corvina.
- Non è di nessuno la colpa... Daf..-
Aveva ragione.
La vita aveva fatto il suo corso.
- Ricordi la lettera? Quella che ti aveva dato? Ancora non l'hai letta... forse sarebbe un modo per andare avanti, non riesco a vederti così, Dafne.-
La lettera.
A casa mia.
Presi a correre senza dire niente ed uscii di corsa dall'ospedale andando in mezzo alla strada e continuando a correre all'impazzata.
- Sta attenta!- mi strillò un uomo da un'auto che quasi per poco mi stava per prendere in pieno.
Continuavo a correre senza freni, diretta verso la luce.
Arrivai alla serie di appartamenti ed entrai nel B103 strattonando la porta e riuscendola ad aprire.
La casa degli zii.
Corsi in camera mia ed aprii il cassetto del comodino, alzai il doppiofondo del cassetto che avevo messo per nascondere ciò che volevo tenere segreto... ed eccola. La lettera.
La stessa busta lilla pastello che avevo fissato instancabilmente da quando avevi sei anni, per 12 anni.
Non me l'ero mai sentita di aprirla, in un modo o nell'altro non riuscivo a passare la morte di Mina, anche se erano passati 12 lunghi anni.
Mi ero sempre sentita da sola a combattere una guerra non possibile da vincere.
Ma ormai la solitudine non era più un'opzione per non aprire quella lettera.
Avevo due migliori amici che mi sostenevano sempre e non si annoiavano mai dei miei vuoti, avevo due zii che mi avevano sempre capita e assecondato, avevo un fidanzato che per me sarebbe persino morto... ed infine, avevo mamma e papà, avevo finalmente una famiglia.
Avevo in poche persone persone che mi sostenevano.
Era arrivato il momento.
Presi tra le mani la lettera e lessi attentamente la frase scritta sul dorso: "Sii te stessa. Sempre."
Avevo quasi la nausea a rileggere la stessa e unica frase letta e riletta per 1000 volte negli ultimi 12 anni, ma decis8 di passare oltre, di leggere anche il contenuto dellela lettera.
La aprii e davanti a me scorsero parole e parole di verità.

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