L'EMAIL

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Eravamo rimasti ad aspettare che Matteo arrivasse da Firenze.
Per Martina ci sarebbe voluto di più dato che lei viveva a Roma.
Io ed Alex ci eravamo accaparrati il posto migliore della stazione di Milano, una panchina a 5 posti dove eravamo rimasti di lì a poco per 3 ore.
Davanti a noi arrivò finalmente quel benedetto treno.
Io mi alzai di colpo fremendo per rivedere Matteo, due porte del treno si aprirono e un mucchio di persone iniziò ad uscire.
Rimasi incollata con lo sguardo su quella benedetta portiera quando finalmente lui spuntò.
Aveva i capelli più corti e non indossava gli occhiali, era cambiato in quel mese di distanza.
Sicuramente il suo carattere era sempre lo stesso, se ne stava lì, a scrutare le persone che gli passavano accanto.
- Mattiiii!!!- dissi correndo verso di lui e stringendolo a me.
- Ciao Daf.- mi disse con la sua solita falsa freddezza.
Alex si alzò dalla panchina e si avvicinò a me e Matteo per fargli un cenno di saluto.
Ora mancava solo Martina.

- Uffaaaaa, ma quando arriva?-
Continuavo a ripetere mentre ero sdraiata sulla panchina della stazione, la testa poggiata sul ginocchio di Alex e i talloni su Matteo.
Era da ore che aspettavamo che Martina arrivasse, ma ancora non si era fatta viva.
Aspettavo che arrivasse, che io la potessi riabbracciare.
Da quando ci eravamo salutate alla scuola militare ci eravamo scritte tutti i giorni raccontandoci fatti bizzarri ma anche seri. Per me lei era stata un'amica molto importante, quell'amica che, anche se io ero molto chiusa, riusciva sempre a trovare il mio lato fantasioso e divertente.
- A voi i vostri professori stanno simpatici? Io odio il 50% dei miei..-
A quell'affermazione mi tornò alla mente un pensiero: l'email del mio professore a cui dovevo ancora rispondere!
- Ehm... vado un attimo al bagno...-
Mi alzai di colpo e corsi al bagno della stazione, mi chiusi in un bagno e presi il telefono per scrivere una bozza, ma prima rilessi infinite volte l'email del prof: il corpo docenti crede in lei...
Feci un respiro profondo ed iniziai a scrivere senza riuscir a fermare i miei polpastrelli che era come se danzassero sulla tastiera del mio telefono.
Adesso lo schermo opaco aveva un testo.

OGGETTO: RISPOSTA ALLA SUA EMAIL.
TESTO: Buonasera professor Brandi,
mi scuso per il ritardo a risponderle ma ho dovuto intraprendere un percorso all'interno di una scuola militare nella quale non ho potuto utilizzare dispositivi elettronici.
La volevo ringraziare moltissimo per la sua mail, utilizzo questo testo molto breve per spiegarle alcune cose della mia vita ma soprattutto perché voglio scusarmi per il pugno che le ho dato.
In quel momento non stavo ragionando.
All'interno della scuola io non vengo bullizzata, semplicemente combatto continuamente per far rispettare i ragazzi più fragili, intelligenti e gentili.
Infatti codesti sono continuamente bullizzati da vari alunni ed individui all'interno dell'edificio scolastico.
A volte alcuni professori non si rendono conto di tutto ciò che succede e così io tendo ad innervosirmi.
A volte non mi rendo conto delle mie azioni violente e contro le regole, per quest'ultime io mi pento ogni singolo giorno.
La mia vita non è molto felice e a volte vorrei riabbracciare i miei, ma SOPRATTUTTO realizzare i miei più piccoli e fragili sogni.
Posso sembrare una ragazza ribelle anche nello studio, ma le assicuro che io amo impegnarmi per prendere buoni voti, spero che questo l'abbia capito.
Mi scuso ancora con lei per il pugno e più in generale per il mio continuo comportamento nei suoi confronti.
Grazie per la sua mail, ho pianto, veramente.
Cordiali saluti
                                        Signorina Bianchi

Mi lasciai scivolare sul muro del bagno e mi liberai in un pianto pieno di gioia e felicità per essermi finalmente riuscita ad esprimere.

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