4.

67 8 1
                                    


Era passato ormai un altro mese dalla loro conoscenza, Yeonjun continuava a lavorare durante tutta la settimana, aspettando di poter andare alla sala da ballo e, soprattutto, di poter parlare con Soobin.
Quel ragazzo alto e goffo era diventato un piccolo raggio di luce nella sua vita, che spezzava tutta l'oscurità che affollava il suo cuore e lo distraeva dai propri brutti pensieri.
Le loro conversazioni erano tutte centrate sulla vita universitaria di Soobin, su quanto lui fosse sfinito per colpa dello studio e sulla sua passione per l'arte. Ogni tanto provava a chiedere a Yeonjun qualcosa in più su di lui, ma era difficile ottenere più di semplici monosillabi. Il suo essere così riservato non sembrava farlo arrendere però e il corvino non capiva perché non rinunciva a cercare di conoscerlo.

"Qual è la tua stagione preferita?" chiese d'un tratto Soobin e il corvino rimase un po' a pensarci, preso alla sprovvista dalla domanda.
"La primavera." rispose con malinconia, quella stagione gli ricordava un periodo felice della sua vita che non avrebbe più potuto vivere.
"Non sembri uno da primavera, sei così gelido da sembrare un fiocco di neve, ma credo di poter sentire un po' quella brezza primaverile quando ti sto vicino." gli disse guardandolo dritto negli occhi.
Uno sguardo che Yeonjun non riusciva a capire, perché sembrava stesse ammirando il suo tesoro più prezioso, o forse se lo era solo immaginato, perché avrebbe dovuto vederlo così? Non aveva senso.

"Qual è la tua?" chiese leggermente imbarazzato e Soobin distoltose lo sguardo da lui per ammirarsi intorno.
"L'estate, amo il caldo e i colori che la rappresentano." rispose fiero, come se stesse parlando di sè stesso.
Lo stava facendo, stava parlando di sè stesso, Yeonjun poteva sentire il calore estivo e poteva vedere il bagliore intenso del sole standogli vicino. Con quel calore stava sciogliendo il ghiaccio che aveva intrappolato il suo essere in quegli anni e lo spaventava tremendamente.

"Oh, ho una cosa per te." esclamò improvvisamente e cercò nello zaino un qualcosa, ne tirò fuori un foglio e glielo porse.
Yeonjun lo guardò confuso, ma vedendo ciò che c'era sul foglio sentì il bisogno di piangere.
Era un disegno che rappresentava un ragazzo dalle fattezze molto simili a quelle del corvino, aveva una sguardo vuoto e triste, all'altezza del cuore aveva un qualcosa che sembrava vagamente un cristallo e teneva un braccio alzato, cercando di afferrare qualcosa.
Soobin era riuscito a capire come si sentiva in quel poco tempo in cui si erano parlati e gli sembrava impossibile che ci fosse qualcuno in grado di comprenderlo così a pieno.

"Sono io?" chiese in un sussurro e Soobin gli disse di sì con un leggero imbarazzo.
"Ho disegnato il modo in cui ti vedono i miei occhi." quasi sussurrò per paura della reazione del corvino.
Yeonjun non disse nulla, ma guardò il disegno attentamente, poi guardò l'orologio che c'era alla fermata.

Erano le 9:45 e per la prima volta l'autobus era arrivato in ritardo, lasciando più tempo a quelle due anime di conoscersi.

____________________

"Bin, finalmente sei arrivato." esclamò Beomgyu alla vista dell'amico che camminava verso di loro.
"Scusate, oggi l'autobus è arrivato in ritardo." li informò sedendosi al tavolino del piccolo bar dove andavano a studiare e fare colazione quando non avevano lezioni mattutine.
"Non ne sembri dispiaciuto realmente, Choi." notò Taehyun, mentre digitava sul suo portatile.
Soobin si grattò la nuca imbarazzato e sorrise nervosamente, l'amico dai capelli biondi sapeva esattamente come metterlo a disagio e fare sottili allusioni.

"Hai dato il tuo disegno al ragazzo misterioso?" gli chiese Kai con aspettativa e il maggiore annuì felicemente, risposta che venne ricambiata da un pollice in su e un occhiolino.
"Il nostro Bin si sta innamorando." canticchiò Beomgyu, prendendolo in giro, ma Taehyun, il suo ragazzo, gli intimò di smetterla facendolo piagnucolare come un bambino.
Ignorò le battute dei suoi amici, prese il portatile e iniziò a fare alcune cose per l'università.

Amare. Amare qualcuno che non riusciva nemmeno ad amare sè stesso? Che senso avrebbe avuto amarlo sapendo che non avrebbe mai ricevuto lo stesso amore che poteva dare? Sapeva che probabilmente Yeonjun non voleva che qualcuno lo amasse, forse non si sentiva nemmeno degno di essere amato. Voleva limitarsi a stare al suo fianco, a fargli capire quanto la vita poteva essere bella. Più lo conosceva, però, più voleva essere la causa della sua felicità, nonostante lui non fosse di natura egoista.
La sua vita stava cambiando totalmente a causa del corvino, era sempre stato timido e introverso, ma per riuscire ad avvicinarsi a lui aveva dovuto fingere di non esserlo.

Sospirò guardando il portatile, che era ancora alla schermata home dove lo sfondo era una foto di lui con i suoi amici, gli stessi che erano seduti al tavolo.
Kai, il più piccolo, con il suo carattere ingenuo e innocente, si preoccupava di ognuno di loro, cercando sempre di aiutarli come poteva.
Beomgyu, il più grande dei tre, ma anche quello più infantile, gli piaceva tremendamente provocarli e dar loro fastidio, ma nessuno riusciva davvero ad avercela con lui a causa della sua dolcezza. Era sempre pronto a consolarli e tirar su il loro umore.
Taehyun era quello più maturo del gruppo, dava sempre ottimi consigli ed era bravo ad ascoltarli. Era dall'aspetto freddo, ma in realtà era quello che teneva di più al gruppo cercando di far fare loro pace quando discutevano.

Li guardò attentamente, ognuno di loro dava a Soobin qualcosa, un pezzo di sè che gli rendeva le giornate migliori e meno noiose.
Sapeva cosa fare e gli serviva il loro aiuto per fare ciò che doveva, sperando funzionasse.

"Mi dovete aiutare a fare una cosa."

Parole: 946

9 and Three Quarters. -Yeonbin-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora