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Stava ballando, seguendo ogni nota della canzone movimentata, lasciandosi andare in movimenti fluidi che rispechiavano ogni sua emozione. Nel mentre sentì qualcuno bussare alla porta, così si fermò e andò a spegnere la musica.

"Posso?" gli chiese Hayoon, colei che gli lasciava la sala dove si allenava.
Yeonjun annuì con il fiatone e si sedette a terra, seguito dalla donna, che lo guardava in modo strano.
"Devi dirmi qualcosa?" chiese il ragazzo riprendendo fiato dalla coreografia che stava facendo poco prima.
"Settimana scorsa non sei venuto, non è da te." lo guardò con sguardo curioso e il corvino alzò semplicemente le spalle in modo indifferente.
"Sai che con me puoi parlare, Yeonjun. So di non essere tua madre, ma tu sei come un secondo figlio per me e vorrei che tu ti aprissi." gli disse con quell'aria speranzosa che l'accompagnava ogni qualvolta si ritrovavano a parlare.

"Voglio farti vedere una cosa." disse tirando fuori dalla tasca una foto e passandogliela. Era una foto di lei e sua madre da giovani, sembravano a malapena ventenni e avevano un gran sorriso stampato sul volto.
"Questa la scattammo il giorno in cui venimmo prese all'accademia di ballo, eravamo così felici di iniziare insieme quel capitolo importante della nostra vita. Tua madre è sempre stata così esuberante da essere quasi difficile da sopportare, ma era proprio quello a renderla speciale. Tu hai il suo carattere, le sue movenze e il suo sorriso, ma dopo che è morta hai perso pian piano tutto ciò che vi accomunava, è come se fossi morto con lei e io ho perso sia la mia migliore amica, mia sorella, sia te. Lei non avrebbe voluto vederti così, anzi, sarebbe così arrabbiata, soprattutto con me per non esserti stata affianco come avrei dovuto." gli disse con voce rotta dalle lacrime che le avevano riempito gli occhi.
"Ti prego Jun, se dovesse esserci anche solo un piccolo, piccolissimo, spiraglio di luce nella tua vita, aggrappatici ed esci da questa oscurità che ti sta divorando. Non voglio perdere anche te, non posso perdere anche te, altrimenti anche l'ultima parte di lei rimasta andrà persa." lo pregò prendendogli le mani disperatamente. Yeonjun ormai stava piangendo con lei, si era reso conto di non essere l'unico a soffrire, ma il suo dolore era così immenso da non prestare attenzione a quello degli altri.
"Non posso prometterti che non mi perderai, zia Yoon, promettendolo mentirei a te e a me stesso." rispose lasciando le sue mani solo per asciugarle le lacrime.
"Pensa al motivo per cui non sei venuto la settimana scorsa e dagli una possibilità."

Dare una possibilità a Soobin? Dargli la possibilità di aiutarlo, aggrapparsi a lui e lasciare che lo curi? Se lo facesse lo macchierebbe inevitabilmente con tutti i suoi problemi, come un pittore macchia una tela bianca in modo indelebile.
Il moro era troppo puro, ogni sua movenza era tanto dolce da sembrare quasi un angelo. Il modo in cui si passava la mano tra i capelli quando era concentrato, le sue fossete evidenti ogni volta che sorrideva, il suo modo di guardarlo da lontano per assicurarsi che stesse bene e la sua estrema cura per gli altri. Se Soobin era un angelo lui avrebbe fatto di tutto pur di mantenere integra quella purezza, nonostante la parte più egoista del suo animo volesse solo strappargli le ali candide per ancorarlo a sè.
Non poteva aggrapparsi a quell'angelo, non poteva bloccare il suo volo verso il paradiso.

Quando finì di allenarsi uscì dalla sala, ma non prima di essersi fatto una doccia veloce e si accorse che era ormai pomeriggio, aveva saltato il pranzo ed era rimasto chiuso in quella palestra per troppo tempo. Sbuffò e si avvicinò all'uscita, ma si bloccò con la mano sulla maniglia.
Soobin era esattamente fuori, a pochi metri da lui e teneva una bici, mentre guardava il telefono distrattamente. Il corvino lo guardò dalla grande vetrata e solo alla vista di quel manto di capelli castani sentì il cuore perdere un battito.
Uscì dalla palestra, attirando l'attenzione del minore, che lo guardò con un sorriso smagliante sul volto dai lineamenti dolci.

"Che ci fai qui?" gli chiese con un fil di voce, scioccato dalla sua presenza.
"Mi avevi scritto il nome della palestra qualche giorno fa e ho deciso di farti una sorpresa, ma non sapevo quando saresti uscito quindi sono qui da un po'." disse imbarazzo da sè stesso, ma Yeonjun avrebbe voluto dirgli di non sentirsi imbarazzato perché lo trovava adorabile, ma come sempre tenne i suoi pensieri per sè.

"Ti rubo anche oggi, quindi sali sulla bici e fidati di me." quasi gli ordinò, ma senza perdere la sua gentilezza.
Il corvino non fece domande e si sedette sul piccolo trasporto di ferro posizionato sulla ruota posteriore, mentre Soobin si sedette sul sellino e tenendo in equilibrio la bici iniziò a pedalare.

Yeonjun sentendo il vento addosso chiuse gli occhi e si tenne al moro mentre si godeva la sensazione di libertà.
Il vento a spostargli i capelli ancora umidi, il calore del corpo di Soobin a confortarlo e la stanchezza di tutte quelle ore che scivolava via.
Il moro cercava di non andare troppo veloce e si godeva la sensazione di avere il maggiore aggrappato a sè, come se lui fosse la sua unica salvezza.

Pedalava e pedalava, finché non arrivarono di nuovo in quel parco pieno di natura in cui si erano visti la settimana prima con gli altri.
Gli stessi ragazzi con cui aveva continuato a uscire anche durante la settimana quando staccava da lavoro.
Soobin si fermò e Yeonjun scese dalla bici guardandosi intorno, riconoscendo il posto.

"Vieni, gli altri sono già arrivati." gli disse il più alto e il corvino lo seguì all'interno del parco, raggiungendo i suoi amici.
Tutti lo salutarono calorosamente e lo fecero sedere sulle panchine, dove gli porsero una porzione di noodles istantanei già pronta.
"Soobin ha detto che hai saltato il pranzo, così ti abbiamo preso qualcosa da mangiare." lo informò un entusiasta Kai, come suo solito fare.
"Devi prenderti cura di te stesso Jun, quindi mangia." disse Beomgyu porgendogli le bacchette.

Yeonjun guardò Soobin, che teneva la testa bassa, imbarazzato e la realizzazione gli riempì il cuore di dolcezza: lo aveva aspettato per ore.

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9 and Three Quarters. -Yeonbin-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora