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TW: Tentato suicidio.

Quella mattina Yeonjun si svegliò presto come gli altri giorni, ma si sentiva particolarmente spento, tutto era più scuro del solito. Forse perché si era accorto che la felicità era un sentimento che poteva essere spazzato via come il vento spazza via la polvere.
Si era illuso che quel momento di spensieratezza potesse durare, ma la realtà era ben altra, nulla dura più di un soffio.
Il giorno prima era stato licenziato dal suo lavoro e non sapeva come fare, non avrebbe più potuto tenere la casa e l'idea lo distruggeva.

Perché la vita è così ingiusta?

Si alzò dal suo comodo letto sentendo subito il freddo del pavimento a contatto con i suoi piedi scalzi. Andò in cucina per prepararsi qualcosa da mangiare, visto l'orario di pranzo, ma più guardava il frigo e le credenze più gli passava la fame e il suo stomaco si chiudeva. Sopirò e decise che poteva rinunciare al pranzo per quel giorno, così tornò in camera e si sedette sul pavimento con la schiena poggiata al letto, tirò fuori da un cassetto un pacchetto di sigarette. Ne mancava solo una, l'unica sigaretta della sua vita, fumata il giorno dell'incidente di sua madre.
Prese una sigaretta e l'accese facendo il primo tiro, tossì leggermente a causa del fumo che gli inondava i polmoni, ma continuò a fumare senza preoccuparsi del bruciore alla gola. Una sigaretta ne seguì un'altra e poi un'altra ancora, arrivato a tre iniziò a sentire il bruciore ai polmoni, arrivato a quattro iniziò a sentire la testa girare e a cinque si sentiva svuotato, prosciugato da tutto.
Sapeva di starsi facendo del male, ma era proprio quello che voleva, sentire un dolore diverso da quello mentale che ormai lo affliggeva da quasi due anni. Ironico come il dolore fisico fosse l'unica cosa a scostarlo dai suoi brutti pensieri, la mente umana è un qualcosa di totalmente complicato.

Sentì il cellulare squillare, così lo prese, spense la sigaretta ormai consumata e rispose alla chiamata senza nemmeno guardare chi fosse.
"Pronto." disse flebilmente aspettando una risposta dall'altra parte.
"Jun, io e gli altri ci vediamo a casa di Gyu, vieni?" chiese un Soobin ignaro delle condizioni di Yeonjun.
"No, penso rimarrò a casa oggi." rispose cercando di tenere il suo solito tono di voce così da non far preoccupare il più alto.
"Sicuro?"
"Si." No...

La chiamata finì lì e Soobin guardò il numero più e più volte, non convinto totalmente dalle parole del maggiore, ma decise di fidarsi. Non poteva obbligarlo a stare con lui ogni giorno, ogni minuto, anche se avrebbe voluto.
Ormai non poteva più mentire a sè stesso, si era innamorato, ogni minima particella del suo corpo amava incondizionatamente il corvino. Amava i suoi occhi scuri e spenti, ma che brillavano più di una stella, amava le sue labbra, amava i suoi capelli leggermente troppo lunghi che gli finivano davanti agli occhi e con cui litigava continuamente a causa di ciò.
Quel ragazzo dall'aria sempre triste gli aveva rubato il cuore e, per quanto lui avesse lottato per far sì che non succedesse, era caduto ai suoi piedi come un angelo caduto dal paradiso.

Lo amava e non poteva più tornare indietro.

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Soobin era a casa di Beomgyu, i tre più piccoli erano occupati a guardare un drama, mentre il più alto guardava lo schermo della televisione, ma senza prestare attenzione a cosa accadeva.
La mente proiettata verso un ragazzo dai capelli corvini, sentendone la mancanza.
Poteva sentire ancora il suo profumo vicino a sè, ormai abituato ad averlo sempre intorno, ma quel giorno non c'era e lui continuava a guardare il cellulare sperando in una chiamata o un messaggio da parte del maggiore.

"Che succede Bin? Sei perso nei tuoi pensieri da quando sei arrivato." si sentì chiedere da Taehyun.
Non si era nemmeno accorto che i tre più piccoli avevano messo in pausa il drama per guardare lui.
"Sono solo stanco." rispose facendo un piccolo sorriso finto.
"Non mentire, ci conosciamo da anni, con noi non funziona." lo rimproverò Beomgyu e Soobin sospirò.
"È da questa mattina che ho un brutto presentimento, è come un groppo in gola costante e non so perché." decise di aprirsi con i più piccoli.
"È la mancanza di Yeonjun?" gli chiese Kai e il maggiore abbassò lo sguardo, lo conoscevano così bene.
"Non hai nulla di cui preoccuparti Bin." lo riassicurò Beomgyu poggiandogli una mano sulla spalla.

Lo guardò e scosse la testa, sentiva che c'era qualcosa che non andava, sentiva il bisogno di vedere il corvino per assicurarsi che stesse bene.
Sentiva il petto sempre più pesante e il respiro più spezzato, la preoccupazione aumentava sempre di più e non sapeva che fare.

"C'è qualcosa che non va." disse loro portandosi una mano sul petto, cercando di far passare quella sensazione opprimente.
"Bin, se davvero hai bisogno di vederlo ti accompagnamo, okay? Così ti senti meglio." lo rassicurò un Beomgyu preoccupato.
"No, rimanete qui, magari non è niente, io vado a controllare." disse alzandomi dal divano.

Corse al portone di casa dell'amico, si infilò velocemente le scarpe mentre sentiva i suoi amici chiamarlo, ma era concentrato solo sull'andare da Yeonjun.
Uscito di casa iniziò a chiamarlo, sperando gli rispondesse, ma non ottenne risposta, ciò fece aumentare ancora di più la preoccupazione di Soobin che si ritrovò a correre verso casa del corvino.
Correva e correva, tirava spallate alle persone che passavano, ma non gli interessava, nulla era più importante di vedere il bel viso di Yeonjun e assicurarsi che stesse bene.
Più si avvicinava a casa sua, più sentiva quella brutta sensazione aumentare, fino a portargli la nausea e quando arrivò davanti alla porta sentì il bisogno di vomitare per quanto forte fosse la sua preoccupazione.

"Yeonjun, Jun, aprimi ti prego." urlò battendo il pugno contro la porta, ma tutto taceva dall'altra parte della porta, niente passi, nessuna voce.
"Jun, ti prego, non farmi preoccupare, aprimi." disse disperato, con ormai gli occhi lucidi.
Ormai sapeva di doversi aspettare il peggio, così prese un bel respiro e cercò di pensare a come entrare.
Non sapeva la password per entrare in casa, ma conosceva bene Yeonjun, doveva solo pensare attentamente.
Guardò la piccola tastiera al fianco della porta e poi gli venne un'idea: il giorno dell'incidente di sua madre.

Il 20 marzo.

Quando vide la porta aprirsi sospirò ed entrò chiamando il nome del corvino a gran voce, entrò in tutte le stanze, ma si bloccò quando aprì la porta del bagno. Sentì le gambe tremare e le lacrime scorrere sulle guance.

"Jun." sussurrò per poi correre verso la vasca.

Il corpo del maggiore era steso nella vasca completamente immobile, due tagli sulle braccia da cui usciva sangue e una lametta abbandonata sul pavimento del bagno.
Soobin prese il corpo di Yeonjun e lo posò sul pavimento, continuava a urlargli disperatamente di rimanere con lui e di non lasciarlo.

Yeonjun sentì la voce del più alto, riuscì a riprendersi dal suo stato di incoscienza e lo guardò.

"Soobin." lo chiamò in un sussurro quasi impercettibile e lasciò che una lacrima scendesse sulla sua guancia destra, per poi perdere i sensi.

Mi dispiace.

Parole: 1192

9 and Three Quarters. -Yeonbin-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora