I cinque ragazzi rimasero seduti su quelle panchine per ore, finché non videro il sole calare e così i tre più piccoli se ne andarono lasciando Yeonjun e Soobin da soli.
I due parlarono fin quando il cielo non divenne completamente di un blu scuro, pieno di piccole stelle a ricoprirlo."Vuoi vedere le stelle?" chiese d'un tratto Soobin, alzandosi dalla panchina in legno.
Il corvino si alzò a sua volta e lo seguì sotto un albero, lo stesso in cui gli aveva raccontato di sua madre. Si stesero sull'erba bagnata di brina, vista la serata umida, ma non si interessarono al potersi bagnare e sporcare i vestiti.
"Sono stupende vero? Amo le stelle." gli disse il moro guardando in alto con un sorriso sulle labbra.
"Anche io, quando ero piccolo sognavo di diventare una stella della danza quindi sono diventate un segno del mio sogno più grande." dicendo quella frase un piccolo sorriso si formò anche sulle sue labbra.
"Continua a sorridere Jun, quando lo fai mi fai amare ancora di più le stelle." disse Soobin facendo voltare il maggiore, che non si era accorto del suo sguardo.Yeonjun non rispose a quell'affermazione, tornò semplicemente a guardare le stelle. Non voleva guardare quegli occhi in cui era riflesso l'universo in tutta la sua grandezza, facendolo sarebbe solo sprofondato di più in quei sentimenti di cui aveva paura.
"Guarda il cielo, ci sono miliardi di stelle luminose, ma vedi quella stella dalla luce flebile? -indicò una stella meno evidente delle altre- Non è diversa dalle altre è solo più distante, bisogna avvicinarsi a essa per godere della sua bellezza."
Il corvino chiuse gli occhi, pregandolo mentalmente di smettere con la sua estrema dolcezza.
"Ma non puoi avvicinarti, è impossibile." disse con voce tremante.
"Non è impossibile se lo vuoi con tutto te stesso, Yeonjun." gli rispose mettendosi su un fianco e appoggiando la testa sulla mano.
Il maggiore si mise nella stessa posizione e si guardarono negli occhi per attimi infiniti. Soobin allungò la mano e gli accarezzò la guancia con la punta delle dita, delicatamente, un tocco quasi impercettibile."Credo sia ora che io vada a casa." sussurrò il corvino non completamente convinto di voler davvero tornare a casa.
"Oh, certo, si sta facendo tardi, ti accompagno tanto dobbiamo andare nella stessa direzione." rispose alzandosi e passandosi le mani sui pantaloni per pulirli.
Yeonjun si alzò e raccolse le sue cose, andando poi verso la fermata del bus seguito da un Soobin silenzioso.
Il corvino guardò l'ora e sgranò gli occhi vedendo che erano le nove di sera, erano rimasti fin troppo in quel parco, ma almeno gli autobus passavano ancora a quell'ora.
Si sedettero alla fermata, uno accanto all'altro, ma distanti e in un silenzio assordante, entrambi troppo pensierosi.Aspettarono diversi minuti, finché non arrivò l'autobus che li portò verso casa.
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Passarono due settimane dopo quella serata, Soobin lo aveva accompagnato fino al suo appartamento, aveva aspettato che mettesse il codice per entrare e dopo un sorriso dolce lo aveva salutato.
La mattina dopo gli aveva scritto e tutto era tornato come prima, senza alcun imbarazzo.
Yeonjun aveva lavorato nei giorni seguenti, ma cercava sempre di trovare del tempo per incontrare gli altri quattro."Prendi questo!" esclamò un Beomgyu con un controller in mano a un Kai con il broncio per aver perso.
Taehyun guardava il cellulare, ma non senza sorridere leggermente ogni volta che sentiva il suo ragazzo festeggiare per una vittoria.
Soobin li guardava con un pacchetto di patatine in mano, che sgranocchiava felicemente, mentre Yeonjun leggeva un libro consigliato proprio dal più alto e ogni tanto infilava la mano nel pacchetto per rubare qualche patatina.
"Smettila di essere così bravo, dannazione." urlò Kai frustrato da tutte le sconfitte che stava avendo a Mario Kart.
Una volta che Beomgyu si fu stancato di giocare con il minore andò dal suo ragazzo per ricevere la sua dose di affetto, che si limitava a un braccio intorno alle spalle e delle leggere carezze sul braccio.Yeonjun li guardava addolcito, per poi guardare Soobin che era affianco a lui e decise di appoggiare la testa sulla sua spalla, facendolo sussultare leggermente.
"Sei stanco?" gli chiese in un sussurro, per non farsi sentire dagli altri.
"No, sono solo rilassato." confessò chiudendo il libro e gli occhi.
"Sono felice che tu ti senta rilassato quando stai con noi." disse portando una mano tra i suoi capelli e accarezzandogli lentamente le ciocche nere.
"Tu mi rilassi." sussurrò godendosi la dolcezza delle sue carezze.Il momento venne rovinato da Kai, che si lamentò di sentirsi di troppo tra di loro, così scatenò il caos. Beomgyu andò a dargli fastidio e Soobin si aggiunse come complice, lasciando Yeonjun da solo.
Il corvino si avvicinò a Taehyun ed entrambi guardarono la scena divertiti.
"Secondo te chi vince dei tre?" gli chiese il biondo ridendo.
"Scommetto per Kai e so che non mi deluderà." rispose e Taehyun gli battè il cinque, d'accordo con lui.
"Andata, quei due non hanno speranza."Passavano così le loro giornate, tra le mattine al
parco e i pomeriggi a casa o di Kai o di Beomgyu, ormai Yeonjun si era abituato a quella quotidianità.
L'unica cosa a cui non riusciva proprio ad abituarsi era al modo in cui Soobin lo trattava e lo faceva sentire, ma probabilmente a quello non si sarebbe mai abituato davvero.Il più alto stava diventando la sua debolezza.
Parole: 902
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9 and Three Quarters. -Yeonbin-
Fanfiction"Dovresti portare un ombrello quando piove, altrimenti rischi di ammalarti." gli disse. La voce profonda e rilassante che rispecchiava perfettamente la sua persona, Yeonjun era quasi disgustato da tutta quella perfezione. "Ci conosciamo?" gli chiese...