Il ragazzo aveva la testa appoggiata al tavolino freddo e guardava fuori dalle grandi vetrate, la gente passava incurante dei suoi occhi spenti, mentre lui iniziava a capire perché lui l'avesse fatto.
Ora vedeva il mondo con gli stessi occhi con cui lo vedeva anche lui ed era un posto orrendo, privo di reale e pura umanità. Suo malgrado, però, non gli dava la colpa, perché se solo lui si fosse impegnato un po' di più, se solo non fosse stato così ingenuo il corvino sarebbe stato al suo fianco in quel momento."Bin." si sentì chiamare, così alzò la testa e si girò trovando i suoi amici che gli camminavano incontro, così fece loro un cenno di saluto.
"Come stai?" gli chiese Taehyun con lo stesso sguardo preoccupato che gli rivolgeva da ormai un mese, accomodandosi in una delle sedie al suo fianco.
"Sto come stavo ieri, l'altro ieri e come starò domani, Hyun, bene." rispose sforzando un sorriso che sembrasse almeno un po' sincero.
"E io te lo chiederò anche domani come te l'ho chiesto ieri e l'altro ieri, lo sai." poteva sentire quasi un rimprovero in quelle parole, così il suo sorriso finto si spense, non poteva fingere con le uniche persone che lo conoscevano come le loro tasche.
"Tra poco vai da lui, vero? Porta un fiore anche da parte nostra." gli disse Beomgyu facendogli ricordare che doveva controllare l'orario e quando lo fece quasi imprecò.
"Devo andare, non voglio fare tardi." disse Soobin alzandosi dal suo posto.
I suoi amici lo salutarono e lui uscì dal bar, andò alla fermata del bus e si mise le cuffiette nelle orecchie mentre aspettava._____________________
Arrivò in ospedale e salutò la solita infermiera dietro al banco informazioni che ormai lo conosceva. Andò dritto verso la solita stanza, la 945, con un bouquet di margherite in mano.
Prese un bel respiro ed entrò nella stanza, era ancora lì, i capelli neri a cadergli sul viso rilassato, gli occhi chiusi, la carnagione troppo chiara e diversi fili attaccati al corpo.
Soobin tirò sù un sorriso e andò ad aprire le tende della stanza per far entrare un po' di luce."Ciao Jun, oggi è un mese che sei qui -disse cambiando i fiori nel vaso sul piccolo comodino di fianco al letto, per poi sedersi al suo fianco- so che stai riposando bene, ma qui ti stiamo aspettando. Devi muoverti a tornare da noi, altrimenti impazziranno tutti." ridacchiò leggermente, ma poi la sua espressione divenne malinconica.
"Ti ricordi quando ci siamo conosciuti? Non hai nemmeno idea di quanta fatica ho fatto per prendere il coraggio di avvicinarmi a te, sembravi una creatura mistica messa lì per incantarmi con la tua bellezza. Ti osservavo da così tanto tempo Jun, speravo che prima o poi i tuoi occhi tristi mi notassero, ma ora so che era una cosa impossibile. Volevo essere la causa della tua felicità ed essere l'unica persona a vedere il tuo sorriso, mi hai reso egoista, Jun." si fermò per un po' sentendo gli occhi lucidi.
"Il mondo ha un aspetto orribile senza di te, non ho più nessuno che mi faccia compagnia sull'autobus, non ho più nessuno con cui guardare le stelle e non ho più nessuno da far innamorare di me. Yeonjun, devi tornare da me, perché non posso stare qui senza la mia metà, senza di te." gli disse ancora, sapendo che non avrebbe ricevuto risposta.
Portò una mano sul suo viso addormentato e gli accarezzò una guancia con tutta la dolcezza che aveva.
"Mi manchi, mi manchi così tanto Jun." confessò con la voce rotta dal pianto.Sentì qualcuno entrare nella stanza, ma non ebbe bisogno di vedere chi fosse per saperlo.
"Anche oggi qui, Soobin?" gli chiese il padre di Yeonjun appoggiandogli una mano sulla spalla.
"Ogni giorno, l'avevo promesso." disse aggiustando le coperte sul corpo del corvino.Aveva conosciuto il padre di Yeonjun un mese prima, era appena arrivato in ospedale, era completamente ricoperto di sangue e sotto shock.
Erano arrivati prima i suoi amici, che gli erano corsi incontro e l'avevano abbracciato, lui era rimasto immobile. Poi era arrivato il padre di Yeonjun, disperato, urlando dove fosse suo figlio."Dov'è? Dov'è mio figlio? Il mio bambino? Yeonjun?" urlò disperato e i medici cercarono di calmarlo, ma lui li scostò e andò verso Soobin.
"L'hai trovato tu, vero? Sei suo amico?" gli chiese stringendogli le spalle e il ragazzo annuì semplicemente.L'uomo di mezz'età lo abbracciò e gli disse un 'grazie' sussurrato, fu in quel momento che Soobin crollò in ginocchio insieme all'uomo e scoppiò a piangere stringendo il padre dell'unica persona che avesse mai amato tra le braccia.
Poi nei giorni a seguire avevano parlato molto, Soobin aveva raccontato come lui e Yeonjun si erano conosciuti, mentre l'uomo aveva raccontato com'era suo figlio prima della morte di sua madre.
Ormai si sentivano a loro agio l'uno con l'altro, condividevano la stessa paura e lo stesso dolore.
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"Okay, io vado a casa, se ci sono novità chiamami Soobin." gli disse l'uomo, era ormai sera inoltrata e l'orario di visita era quasi finito.
"Certo signore, la chiamerò, io rimango ancora un po'." rispose, l'uomo gli diede un paio di pacche sulla spalla come saluto e se ne andò.Soobin si sistemò sulla sedia su cui era seduto e appoggiò la testa sul lettino di Yeonjun, chiudendo gli occhi e sospirò sentendo la stanchezza farsi spazio in lui.
Iniziò a canticchiare una canzone che aveva ascoltato con il ragazzo settimane prima del suo tentato suicidio."È proprio da te." disse ridendo Soobin ascoltando le parole della canzone.
Stavano ascoltando The story di Conan Gray e il corvino canticchiava distrattamente tenendo gli occhi chiusi.
"È la mia canzone preferita." aveva detto e allora il più alto si era immerso nell'ascolto.Una lacrima gli scivolò sulla guancia e strinse la mano di Yeonjun più forte, sperando di sentirlo ricambiare la stretta.
Immaginò lui e il corvino seduti sul prato del solito parco, con una cuffietta in un orecchio e l'altra nell'orecchio dell'altro ad alcoltare quella canzone mentre si guardavano negli occhi.
Sorrise leggermente e si addormentò, non prima di sentire la sua presa venire ricambiata, ma troppo stanco non se ne rese conto, cadendo in un sonno profondo.Parole: 1040
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9 and Three Quarters. -Yeonbin-
Fanfiction"Dovresti portare un ombrello quando piove, altrimenti rischi di ammalarti." gli disse. La voce profonda e rilassante che rispecchiava perfettamente la sua persona, Yeonjun era quasi disgustato da tutta quella perfezione. "Ci conosciamo?" gli chiese...