Capitolo 8

131 14 2
                                    

Appena scesa dal pullman mi trovo davanti un enorme grattacielo con sopra una grande scritta che indica il nome del laboratorio. "Mio dio..." dice Alison che sta osservando l'edificio dal basso verso l'alto con gli occhi spalancati, "E' enorme!" esclama infine voltandosi verso di me. "Già" mi limito a dire sorridendo. Entriamo nell'edificio ritrovandoci in un'ampia sala. "Salve a tutti" sento una voce maschile, ma non riesco a capire chi stia parlando date le numerose teste che coprono la visuale. "Mi presento, sono Ryan Linwood" questo nome mi è familiare. "Alloggerete nell'albergo per alcune notti e le chiavi vi saranno consegnate alla reception. Prima della consegna delle chiavi saranno fatti dei piccoli controlli e vi saranno somministrati tutti gli oggetti tecnologici e di comunicazione. La cena sarà servita nel ristorante dell'albergo alle 19:30, il coprifuoco è alle 22:00, mentre la colazione domattina alle 8:00 perchè alle 9:00 inizieremo con i primi test. Siete pregati di essere puntuali". Solo ora mi ricordo che è il figlio del nuovo presidente che ha fatto visita nella mia scuola. Il gruppo si dirige verso una nuova stanza, probabilmente la sala controlli e, entrati vedo molti ragazzi consegnare i loro telefoni e passare sotto al metal detector, simili a quelli degli aeroporti.

Intravedo finalmente Ryan che svolge i controlli ai ragazzi della seconda fila, rimanendo nuovamente incantata e sommersa dai miei pensieri, senza rendermi conto che è arrivato il mio turno, e per non fare ulteriori figuracce decido di passare velocemente sotto il metal detector. Sta suonando, qualcosa non va. Ryan inizia a perlustrarmi dalla testa ai piedi in cerca di qualcosa di metallico ed arrossisco violentemente a causa di questo improvviso contatto fisico. Ad un certo punto vedo il mio telefono nelle sue mani: sono talmente sbadata che l'ho lasciato nella tasca della giacca e il ragazzo mi fulmina con lo sguardo, spero solo che non pensi che abbia tentato di tenermelo di nascosto. Finiti i controlli ci dirigiamo verso la reception per ritirare le chiavi. "Che numero?" mi dice Alison avvicinandosi verso di me. "Camera 105, tu?" dico alzando lo sguardo verso di lei, "102. Stiamo sullo stesso piano" dice sorridendo con un'aria soddisfatta. Aprendo la porta della mia stanza noto che è spoglia, piccola e di un colore malinconico, con solo un letto, un armadio dalle piccole dimensioni ed un comodino con al di sopra una finestra minuscola; mi sembra di stare in prigione. Sistemata la mia roba decido di cambiarmi e di truccarmi un po' per la cena: Alison infondo ha ragione, ci sono ragazzi di altre scuole e nuove opportunità. Subito dopo cena mi dirigo nella mia triste stanza, mi metto il pigiama e mi infilo sotto le coperte. E' presto e sento degli schiamazzi lungo il corridoio, ma nonostante il coprifuoco sia alle 22:00 preferisco andare a letto ora. Chiudo gli occhi tentando di dormire, domani sarà una lunga giornata.

The truth of me- la verità su me -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora