Capitolo 14

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Dopo l'incontro di questa notte non sono più riuscita a chiudere occhio, sono preoccupata, mi sto mettendo nei guai ma allo stesso tempo sono al settimo cielo, ho baciato Ryan. Ora che Alison se n'è andata le giornate sono lunghe e noiose e non so come passare il tempo.
Ad un certo punto vedo una busta scivolare da sotto la porta, scendo velocemente dal letto ma quando la apro non vedo nessuno. Apro la busta sedendomi sul letto. "Hope, non mostrare questa lettera a nessuno, come ben sai dobbiamo scappare perché più resti qui più i medici avranno la certezza che tu sia fertile. Scappare non è facile quindi incontriamoci a mezzanotte al solito posto per ideare un piano di fuga.
-Ryan"

Rileggo la lettera più volte finché prende senso, qual è il solito posto? Forse è il laboratorio dove ci siamo incontrati varie volte... e dove andremo? Non voglio scappare, non voglio abbandonare la mia famiglia, le persone a me care, Alison... non voglio perderle, e neanche la mia casa, la mia scuola, il 'posto'. E cosa faremo? Non riuscirò ad aspettare mezzanotte per avere queste risposte. Prendo la busta e la nascondo nella valigia in modo tale che nessuno la veda e cerco di riposarmi in quanto non chiudo occhio da giorni. L'attesa è straziante.

* * *
Mi sveglio e sono le 22:00, ho dormito più di cinque ore e la stanchezza è ormai quasi svanita. Mi sistemo un po' prima di uscire in modo tale che se ci sarà un altro bacio stavolta sarò più carina e preparata; sorrido a questo pensiero così in stile Alison e indosso con fierezza una maglietta che mi regalò lei tempo fa. Esco dalla stanza in anticipo, sono ancora le 23:45 e mi dirigo lentamente verso il laboratorio stando attenta che nessuno mi scopra. Giungo finalmente davanti alla porta e aprendola vedo Ryan già lì. "Ciao" dico appena chiudo la porta silenziosamente, "Siediti" mi dice Ryan distogliendo lo sguardo da delle immagini sul computer e accennandomi un sorriso. "Allora? Qual è il piano?" dico sedendomi accanto a lui, "Le vedi queste?" dice mostrandomi le immagini sullo schermo: sono diverse stanze sorvegliate da delle telecamere. Lo guardo con un espressione interrogativa, cosa c'entra? "Ecco, queste sono le telecamere sorveglianti e si trovano all'entrata, nel laboratorio principale e davanti ad ogni ascensore." dice mostrandomi le posizioni delle telecamere, "L'unico modo per scappare è di notte, e per sfuggire alle telecamere dobbiamo trovare un'uscita secondaria, perció studieró la mappa del luogo e ti faró sapere quando avró trovato qualcosa", lo interrompo, "Perchè continui a parlare al plurale? Perchè dici noi? "- "Perchè verrò insieme a te, non voglio e non posso lasciarti da sola, non me lo perdonerei mai. E poi sono tuo complice e quindi prenderebbero anche me" perché si sta inventando tutte queste scuse? "Non dire sciocchezze, tuo padre è il presidente, non ti farebbe mai nulla del genere". Vedo Ryan abbassare lo sguardo "Tu non lo conosci..." sospira per poi continuare " A lui non importa nulla di me, da piccolo mi maltrattava e man mano che stava acquistando potere mi ripeteva sempre che sono un buono a nulla e che gli rovino solo l'immagine e che dovevo stare alla larga da lui" rabbrividisco solo al pensiero, "E inoltre è una persona orribile, ha delle cattive intenzioni, perció cerco un modo alternativo per proseguire il genere umano." si interrompe, credo si stia sforzando di non piangere "...é per questo che adesso sono così, scontroso, freddo e distaccato, sto cercando di migliorare, ma..." lo interrompo, non ce la faccio a vederlo in questo stato "Ma tu sei perfetto così come sei!" gli dico mentre alza lo sguardo. Rimaniamo per alcuni istanti in silenzio a fissarci; mi perdo nei suoi occhi, verdissimi, finché non si avvicina a me, sempre di più, e mi abbraccia, mi stringe talmente forte da rimanere senza fiato e io lo stringo altrettanto forte capendo solo ora che persona meravigliosa è. Non voglio continuare a parlare della sua infanzia in quanto lo farei stare solo peggio, "Forse è meglio se continui a spiegarmi il piano" dico dolcemente. "Per riuscire a scappare ci serve una terza persona, una persona da fuori, che ci aggiorni su quel che accade in città e che ci avverta quando siamo in pericolo..." mi viene subito in mente Alison, proponendogliela. "Mi sembra un'ottima idea, lei sa la verità?" ricordo che sono una pessima amica e che non le ho mai detto niente, ma forse è l'occasione giusta per farlo. "No, ma vorrei approfittarne per parlargliene" dico incerta. "Okay, allora vedrò quel che posso fare per riuscire a contattarla" dice infine.
Non riesco a dormire, sono ritornata nella mia stanza, sono le due passate ed è piú di un'ora che non faccio altro che guardare il soffitto e pensare. Pensare a cosa sarà di me dopo che scapperemo e che fine faró, anzi, faremo. Mi manca Alison, John e mamma... ricordo ancora quand'ero più piccola e si sedeva la sera accanto a me, sul mio letto, mi raccontava delle storie, di maghi, principesse ed eroi, e quando chiudevo gli occhi mi sussurrava sempre "Hope, tu sei la mia speranza" pensando che dormissi ma non era così. Ogni sera ripeteva questa frase e non a caso il mio nome è Hope, che significa speranza.

The truth of me- la verità su me -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora