• Cap 13 - A DAMN FRIDAY •

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Athena's Pov

Una nuova alba di pioggia si accinge a sorgere all'orizzonte, impetuosa, come i fotogrammi che si affollano negli antri più reconditi della mia mente.

Ancora non riesco a cancellare il ricordo di quel tocco... e dei suoi occhi ricolmi di tristezza. Lui, che accarezza la pelle delle mie cosce con i polpastrelli... Che brividi in quel momento... E la sua barba appena ispida che graffia in maniera sensuale sul mio ventre. Verso il mio ombelico. E così sempre più giù fino al calice venereo.... Mi sento assalire da un simile fuoco che le mie mani non riescono a trattenersi adesso. Le lasco salire, incontrollate, verso il mio collo, quando il volto di Jason assume le sembianze di quello di Matt.

Mi sveglio istantaneamente, come se il mio cervello avesse riconosciuto in lui una presenza ostile. Infilo le mani tra i capelli per portarli all'indietro con aria abbastanza confusa e sconvolta.

"Athena, stai perdendo la ragione o cosa?" Non riesco a credere a me stessa e mi porto una mano sul petto. "C'è rischio che muori di tachicardia? Magari meglio evitare andando a preparare una tipica colazione alla Athena post-risveglio traumatico..."

Scendo le scale di casa, dirigendosi prima di tutto al portone d'ingresso per vedere se è arrivata posta.

"Che abbiamo qui? Vediamo un po', una nuova uscita del quotidiano locale e nazionale, una bolletta della luce da pagare -Che scatole queste tasse, uff!-, e questa?"

È una busta color panna, chiusa con un sigillo molto singolare, oserei dire antico, che raffigura una torre o forse una colonna, ai cui lati due falchi dispiegano le ali, come se stessero tentando di afferrare un laccio, forse un fiocco, che cinge la parte alta del pilastro ed è scosso da un vento impetuoso.

"Che strano... Eppure, questo profumo di carta antica e di ciliegia, proveniente dal sigillo laccato, sono incantevoli..." Mi lascio accarezzare da quella sensazione così effimera a occhi chiusi per pochi brevi istanti.

Aperta la lettera, si palesa ai miei occhi la tipica scrittura da penna stilografica; è priva di smussature e i singoli caratteri molto ampi e tendenzialmente concatenati tra loro da code e apici delle lettere che sembrano snodarsi lungo le varie righe. È una scrittura così elegante e musicale.

Subito mi accorgo che si tratta di un invito al buio per stasera da parte della famiglia Moreno.

"Ma come... Chi ha mai dato il mio indirizzo a quel ragazzo? Dovrà darmi serie spiegazioni, appena lo becco". Richiudo rapidamente la busta da lettera e la metto nella tasca sul retro dei pantaloni del pigiama.

Le lancette scorrono sempre più celermente. Dannazione, a volte sembra che dei folletti invisibili si divertano ad appendersi alle lancette o a sedervisi sopra, al fine di spostarle più velocemente del solito!

Mi preparo in fretta e furia una bella tazza di caffè macchiato, doverosamente addolcito da due cucchiaini di miele, assieme a un paio di biscotti per metà ricoperti di glassa al cioccolato. Nel giro di un'ora e mezza all'incirca sono vestita, truccata e sistemata. Prese le chiavi di casa e, non si sa mai come possa evolvere il tempo atmosferico, l'ombrello, mi dirigo a scuola. Continuo, tuttavia, ad avvertire una sensazione di peso sul petto, come se qualcosa oggi potesse andare improvvisamente storto.

Una volta di fronte al mio armadietto, prendo i libri che mi servono per affrontare le lezioni della giornata. Tempo che chiudo il lucchetto del mio armadietto e afferro con i polpastrelli una spallina del mio zaino per riporti all'interno i libri stessi, che, giratami su me stessa, vado a sbattere contro un corpo possente... uno che già conosco maledettamente bene.

TOUCH ME AS YOU CAN DODove le storie prendono vita. Scoprilo ora