• Cap 11 - SAD DISCOVERY •

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Jason's Pov

"Jason caro, sveglia" Angelica, mia mamma, si siede accanto a me sul mio letto e mi accarezza i capelli, mentre mi sveglia con la sua solita dolcezza.

"Mamma, altri cinque minuti" affondo la testa nel cuscino stanco morto, mentre mi ostino a tenere le palpebre abbassate.

"No, tesoro" mi dà un piccolo bacio sulla guancia e, poi, sposta le coperte, facendomi il solletico.

"Mamma, smettila! Così mi fai morire dalle risate letteralmente!" non smetto di ridere, seppur io stia comunque cercando di controllarmi.

Mia mamma si ferma e, appena mi metto accanto a lei, pronto per andare a sistemarmi, mi lascio andare ad un dolce abbraccio materno. Angelica è molto più dolce rispetto a mio padre che risulta, invece, più severo e emotivamente distaccato. Chissà, forse si comporta così per evitare di essere ferito dai sentimenti quando meno se lo aspetta, ma in ogni caso lui tiene a me e non mi fa mai mancare niente. Amo la mia famiglia nella sua semplicità, anche se probabilmente ciò può sembrare un po' un controsenso vista la villa in cui viviamo.

Dopo qualche minuto Angelica esce dalla mia stanza, andandomi a preparare qualcosa da mettere sotto i denti come spuntino pomeridiano. Nel frattempo vado in bagno, mi abbasso un po' con la schiena, metto le mani a coppa e inizio a lavarmi la faccia. Poi provvedo a farmi una doccia e a farmi un veloce shampoo, visto che non ne faccio uno da ormai qualche giorno.

Una volta uscito dalla doccia lego la tovaglia alla vita ed esco dalla toilette a dorso nudo, mentre tengo una tovaglia attorno al collo, per evitare che i capelli ancora un po' umidi bagnino il pavimento. Ansioso di scoprire che ora si sia fatta, afferro il mio smartphone e noto che manca meno di un'ora al mio appuntamento serale con la mia dolce Caitlin, la ragazza che amo. Prima di procedere con la mia vestizione, abbasso la sbarra delle notifiche e mi rendo conto di avere dei messaggi da quest'ultima e due messaggi da Athena. 

Metto il telefono in standby, mentre la mia mente viaggia a quella mattina, più precisamente al momento in cui le mie labbra hanno deciso di farsi avanti e di baciare quelle dolci, rosse e carnose di Athena. Non so nemmeno perché l'ho fatto, ma la cosa di cui sono certo è che nessuno saprà mai di quanto è successo e, dunque, nemmeno Caitlin. So quanto ne soffrirebbe, se lo venisse a sapere e l'ultima cosa che voglio è vederla soffrire per una mia debolezza.

Nel giro di una ventina di minuti finisco di sistemarmi, aggiungo al mio outfit uno spruzzo di colonia, prendo il telefono e raggiungo la mia adorata mamma che, come immaginato, mi ha preparato un gustoso budino al cioccolato. Spendo un'altra decina di minuti a casa per gustare questa prelibatezza. Poi, però, mi affretto ad uscire, dopo aver lasciato un bacio sulla guancia ad Angelica. 

Il parco di fronte a casa mia, luogo in cui mi devo a momenti vedere con la mia fidanzata, è fortunatamente poco affollato. Mi siedo su una panchina ad aspettarla, mentre chiudo per qualche secondo gli occhi, lasciando che i suoni della natura invadano la mia mente: le chiome degli alberi si muovono con andatura lenta, ma captante; il fruscio del vento penetra tra i rami degli arbusti, per poi arrivare alle mie orecchie e regalare loro una dolce sensazione di tranquillità; i cinguettii degli uccellini che fischiettano nei rami fa apparire tutto ciò più melodioso. Sembra quasi di essere un tutt'uno con ciò che mi circonda. Pace. Serenità.

Pochi attimi dopo due mani che riconoscerei anche tra un migliaio mi coprono gli occhi, mentre le labbra dell'interessata pronunciano il solito giochino romantico dell'"indovina chi sono?". Tolgo le mani dal mio viso e le bacio. Giro la testa di lato, apro gli occhi, avvicino il viso di Caitlin al mio e, così, le do un bel bacio sulle labbra in nome di questo ritrovo, se così si può definire.

TOUCH ME AS YOU CAN DODove le storie prendono vita. Scoprilo ora