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"Così come sto?", era da tre quarti d'ora che Izuku chiedeva assistenza a Kirishima e Bakugo, quest'ultimo trasportato in quella camera dal rosso.
"Non so Midoriya, insomma, in che pub andrete?", domandò in seguito Ejirou.
"È proprio questo il punto, non lo so neanche io", fece il verdino buttando i vestiti a terra.

"Sei sicuro di poterti fidare Deku? Non mi importebbe se ti succedesse qualcosa, ma andare con un semi sconosciuto in un pub.. è una mossa fin troppo da idioti, troppo anche per te", disse Katsuki che fino a quel punto era rimasto in silenzio leggendo svogliatamente dei libri di Izuku.

"Effettivamente Midoriya, Bakugo ha ragione, vuoi che venga con te? Sai per sicurezza", chiese Kirishima avvicinandosi al più basso.
"Lo so che non lo conosco da tanto, ma è dal primo giorno che mi è in testa, non posso per sempre guardarlo da lontano per i prossimi tre anni" fece una pausa "Questo sarà il mio anno" disse infine deciso come non lo era mai stato prima.

Ejirou sorrise calorosamente passando gli ultimi vestiti a Izuku.
"Su, metti questi e vai dal tuo Romeo", il verde sorrise a trentadue denti ed entro nel bagno privato.

"Ammettilo che hai paura per lui", fece Kirishima con una mano sul fianco.
"Non sono spaventato per una nullità come lui, mi dà solo fastidio che si stia comportando così da stupido", disse Katsuki girando la pagina di un libro preso a caso.
"Mi piaci quando sei preoccupato", si avvicinò a lui dandogli un casto bacio sulle labbra.

In quei pochi minuti che Midoriya si preparò i due si diedero dei piccoli minuti di intimità regalandosi dei casti baci.
Quando il verde fu pronto uscì dal bagno. Katsuki ed Ejirou si allontanarono velocemente sperando che Izuku non abbia visto niente.

Erano esattamente le 23.25, Midoriya si trovava nella parte dei dormitori maschili del primo anno cercando, disperatamente, la camera 221b.

Quando finalmente la trovò restò fuori dalla porta, titubante bussò, aveva l'impressione che forse non doveva dirgli di sì.
"Tecnicamente mi ha obbligato", pensò sentendo dei passi avvicinarsi alla porta.

Todoroki si presentò in tutto il suo splendore, facendogli un piccolo sorriso.
Midoriya ebbe la sensazione si essere diventato rosso, cosa confermata dal bicolore e dalla sua sua risata.
"Sembra che tu abbia visto un fantasma", ridacchiò "Andiamo?" domandò infine.
Izuku annuì e Shōto gli prese la mano iniziando a correre verso l'uscita.

"Scusami, solo che dobbiamo fare alla svelta se non vogliono scoprirci", gli fece l'occhiolino e tornò a guardare davanti a lui.
Midoriya strinse di più la mano di Todoroki lasciandosi trasportare dal calore che quella trasmetteva.

Ad un certo punto si trovarono davanti ad un muro, non troppo alto.
"Sai per caso arrampicarti come me?", chiese mentre un ghigno appariva sul suo viso.
"Simpatico, aiutami", ordinò e il bicolore non poté che stare ai suoi ordini.

In meno di cinque minuti ce la fecero.
"Se invece andassimo a fare un giro per londra?" domandò tenendo lo sguardo verso il cielo stellato.
"Va bene, in realtà non me la sentivo di andare in un pub..", si mise una mano tra i capelli in modo nervoso, Midoriya.

"Mi sembrava maleducato dirti di no, anche perché non mi ha neanche dato la possibilità", sorrise dandogli un pugnetto sulla spalla "Non so di che parli", rispose Shōto alzando le spalle.

Risero, insieme.
L'atmosfera si fece più calma e calda.
Izuku finalmente si stava tranquillizzando, da quando incontrò il ragazzo con quei occhi non riusciva a pensare ad altro.
Insomma, un aspetto come quello non si dimentica facilmente.
"Qua vicino c'è un parco, andiamo lì?", domandò il ragazzo affianco.
Midoriya annuì nuovamente e si avviarono verso il parco.

Il tragitto fu silenzioso, c'era imbarazzo e tutti e due l'avevano capito perfettamente.
Qualche volta le loro mani si incontrarono per sbaglio e arrossivano, specialmente il verde.

Arrivati sul posto si sedettero su una panchina, nessuno proferiva parola.
Non che a Izuku dispiacesse, iniziava ad amare quella sera.
C'erano i lampioni che davano una luce soffusa, il piccolo venticello notturno e la cosa che più amava, la luna.

"Signor Todoroki, a lei piace la luna?", domandò guardando il cielo.
Shōto iniziò a guardare invece Izuku.
Per qualche strana ragione, a lui ancora ignota, era attratto dal ragazzo con gli occhi verdi.

"Si, mi piace molto", mentenne gli occhi su Midoriya, cogliendone ogni dettaglio.
I capelli che venivo spazzolati dal vento, le piccole lentiggini sulla guance, il naso a punta e le labbra schiuse.
"È perfetto", pensò.

Dopo poco si alzò e si mise davanti al verde.
"Midoriya sei mai stato al ballo di un gala?", domandò

Il diretto interessato, ripreso dallo stato di totale imbarazzo, fece una faccia confusa.
"Vorresti ballare sotto il chiaro della luna?", chiese Shōto ancora, allungando la mano verso Midoriya.

Izuku la prese in modo involontario, tendo gli occhi fissi in quelli di Todoroki.
Sentì una mano del più alto andare sul suo fianco, istintivamente un sospiro lasciò le sue labbra.
Shōto gli sorrise, avvicinado le sue di labbra all'orecchio dell'altro "Non sapevo fossi così sensibile", sussurrò.

Detto questo iniziarono il loro ballo.
La luna faceva da padrona quella sera, il vento soffiava ancora, ma più caldo e accogliente.
Per quella danza non c'erano pianoforti o violini ad accompagnarli, solo le loro emozioni.

Ancora non ne erano a conoscenza, infondo come potevano, però sentivano che qualcosa poteva nascere.
Ma insieme a questo sentimento iniziava a crescere anche la paura.

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Sotto la pioggia cremisi \\ Tododeku Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora