6.

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Scusatee ho riscritto questo capitolo 10 volte e alla fine ho dovuto inserire per forza un p.o.v diverso, spero di non incasinare ulteriormente le cose. Ho provato a spiegare tutto dal punto di vista di Nola ma non veniva molto bene🙈

CAMILLA'S P.O.V

La musica decisamente di cattivo gusto che proviene dalle casse che ha portato Peter è così assordante da non farmi sentire i miei stessi pensieri - una misto di techno e non so cosa altro, sembra quasi di averle accanto, invece quei tre sono chiusi da un'ora in camera di mio fratello.

Sfortunatamente, le casse non sono l'unica cosa che Peter ha fatto entrare senza preavviso in casa mia, ancora una volta.

<Hai vinto di nuovo>, sbuffo verso Nola che è seduta sul tappeto davanti a me, tra me e lei si frappone un tavolino sui cui sono poste le carte di Uno. <Hai una fortuna sfacciata!>, o forse sono io ad essere troppo distratta.

Mi piace trascorrere il tempo con lei, è divertente e sembra una ragazza genuina, diversamente da quelle che ho sempre incontrato in questa minuscola contea. Quando mia madre per la prima volta mi ha raccontato la sua storia mi si è spezzato il cuore e lo ha fatto una seconda volta quando l'ho conosciuta. Voglio solo che stia bene e che trascorra un'estate spensierata, per quanto possibile. Tuttavia, Mazy Lake è meno paradisiaco di quanto lei creda.

Scatto in piedi quando sento una porta aprirsi al piano di sopra e qualche passo che si fa strada verso di noi - finalmente quelle dannate talpe hanno deciso di onorarci della loro presenza alla luce del sole.

<Prendo un succo di frutta, lo porto anche a te, sta pure qui>, annuncio alla mora davanti a me e lei si limita ad annuire e ringraziarmi.

Lancio un'occhiata veloce a Caleb che sta scendendo le scale, facendogli cenno di raggiungermi. Ho bisogno di parlargli e almeno così non andrà ad infastidire Nola: non ho idea del motivo per cui abbia preso di mira questa povera ragazza, ma se lo conosco un minimo credo che uno di questi sia un po' di invidia per la vita che crede lei abbia sempre vissuto e che a lui non è stata concessa.

<Se ci fosse la mamma...>, bisbiglio tra i denti quando si trova a pochi centimetri da me.

<Non c'è un cazzo di nessuno, Cami. Che problema hai?>, non mi rivolge nemmeno lo sguardo. Apre la dispensa e tira fuori tutto l'occorrente per fare dei panini.

<Hai sentito l'odore che c'è in casa! Dopo l'ultima volta avevamo detto non qui>, gli ricordo, sbattendo i palmi delle mani sul bancone in marmo.

<Non stanno facendo nulla di male e sai che io non tocco quella merda>.

<È l'unico motivo per cui non ho sfondato la porta di camera tua, Caleb>, dico sincera.

Non so cosa o chi ringraziare per il fatto che Caleb sia disgustato da ogni tipo di droga - ha di certo altri difetti, ma non quello e per me è abbastanza.

<Perché cazzo ti stai lamentando? È solo erba e sono stati in camera mia>.

<Alla festa non era solo quello>, sbotto.

Lo vedo irrigidirsi e forse non dovevo dirlo, lui neanche c'era qualche sera fa a causa della punizione e gli sto addossando delle colpe che non sono sue, ma ultimamente sono al limite e, inoltre, non voglio che Nola venga coinvolta in questa roba.

<Che posso farci io, mmh?>, alza la voce, ma non abbastanza da farsi sentire nell'altra stanza. <Non sono la loro fottuta madre. Abbiamo detto che in casa nostra non sarebbe entrato nulla se non quello ed è così, punto. Va a parlare con Peter se sei incazzata>, borbotta.

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