"È cattiva la gente che non ha provato dolore", disse Mara. "Perché quando si prova dolore, non si può più voler male a nessuno."
- La ragazza di Bube, Carlo Cassola.
Quando apro gli occhi a causa della luce che entra dalla finestra, che ho dimenticato di chiudere la sera prima, mi volto dall'altra parte provando a riaddormentarmi - non ho la minima voglia di lasciare il mio letto.
Non so a che ora sono tornata a casa ieri sera, sicuramente non presto e Camilla mi ha trattenuto almeno un'altra ora: prima per chiedermi scusa per la sua sparizione improvvisa, dopo mi ha tempestata di domande su dove fossi stata, cosa fosse successo con Chris e sul motivo del mio ritardo. Ho omesso di raccontarle i dettagli della serata per non farla preoccupare ulteriormente per suo fratello e spero di aver fatto bene.
Continuo a rotolare e girarmi da una parte all'altra e decine di domande mi frullano per la testa, così capisco che ormai per me è troppo tardi: non riuscirò più a dormire.
Sembra tutto così strano in questa dannata contea: da un lato pare essere il posto più noioso e tranquillo del pianeta ma, dopo quello che è successo ieri e tutti i misteri di questi giorni, inizio a credere che non sia così. Solo che non riesco a capirci nulla.
Se solo mia madre sapesse che sono stata a pochi metri da gente come i ragazzi del Luna Park sverrebbe e poi mi prenoterebbe il primo biglietto per Manhattan. Io invece mi sento solo curiosa.
Mi alzo dal letto stando attenta a non svegliare Jerry che ha dormito tutta la notte riaggomitolato accanto a me, poi in punta di piedi mi dirigo verso il bagno: di certo Marie è uscita presto come ogni mattina e dubito che Camilla sia sveglia a quest'ora - Caleb invece non so neanche se ieri notte sia tornato a casa.
Quando abbasso lentamente la maniglia dorata, sussulto e per poco non urlo data l'immagine improvvisa che mi trovo davanti agli occhi: una ragazza alta, con i capelli rossi e un seno troppo grande rispetto al resto del suo corpo è in piedi davanti a me, coperta solo da un minuscolo top nero a rete e delle mutande dello stesso colore. Non sembra affatto scossa dalla mia entrata improvvisa e mi rivolge un sorriso affettuoso.
Dovevo bussare, maledizione.
<Tu devi essere un'altra sorellina di Caleb!>, mi si avvicina e cerca di abbracciarmi, ma mi scanso prontamente dalle sue braccia.
<N-No io...sono Nola. Mi stanno ospitando per l'estate>, sto per richiudere la porta e scappare da quella situazione imbarazzante, ma i suoi occhi gentili mi tengono incollata in quella posizione.
<Piacere, Nola, sono Maya. Ora vado, si è fatto tardi e non dovrei nemmeno essere qui>.
Vorrei darmi un pizzicotto per assicurarmi di essere sveglia e che la ragazza dai capelli cremisi è realmente a qualche centimetro da me e sta per infilarsi una gonna di pelle nera - come è arrivata nel mio bagno, soprattutto? Deve essere tornata con Caleb ieri notte.
Ew.
<Hai una...un'auto? Nel senso, sai come tornare a casa?>, chiedo, con la voce impastata dal sonno. Non ho ancora avuto il tempo di lavare la faccia con dell'acqua gelida.
<Vado a piedi, come sempre>, lo dice rassegnata ma allo stesso tempo sembra andarle bene.
La sua affermazione mi costringe a storcere il naso: non ci sono case per chilometri interi, qui intorno. Pensa davvero che la lascerò camminare sotto al Sole fino a chissà dove?
<Ti va di fare colazione?>, lo dico di getto e lei sgrana gli occhi castani. <Ti presto anche dei vestiti, se vuoi>.
Resta interdetta ad un palmo dal mio naso, come se invece che un invito gentile le avessi appena chiesto di buttarsi giù dalla finestra e scappare via, come se avessi detto un'assurdità.
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Bad Deal
RomanceNola Morris era un'adolescente come tutte le altre o, forse, più felice di tutte le altre: conduceva a Manhattan una vita lussuosa insieme ai suoi genitori. Fino a quel giorno. Da un momento all'altro la vita di Nola fu distrutta. Per allontanarla d...