7.

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Camilla è sparita con Peter e io mi sento mancare la terra sotto ai piedi: il Luna Park sembra essere immediatamente più piccolo e soffocante, i volti sconosciuti si moltiplicano e mi circondano.

Mi costringo a rimanere ferma, immobile e composta, aggrappata a quel desiderio di normalità che mi ha spinta a lasciare tutto e partire per un luogo a me ignoto fino a poco tempo fa.

È difficile mantenere quel precario equilibrio che con tanta fatica ho costruito: essere costantemente in balia degli eventi, avere la paura di crollare proprio lì davanti a tutti. È sufficiente un solo, minuscolo, errore che mi dissesti per spezzare la stabilità che ho creato negli ultimi mesi.

L'ultima sfera lanciata da Chris cade rovinosamente sul pavimento e lui rimane fermo a fissarla rotolare, palesemente insoddisfatto dalle sua prestazione - lo capisco dalla buffa espressione che assume: le labbra che sporgono leggermente in avanti e il naso arricciato.

<Beh almeno ne avete colpito uno>, scrolla le spalle la donna robusta davanti a noi, che ha assistito per tutto il tempo allo spettacolo del moro senza crearsi problemi a ridacchiare di volta in volta. <Potete avere un premio di consolazione>.

Ci porge un simpatico portachiavi con un piccolo e morbido unicorno di peluche, con gli occhi rosa e giganti, il pelo macchiato di ogni possibile colore. È terribile e allo stesso tempo adorabile.

<Lo hai praticamente vinto tu>, continua a borbottare Chris e si mette le mani dentro le tasche dei jeans.

Gli uomini e il loro ego.

<Non sarà il più bello dei peluche ma non è male. Ecco>, allungo il braccio nella sua direzione, le mie gote traditrici si colorano palesando il mio imbarazzo nel compiere quel gesto.

<È un regalo?>.

Chris sembra dimenticare la sua figuraccia, se così può essere definita, e torna a stamparsi in volto un sorriso smagliante, mostrando i denti perfettamente bianchi.

<Diciamo di sì>.

<Diventerà il mio portachiavi preferito, allora>, lo prende e lo porta davanti agli occhi, fissando dettagliatamente quel mostriciattolo colorato. Spero non creda che glielo abbia regalato solo per liberarmene.

<Non lo userai mai>, rido e scuoto la testa.

Istintivamente guardo verso la direzione di Camilla e Bongo, di cui non c'è alcuna traccia. Quanto mai potrà durare un giro su una giostra?

<Non so se Peter la lascerà andare presto>, come se mi avesse letto nella mente Chris mi risponde, le sue parole fanno solo crescere il mio senso di disagio.

<Possiamo aspettarli?>.

<Nola, se ho fatto qualcosa per metterti in imbarazzo mi->, inizia a parlare, toccandosi nervosamente il retro del collo, ma lo interrompo bruscamente iniziando a gesticolare davanti a lui.

<No! Certo che no! È che non voglio che Camilla pensi che l'abbia lasciata qui>.

Ennesima cazzata poco credibile - l'unica che mi è venuta in mente. Non sono una brava bugiarda, anzi, sono la peggiore, ma il ragazzo davanti a me finge di non averlo capito e annuisce in modo comprensivo.

<Possiamo sederci lì, aspetteremo>.

Indica una panchina poco distante e, dopo aver esitato qualche secondo, lo seguo e mi accomodo proprio accanto a lui. Ha il braccio steso e il mento poggiato sul palmo della mano, mentre i suoi occhi color pece mi scrutano attenti, così profondamente da costringermi ad abbassare lo sguardo.

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