RIDE

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Levi accoglie l'abbraccio timido di Mikasa.

"Grazie papà."

Ha davvero colpito nel segno con quella proposta. Moglie e figlia indossano pettorina e casco per un'escursione in sicurezza mentre l'addetto alle stalle le aspetta per impartirgli le lezioni base di equitazione, come preparazione alla gita. Levi mai come ora ringrazia lo zio per averlo costretto a costanti lezioni da piccolo. Finchè Kenny Ackerman è stato in forza, Levi ha frequentato il maneggio di Trost arrivando a vincere anche diverse gare nella categoria giovani promesse. La malattia della madre ha poi tolto ogni voglia di dedicare tempo a una qualsiasi cosa che non fosse starle accanto, ma il corvino non ha mai veramente dimenticato quanto appreso. D'altronde fin dall'inizio delle lezioni, tutti gli istruttori erano stati concordi nel dire che quello sport ce l'aveva nel sangue. Certe inclinazioni restano indistruttibili al tempo, per cui Levi fa fede sulle proprie abilità per giustificarsi con la famiglia.

"Ragazze, l'allenamento di preparazione durerà almeno mezz'ora. Vado alla reception per scegliere il percorso ed eventuali specifiche. Raggiungetemi lì quando avete finito."

"D'accordo tesoro."

"Certo papà."

Non appena ricevuto il benestare di Petra e Mikasa, Levi si congeda, camminando sicuro verso la casupola dove si trova la signora con cui ha prenotato l'appuntamento al telefono. Supera la porta in legno lastricata di volantini con le varie iniziative del campo. Difficile immaginarlo pieno di bambini nel vederlo così desolato in quella stagione primaverile, ma è anche vero che molti cittadini migrano nelle lande quando il caldo di Luglio si fa insopportabile nel contesto urbano.

"Buongiorno e benvenuto."

Levi viene accolto quando non è ancora del tutto entrato nel piccolo atrio che fa da ricevimento. Dalla voce granulosa al telefono si è immaginato esattamente una figura simile a quella che gli sta di fronte. Una signora minuta, ricoperta da una gonna lunga e da uno scialle che non lascia nulla di scoperto fino al viso morbido incorniciato da un lungo caschetto grigio.

"Buongiorno, signora Fritz. Io sono-"

"Il signor. Ackerman. Benvenuto."

Levi si blocca alla signora che conclude la frase al suo posto. Non dovrebbe stupirsi tanto, ma gli eventi paranormali di cui è protagonista lo portano a irrigidirsi per un nonnulla. E la proprietaria del maneggio sembra notarlo e divertirsi abbastanza da sfoderare un ampio sorriso amichevole sul viso rugoso.

"Oh non sia tanto guardingo, Levi. Avrà notato che qui non capita tutti i giorni di avere nuovi acquirenti. Siamo una piccola comunità incuriosita dalla gente di città che di solito vediamo solo in estate. Quando mi ha detto che Historia le aveva consigliato la gita qui, l'ho chiamata per qualche pettegolezzo innocente."

Levi accenna un labile sorriso al risolino più divertito della donna. Come fosse una bambina che ammette una marachella e spera bonariamente di farla franca.

"Ha ragione. Devo farci l'abitudine, ma tre settimane sono poche."

"È comprensibile. Siete nell'antico maniero degli Jaeger, giusto?"

Levi gioisce per quanto sia facile capitare casualmente sul discorso che gli interessa, anche se le premesse fatte dalla ragazza della biblioteca sono state piuttosto incoraggianti.

"Esatto. Ho conosciuto Historia quando sono andato in biblioteca per reperire alcuni dati sulla costruzione per i lavori di ristrutturazione, anche se la planimetria originale non mi è di aiuto."

"Sì, Historia mi ha detto anche questo. È comprensibile. La villa era molto più grande con la parte delle stalle e delle scuderie. I miei bisnonni lavoravano lì e hanno appreso le tecniche che hanno permesso ai miei nonni, ai miei genitori e a me di allestire questo maneggio."

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