YOUR FACE

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"Quindi sei convinto di riuscire a vederli oggi?"

Erwin si pone con interesse e attenzione nei confronti di Levi. Il corvino si sente più che osservato, ma non potrebbe essere diversamente. Gli è bastata un'occhiata prima di uscire di casa per registrare le occhiaie inasprite, il viso smunto e gli occhi arrossati.

"Sì. Mi sono concentrato molto sui miei ricordi e ho tracce di questo volto... Credo che se è lui uno dei due che vedo in sogno, adesso che l'ho ricordato potrò vederlo."

Spiega Levi, analitico. Cercando di sembrare credibile nonostante le bugie.

"Non è affatto una deduzione stupida, Levi. I sogni, come ti avevo detto, sono sintomi di ricordi sopiti. Più indaghi su quelli, più li elabori. Non ho problemi nell' assecondarti. Anzi, sarò contento anche io di andare più a fondo nel tuo sogno lucido..."

Erwin fa una pausa, guardandolo negli occhi e Levi si tende, più di quanto non lo sia già. Gli occhi celesti del medico sono lo specchio di fulgidi pensieri. Levi non ce la fa a non dargli lo stimolo per buttarli fuori, cogliendo la sua incertezza.

"Ma... C'è un ma, vero?"

"Sì. Mi chiedo solo se tu stia bene, Levi. Ti vedo scosso e sciupato. Perdona la franchezza. So che vuoi andare a fondo della cosa per risolvere l'insonnia, ma non farti ossessionare dalla mente."

Levi osserva il dottore fare il giro della scrivania per finire in piedi davanti a lui, appoggiato con le gambe possenti al tavolo elegante. È chiaro che vuole essere deciso e perentorio. Il suo modo di fare aumenta i sintomi di Levi. Da quando ha aperto quella stanza il giorno prima le cose sono precipitate. La voglia lo travolge. Ormai non riesce a non tremare.

"Io sto bene."

Non può smettere neanche quando Erwin si focalizza sulle mani che si toccano spasmodiche tra loro, appoggiate sulle gambe che non fanno che battere per terra in piccoli rimbalzi. Levi è un fascio di tic nervosi.

"Non si direbbe. E hai l'aria di uno che non ha dormito, comunque. Le gocce non funzionano più?"

Erwin lo chiede gentilmente, ma Levi non può evitare di sentirsi come un bambino sotto accusa. Abbassa lo sguardo. A labbro tra i denti opta per una farsa ben costruita.

"Io..."

Non può dirgli che ha evitato le gocce proprio per non dormire e non permettere al fantasma di abusare di lui nel sonno. È così arrabbiato e ferito che non avrebbe sopportato un altro rapporto non consensuale. Non può dirgli di aver vagato per le strade notturne per stare lontano da qualsiasi cosa potesse trasformarsi in uno sfogo sessuale. Non può neanche dirgli che sente la presenza dentro di sè e scariche di eccitazione al posto del sangue.

"Sto bene in generale. Stanotte non ho dormito perchè ho dovuto lavorare a un progetto per l'impegno improvviso che mi porta fuori città per il resto della settimana. Come le dicevo, era imprevisto per cui ho avuto un inaspettato sovraccarico di lavoro. Per cui stanotte non ho preso le gocce. Ho volutamente optato per una notte produttiva."

Levi fissa il dottore per assicurarsi che si beva quella scusa ridicola. Lui si vergogna anche solo a raccontarla, ma il medico non indaga più di tanto.

"Capisco, ma cerca di mantenere il dosaggio e la frequenza. E comunque nessun medico consiglierebbe a un paziente di sacrificare il sonno per il lavoro. Le emergenze vanno gestite, ma nel tuo caso, è meglio evitarle finchè possibile. Ora che hai le gocce in corpo, gli effetti delle nottate insonni sono molto più intensi, come sicuramente stai notando."

Levi annuisce mestamente.

"Sì, l'ho notato e credo che d'ora in poi sceglierò diversamente."

La risposta accondiscendente sembra colpire nel segno. Levi si rilassa un minimo all'espressione di Erwin che si scioglie in una più tranquilla.

GHOSTLY (ERERI) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora