Levi cammina frenetico, mettendo a dura prova il vecchio pavimento. Non gli importa neanche di mantenere una certa disinvoltura di fronte a quel Zeke che ha ospitato in casa. Dalla sua chiamata sono passati due giorni, i giorni più lunghi dal trasloco. Levi si è dovuto confrontare con la voglia crescente di entrare in quella stanza, lottando al contempo con quella che vuole spingerlo in soffitta, forse sperando di replicare la seduta sessuale della volta precedente. È estenuante dover reprimere ogni istinto. Da quello che vorrebbe vederlo scopare il nulla su un pavimento impolverato a quello che vorrebbe fargli rubare altre mutandine dal cassetto di Petra per compiacere quella strana entità. Levi la sente più presente, imponente. Come se impregnasse ogni molecola della casa. Certo, non che le passeggiate all'aria aperta lo escludano dal tormento, ma il corvino è stato attento a tenersi alla larga dal maneggio e con somma gioia ha constatato che non ci sono altre occasioni di incontri animali in paese. Tuttavia la pace è più che lontana. Per questo guida il fabbro verso la stanza interessata senza troppe cerimonie. Levi non riuscirà mai a spiegarselo, ma ha bisogno di entrare lì dentro.
"Eccoci qua."
Zeke esala, rilassato. Apre la cassetta degli attrezzi, passando subito all'artiglieria pesante.
"Ricordavo questa villa per cui mi sono armato fino ai denti. Non si preoccupi, signor Ackerman. In breve tempo la schiuderò."
Il fabbro parla sicuro, quasi lanciasse una sfida alla porta stessa, iniziando a svitare la maniglia con un grosso tronchese a più riprese.
"Ricorda la villa?"
Levi chiede spudoratamente informazioni. Non ha molte occasioni, ma finché gli abitanti sono disposti a condividere più di quelli di città non può non approfittarne.
"Abbiamo dato una mano con le valutazioni tecniche per quanto ci compete. Per il resto, conosco come tutti la storia. Mia madre me l'ha raccontata diverse volte."
"Certo. Avevo notato il cognome Fritz."
"Sì, mia madre mi ha detto che siete stati al maneggio. Come vi siete trovati?"
Levi prova a non arrossire ai ricordi della gita bizzarra.
"Bene. È ben organizzato."
"Sì, mia madre ci tiene molto. Sia al maneggio sia a chiacchierare. Significa molto per lei questo posto e credo le piaccia prendersi il compito di tramandarne la storia."
Zeke fa una pausa senza lasciare l'arnese, ma dallo sguardo serio Levi capisce che la conversazione non è un semplice passatempo.
"Ecco, glielo dico perchè mia madre teme di averla turbata. Mi ha detto che le ha raccontato della tragedia avvenuta qui e che l'ha fatto scappare, in pratica. Diciamo che mi ha incaricato di porle le sue scuse. E mi permetto di aggiungere che l'ha fatto di buon cuore, mi creda. La perdoni se è stata indiscreta."
Levi vorrebbe solo che chiunque dimenticasse le conversazioni con lui. Sono storie così lontane da quanto potrebbero immaginare che nessuna risposta potrà mai soddisfarli, ma si rende conto che il fabbro non continuerà il lavoro se il corvino non risolverà la sua richiesta.
"Sì, beh, mi spiace averla fatta preoccupare. Dica a sua madre che non ha fatto niente di male e che ho apprezzato la sua ospitalità."
"La ringrazio. Le riferirò tutto..."
Zeke riprende a minacciare la maniglia con gli attrezzi. Lo sguardo ora è tutto per quell'uscio grondante di ruggine, ma la bocca continua a muoversi.
"Sa, io le dico sempre di essere più accorta. Gli agenti immobiliari che gestiscono la villa ci hanno pregato più volte di non raccontare la storia. In tanti si sono rifiutati di acquistarla una volta scoperta. E come dargli torto."
STAI LEGGENDO
GHOSTLY (ERERI)
Fiksi PenggemarLevi non ce la fa più a sopportare l'insonnia. Decide quindi di trasferirsi in un'antica villa nelle campagne di Shiganshina e seguire la terapia ipnotica del dottor Smith. Nonostante il sostegno della moglie Petra e della figlia Mikasa, Levi dovrà...