6 - Come si chiama?

36 1 1
                                    

Stavo passeggiando lungo la stessa via di qualche giorno prima. Mi ero informato meglio su quel locale, avevo scoperto che di quel tipo ce n'erano pochi a Seoul, e che faceva orari diversi da qualsiasi altro bar normale.

Quella mattina, quando tornai a casa, parlai subito a Chan e gli descrissi finemente nei dettagli il sapore, il profumo e il sentimento che ho provato bevendo quel caffè, tralasciando i dettagli sulla ragazza gentile. Allora mi propose di tornare e di portargliene uno. Allora oggi, dopo le prove, giusto con il tempo di farmi una doccia, sono tornato.
Se la barista si ricorda di me, andrà tutto bene.

Arrivai a destinazione e notai sulla porta il cartello "chiuso". Sotto, appeso con del nastro adesivo U foglio scritto a mano. "Oggi apriremo con un po' di ritardo, ci scusiamo per il disagio".
Provai a sbirciare dentro, cercando di vedere dietro le tende arancioni. Uno spiraglio mi aiutò.
C'era la barista gentile, stava abbracciando la sua collega con una busta tra le mani. Sul tavolo accanto a loro erano accomodati due più anziani: un uomo e una donna. La signora aveva gli occhi della barista gentile, ma il signore non mi lasciava nulla a cui collegarmi.

Stare fuori da solo mi avrebbe spaventato in altre circostanze, ma so che qui posso essere al sicuro. L'aura emanata da quel locale mi ha fatto sentire protetti dal momento in cui ci misi piede. I colori allegri delle pareti e delle tende sul verde speranza dei tavoli e i profumi dei dolci e del caffè fatto a regola d'arte.
Mi appoggiai alla vetrina e attesi.

*

Un trillo mi risveglio dalla trance. Le prove mi devono avere sfinito più del solito. Il locale si stava già riempiendo quando mi decisi ad entrare.

-Salve, volevo ordinare un americano da portare via, a nome Hyunjin-

-Oh- abbassò il tono -sei tu. Accomodati pure, cerco di fare in fretta.-

Un'altra voglia di qualcosa di nuovo mi pervase
-Posso restare qui? Magari di schiena non mi riconoscono-

-Come preferisci, se vuoi sederti sugli sgabelli fai pure-

Più la osservavo più mi sembrava impossibile che esistesse. Con le mani abili preparava thè caldi, freddi, caffè e tisane. Si atteggiava con gentilezza davanti a tutti i clienti e saltava agilmente come una cavalletta da una parte all'altra del bancone.
Solo osservandola notai che aveva gli occhi gonfi ed arrossati.

-Sempre 3000 won, grazie-

Con un peso al petto pagai e mi feci accompagnare fuori. Ringraziai e me ne andai.
"Avrei dovuto chiederle se stava bene, lei con me non aveva esitato" mi maledissi.

-Cazzo!- imprecai -Ne dovevo prendere uno anche per Chan-hyung-
Mi ero talmente distratto e perso in quella magnifica aria a periziare i movimenti della ragazza che me ne ero totalmente scordato.

Arrivai a casa con l'americano intoccato, io posso sempre tornare domani, ma Chan non ha molte occasioni, o conosce la barista, o sa dove sia il locale. Chan non sa nulla.

-Bentornato hyung- mi salutò Han -Uh! Quello è per me? Fosse stato tuo l'avresti già finito- si sporse per afferrarlo ma spostai il braccio.
-L'ho portato a Chan, alla fine se lo merita-

-Hai ragione. Però se togli la "C" da "Chan" diventa "Han". Quindi domani ne prendi uno anche per me.-

-Se te lo paghi va bene.-

-Ritiro tutto-

-Immaginavo-

Bussai alla camera di Chan ed entrai. Era chino sul portatile con le cuffie premute alle orecchie e lo sguardo fisso allo schermo.
Gli scossi la spalla per risvegliarlo dal suo piccolo angolo di mondo e gli porsi la bevanda.

-Oh, non ti avevo sentito entrare- tolse le cuffie tenendole al collo e prese il caffè americano -Grazie Hyunjin. Siediti un attimo se vuoi-
Mi accomodai sul letto, sprofondando in mezzo alle coperte. Chan diede un primo sorso e gli si illuminò il volto.

-È veramente buono!- calcò sul "veramente" -dimmi quando ci ritorni, me ne farò portare un altro-

-Fanno anche brioches, pancakes e ciambelle, posso portarti anche quelli se ti va-

-Se sono buoni anche solo la metà di questi caffè, allora portamene uno per tipo. Pago io ovviamente-

Non so perché, ma rimasi li ad aspettare che finisse tutto, avevo un groppo alla gola, un misto di parole che dovevo dire ma che erano incastrate in attesa della giusta domanda o giusta situazione.

-C'è qualcosa che devi dirmi?-

-Cosa te lo fa pensare?-

-Non so, sei rimasto qui fino ad adesso, non hai detto niente, solo osservato me mentre bevevo. Sembra che ci tieni-
Grazie Chan, mi hai regalato il momento perfetto.

-A dir la verità ho scoperto una cosa.-
Spostò il suo peso sugli avambracci, appoggiati alle ginocchia, mugugnando qualcosa che mi invitava a continuare.

-Ti ricordi quando stavamo facendo le prove per back door?-

-Si...-

-Un giorno ho voluto provare a tornare a casa da solo, per godermi del tempo per i fatti miei-

-Continua...-

-Poi sono arrivato al dormitorio con una cavigliera addosso-

-Ah, si mi ricordo.-

-Ti avevo detto che una ragazza mi aveva aiutato e che era stata lei a medicarmi. Ecco, quella ragazza lavora nel locale in cui ho preso questo americano.-
Spalancò le palpebre sorpreso

-Questo non me l'avevi detto l'altra volta!- mi colpì con un pugno sul braccio -Per questo ti premeva tornarci? Per rivederla?-

-Volevo tornare perché il loro caffè è buono. Però-

-Però volevi vederla- mi interruppe

-Si e no. Vorrei in qualche modo esprimerle la mia gratitudine. E mentre stavo tirando fuori il coraggio per dirle "Hey, sono il ragazzo che due anni fa si è scavigliato alla fermata dell'autobus, ti ricordi di me?" ho notato che aveva gli occhi gonfi e arrossati. Allora le parole mi sono morte in gola, ho pagato e sono tornato qui senza dire niente di più che un "grazie".-

-Allora devi tornare la di nuovo.-

-L'avrei fatto comunque. Secondo me non ci mettono solo caffè dentro, sono ossessionato anche solo dal profumo ora come ora.-

-Se vuoi parlarle devi sbrigarti, tra un mese o poco più partiamo per il tour internazionale.-

-Non mi mettere pressioni!-

-Non lo sto facendo! Hai interpretato tu così!-

-Che doveva essere allora?-

-Un invito a fare presto.-

-Insomma mi fai pressione!-

-Non ho mai detto niente di simile!-

Ridemmo, come solo due fratelli per scelta sanno fare. Poi un punto interrogativo mi piombò in me to come un fulmine a ciel sereno.

-Chan-

-Dimmi-

-Io non conosco il suo nome.-

-x-x-x-x-x-

Sono tornata con un altro POV di Hyunjin. se fino a qui vi è sembrato noioso, non preoccupatevi, dal prossimo capitolo la situazione inizia a movimentarsi. Entriamo nel bello della storia (non proprio il bello BELLO però inizia a prendere piede). Anche per questo ho preferito aggiornare con così poco tempo tra un capitolo e l'altro.

Il prossimo capitolo ha un angolo autore un po' riflessivo, spero lo leggiate, contiene un messaggio che mi sono scolpita addosso e che voglio comunicare a più persone.

Dalla qui presente è tutto, alla prossima!

Healing us ~ Hwang HyunjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora