"Stamattina ho voglia di qualcosa di diverso"
Mi ero svegliato così, stufo della recente monotonia sveglia-prove-riprese-prove.
Era la prima mattina in cui potevo spendere il tempo come mi pareva e in un certo senso mi dava un senso di libertà immenso nonostante le poche ore libere.-Buongiorno Chan-hyung-
Era seduto in cucina, il cellulare tra le mani e la testa fra i pensieri-Buongiorno Hyunjin, vuoi qualcosa da mangiare?-
-No grazie, vado a prendermi qualcosa fuori-
-Terra chiama Hyunjin! Sei sicuro di essere sveglio? Non sei sonnambulo vero?-
-No, sono sveglio. È da tanto che non esco a prendere un po' d'aria per i fatti miei. Stamattina ho un sentore strano, quasi di completa libertà.-
-Stai attento quando esci e non tornare tardi, oggi pomeriggio giriamo le ultime scene-
-Certo hyung, sempre attento-
Salutai ed uscii.
L'ultima volta che avevo fatto qualcosa del genere, uscire a Seoul da solo inconsapevole di cosa sarebbe potuto succedere perché "volevo provare qualcosa di nuovo", non era andata a finire molto bene.
Finii nell'ospedale universitario, accompagnato da una sconosciuta che mi ha fornito una diagnosi accurata riguardo ad una storta alla caviglia presa in un attimo.
Su due piedi ho pensato che fosse incredibile.
Mi aveva raccontato di come fosse venuta qui dopo anni in Italia a studiare per diventare fisioterapista. Avevo provato a fare il freddo inizialmente, ma non ci riuscii. Al solito.
Sono anche tornato al dormitorio con una cavigliera gratis.
Speriamo che stavolta vada meglio..."Potrei prendere un americano da qualche parte, poi tornerò a casa" pensai
Mentre passeggiavo tra le strade vidi una vetrina.
La porta d'ingresso lasciava uscire energie positive che con se portavano un meraviglioso ed invitante profumo di caffè. Entrai trascinato da una meravigliosa catena di sensi.-Salve- mi accolse la ragazza -Cosa posso servirle?-
-Un americano, grazie-
-Lo prende qui o lo porta via?-
-Preferirei portarlo via-
-Ultima domanda: preferisce aspettare qui o la chiamo?-
-Se non le dispiace chiamarmi...-
-Perfetto, allora mi dia il nome-
-Hyunjin, grazie-
-Si accomodi pure, la chiamerò quando il suo ordine sarà pronto-
Aveva un tono familiare, un volto familiare, un timbro di voce familiare. Tutto di lei mi portava a scavare nelle memorie ma non c'era un ricordo che si faceva avanti, non una scena, non un episodio. Niente.Mi sedetti distante dalle vetrate per evitare di farmi notare da un eventuale pubblico invadente.
Devo dire che questa sensazione, essere da solo ed attento a chi mi circonda, mi era mancata nonostante quanto odio provo per essa.
Essere comodo qui, con un profumo che invade la stanza intera, il brusio delle chiacchiere allegre e i sorrisi donati dalle ragazze che lavorano qui: tutto di questo posto è idilliaco ed un piacere per i sensi.
Peccato che questo paradiso crolli in poco tempo.
Ho già notato delle ragazze che si aggirano per il viale con i cellulari tra le dita e lo sguardo attento, ho paura che il loro obiettivo possa essere io, che sono qui, da solo.-Hyunjin, il suo americano è pronto-
Balzai al bancone a ritirare il mio ordine-Scusi l'attesa, come vede oggi abbiamo molto clienti e diamo la priorità a chi consuma qui- si scusò
-Non c'è problema, quanto devo pagare?-
Mi tremava la voce, non riuscivo a controllarla. Mi stavo pentendo in ogni istante di aver preso quella decisione, o semplicemente di non aver chiesto a qualcuno di venire con me. Mi sentivo in pericolo.-Sono 3.000 won-
Presi il portafoglio cercando qualche moneta, ma le feci cadere tutte, dalla prima all'ultima.
Tutto di me si rifiutava di rispondere ai comandi, se prima era la voce, ora erano le mani e le ginocchia.-Se vuole posso farla uscire dal retro- mi propose sussurrando
-Come scusi?-
Mi voltai per guardarla. Aveva due purissimi occhi verdi colmi di bontà e speranza-Sembra agitato, la faccio uscire dal retro così non avrà problemi ad incontrare nessuno-
Il suo timbro di voce, il suo viso, il fatto che si stia offrendo di aiutarmi... Perché quel ricordo non si sveglia?-La ringrazio infinitamente-
Lasciò quanto dovuto sul bancone e mi condusse al retro, facendo attenzione che nessuno ci vedesse.-Non saprei mai come ringraziarla- mi inchinai con tutta la gratitudine possibile.
-Ritorni, se mantiene questa procedura potrei riconoscerla anche la prossima volta-
-Mi spiace avervi causato disturbo, la prossima volta non capiterà- mi sollevai finalmente.
-Non si preoccupi, è un piacere per noi prenderci cura dei nostri clienti-
Un episodio saltò fuori-Allora arrivederci- mi alzai e mi allontanai ad ampie falcate.
"È la ragazza dell'ospedale"
-x-x-x-x-
Eccomi, assieme a ciò che ha vissuto Hyunjin in quel momento.
Mi spiace che il capitolo sia corto, avrei fatto di più ma in sapevo come concludere. Nonostante le poche parole sono soddisfatta del risultato, anche perché questa è la versione più gradevole di quelle che ho scritto.Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Dalla qui presente è tutto, alla prossima!
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Healing us ~ Hwang Hyunjin
Fiksi PenggemarHaru era stata separata dalle sua terra madre e combatteva per fare della Corea del Sud un nuovo posto sicuro e costruirsi una nuova vita. Era tutto difficile, fin quando non arrivò lui, che cambiò il significato della parola casa Disclaimer: questa...