Non riuscivo a crederci. Avevo davvero avuto il coraggio di chiederglielo.
Più che coraggio, mi è sembrato che le parole mi fossero fuggite dalla gola. Però le ringrazio.
Ringrazio le mie parole e maledico la mia mente."Come ho fatto a dimenticare in ragazzo del genere?"
Di bei ragazzi ne ho visti tanti, tra l'Italia e la Corea, ma qualcosa di lui mi faceva formicolare la pelle, qualcosa di lui mi ammaliava, qualcosa di lui mi stregava.
Lui sapeva come usare quella bellezza che il Signore gli ha donato, sapeva sfruttarla, sapeva indossarla come fosse fatta su misura per lui. Eppure non la ostentava, ci conviveva pacificamente e semplicemente.Nel primo momento in cui abbiamo parlato, mi è sembrato di essere atterrata in un altro pianeta. Mi sembrava di essere tornata sulla mia via di casa, in Italia, in cui tutto è sicuro e comune. Nulla di stravagante, enorme o semplicemente caotico.
In quell'istante nel vialetto dietro al locale mi sono finalmente sentita a casa dopo tanti anni. Ma non era il sentore di casa che ho quando sono nella mia dimora o dentro al locale. Era proprio l'aria di Casa. Quella che ti fa capire che non importa tu sia nei luoghi che conosci per sentirti protetta, è l'aria che ti fa sentire nel posto giusto, con l'ambiente giusto, come se fossi nata solo per quel momento, per restare lì fino alla morte.-Haru! torna dentro per favore!- gridò Yeongseo dall'altra parte
Presi i miei pensieri e li ricacciai nella testa, poi sono tornata dentro.
-Eccomi, quante comande!- esclamai entrando
-Succede quando stai fuori troppo tempo. Che è successo, hai cominciato a fumare?-
-No, unnie, dopo ne riparliamo-
-Allora hai fumato il pacchetto intero-
-Ti ho detto che non fumo unnie!-
-Più fai così e più mi convinci del contrario- rise
Non le diedi più retta ed iniziai a preparare gli ordini, soltanto che la mia mente non collaborava.
"Che ne avrà pensato lui?"
"Sarò stata troppo invasiva?"*
-Arrivederci!- salutammo in coro gli ultimi clienti. Il sole era calato ed avevamo appena girato il cartello. La giornata si era ufficialmente conclusa ed iniziava il turno di pulizie.
-Haru, questo è tuo?- mi mostrò un anello appoggiato al bancone
-No, io non porto anelli.-
-Allora qualcuno deve esserselo dimenticato-
-Lasciamelo, lo tengo al sicuro nel caso qualcuno torni a prenderlo.-
-Te lo metto nella borsa di la-
-Grazie-
Passai per bene tutti i tavoli, le sedie e avviai la lavastoviglie, domani avrei dovuto mettere in ordine e poi aprire da sola, Yeongseo mi aveva già avvertita di un suo possibile ritardo, quindi cercai di lasciare tutto il più pulito e ordinato possibile.
Salutai Yeongseo, montai in bici e mi avviai verso casa.Peccato che abbia dimenticato le chiavi dentro e nessuno pareva rispondere.
-Mamma?- provai a chiamare dall'altra parte della porta -Se ci sei mi puoi aprire?-
Bussai con più insistenza, nel caso fosse in doccia. Nessuna risposta.
Iniziai a preoccuparmi, solitamente era sempre a casa a quell'ora della sera, ma perchè non mi stava rispondendo?
Allora estrassi il cellulare e provai a telefonare. Smise di squillare in pochi secondi. Controllai.Era morto.
La tensione continuava a salire tramutandosi in ansia. Presi la bici colta dalle palpitazioni e provai a cercare qualche hotel, qualche ristorante, qualche luogo in cui avrei potuto chiedere di metterlo in carica.
"Com'è possibile che in una zona così attiva non ci siano alberghi?"
Eppure mi imbattei nella persona che mi aveva fatto pensare tanto quanto mia madre.
Speravo che non mi riconoscesse, non volevo farmi vedere in quello stato, già aveva notato il mio sguardo di ieri, chissà dopo questa che cosa penserà.-Hey!- mi chiamò
"Oggi la fortuna non è proprio dalla mia parte"
-Scusa, stavo tornando proprio adesso dal locale, non è che per caso avete trovato un anello sul bancone o da qualche altra parte?-
-Oh, certo- frugai nella borsa -Eccolo.-
Rilasciò un sospiro, sollevato. Non esitò ad indossarlo di nuovo e stringerlo tra le dita.
-Ti vedo agitata- indicò le mie dita che torturavano la gomma del manubrio -Qualcosa non va?-
Maledissi me e il mio modo di gestire la tensione o qualsiasi altro tipo di emozioni. Dovrei imparare a nasconderle meglio.
-Esattamente. Il mio cellulare è morto, sono chiusa fuori di casa e non ho notizie di mia madre da quando ho iniziato il turno pomeridiano al bar-
Emise uno sbuffo divertito
-Cosa c'è? Ti divertono le mie disgrazie?-
-No, solo che mi sembra impossibile possano accadere così tante cose ad una sola persona-
-Invece di ridere aiutami a trovare una soluzione!- persi le staffe
Pervasa da tutto questo nervosismo, mi sono scordata di utilizzare gli appellativi. Però mi sono anche scordata dell'ansia per mia madre.
"Dovrò fare qualcosa per sdebitarmi"
-Non ci sono hotel nelle vicinanze, puoi venire a casa mia, se non ti disturba-
Fosse stato chiunque altro avrei rifiutato. La paura dei molestatori mi ha sempre perseguitato, ma di lui potevo dire di fidarmi.
Peccato che non riuscivo a realizzare l'invito che mi aveva fatto.-Se non ti reco disturbo, andrebbe benissimo. Grazie-
Mi invitò a seguirlo, giungendo fino ai piedi di un palazzo.
-Puoi lasciare qui la bici- mi indicò la rastrelliera e, senza aspettarmi, iniziò a salire le scale.
-Sei sicuro che vada bene? Davvero, posso anche aspettare fuori-
-Tranquilla, consideralo un pagamento per l'aiuto che mi hai offerto fino ad ora-
Arrossii fuori controllo, stavolta la fortuna deve avermi baciata, perché Hyunjin si è girato giusto in tempo per perdersi il rossore
-Ragazzi, ho un'ospite!- esclamò aprendo la porta
-x-x-x-x-x-x-
Author's cornerCapitolo luuuuuungo, quindi l'ho spezzato
Prima contava più di 2000 parole, ho preferito dividerlo, così non ci sono troppi problemi.
Aspettatevi una parte due in poco tempo. (Davvero poco, forse qualche decina di minuti XD)È stato divertente da scrivere, nonostante le poche descrizioni.
Quale coincidenza li fa incontrare di nuovo nello stesso giorno? (Io XD)
Qui succedono diverse cose, il rapporto tra i nostri protagonisti si rafforza! (Finalmente oserei dire...)Dalla qui presente è tutto, alla prossima!
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Healing us ~ Hwang Hyunjin
FanfictionHaru era stata separata dalle sua terra madre e combatteva per fare della Corea del Sud un nuovo posto sicuro e costruirsi una nuova vita. Era tutto difficile, fin quando non arrivò lui, che cambiò il significato della parola casa Disclaimer: questa...