21 - Il mondo mi sorride

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Quella mattina ero realmente di buon umore.
C'era solo una cosa che poteva renderla ancora migliore...

-Un'americano d'asporto, per favore- mi accomodai sugli sgabelli che affacciavano al bancone

Aveva un'espressione persa, sarà stata per la stanchezza o per il post-sbornia di ieri sera.
Poi, tutt'un tratto, si illuminò.

-Di solito Yeongseo viene a cenare a casa mia di domenica. Ti va di unirti stasera?- mi chiese tutt'un tratto, versando la bevanda nel bicchiere.

Come posso dire... mi aveva lasciato di stucco. Non una parola, non un'espressione. Mi aveva lasciato a bocca aperta con questa richiesta.

-Fammi sentire come se fossi a casa- mi chiese ieri sera.
"Eppure non mi sono mai sentito così sicuro ed apprezzato come quando sono con te."

-Se per te va bene, allora per me non è un problema, controllo gli impegni e ti so dire-

Ero al settimo cielo.
Non so, sembra che il mondo mi stia sorridendo in questi giorni.
E il mondo ha proprio lo stesso sorriso di Haru...

Lasciai i soldi sul bancone, prima di farle un cenno con il capo per farle capire che era giunto il momento di andare.
Quell'istante preciso e pendolare in cui varcavo la porta stava pian piano iniziando a rendersi più sofferente, più affannoso e più nostalgico.

Nella mia tasca vibrò il cellulare.
Era Haru che mi aveva scritto seduta stante.

*
Hey
Se non sei impegnato stasera, ci troviamo qui fuori alla chiusura, che dici?.
Più o meno alle 21, non dovremmo tardare molto
*

"Impegnato, io?"
"L'ho solo detto per non sembrare disperatamente bisognoso della tua compagnia"

Attesi qualche istante. Non troppi, anche perché più passavano e più sembravano eterni.

*
Ci sarò~
*

Perfetto, ora devo solo aspettare che arrivi stasera.
Semplice, no?

Ero steso sul letto, gli occhi spalancati a fissare il lampadario in un continuo avanti e indietro tra quello e l'orologio.
Quanto era passato in tutto ciò?

MEZZ'ORA.

Ed ero ancora lì. Fermo senza una tabella di marcia o una mezza idea su cosa fare.

Completamente solo in casa, non avevo nessuno con cui parlare. Semplice ticchettio mi metteva pressione, mentre stavo rotolando da destra a sinistra nel mio letto completamente sfatto

Il mio continuo pensare mi lasciava alla stessa maniera: se provavo a dormire, mi svegliavo; se provavo a trovare qualcosa da fare, finivo sdraiato a mancia in su non facendo altro che respirare.

La situazione era decisamente esasperante.
Ma era rimasta un'ultima cosa che avrebbe potuto distrarmi.

*

La tela mi guardava con il suo volto pallido, acceso dalla luce delle lampadine odiose di cui avevo carpito ogni singolo dettaglio invisibile a qualsiasi occhio disattento.

Cosa poteva avere la mia più completa dedizione in quel momento, se non Haru stessa? Cosa rappresentava Haru di più? Qual era la sua essenza?

Haru, nella mia mente, era associata direttamente ad un girasole, un fiore luminoso, che punta sempre verso l'alba e la speranza verso il domani nonostante tutte le complicazioni passate.

Un vaso di fiori era precisamente ciò che più si addiceva al momento.

Era stato così rapido il tempo, dopo quelle prime riflessioni, che non mi capacitavo a pensare fosse accaduto qualcosa allo scorrere stesso, come se fosse stato bevuto tutto d'un fiato dal cielo, che si stava iniziando a rabbuiare.

Healing us ~ Hwang HyunjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora