Capitolo 13

24 7 0
                                    

Oggi c'è il sole,

anche dentro.

Noah

Io e Ava stiamo andando fuori a cena, al McDonald ma va bè un passo alla volta, oggi ne ha già fatti due. Fortunatamente non ha la febbre, era solo accaldata, dato che io da genio l'avevo coperta con una copertina che credevo abbastanza leggera e invece no, ma sta bene ed è l'unica cosa che conta.
Quelle poche volte che ci spostiamo dall'appartamento andiamo in giro a piedi o se è troppo lontano ci facciamo aiutare dalla metro, però sta sera c'è un bellissimo tramonto, un' arietta perfetta e quindi non è faticoso andarci a piedi.
Dopo una quindicina di minuti io e la mia socia abbiamo già varcato la porta;                                     
"Ordiniamo?" le domando curioso di sapere cosa prenderà stavolta, ogni volta che le portavo a casa il Mc perchè stava male mi ordinava qualcosa di diverso, per variare mi diceva lei, boh.       "Certo, ma pago io, devo rimediare a tante cose" le sorrido perchè so quanto ci tiene a pagarmi questa cena, ma prometto che sarà la prima e anche l'ultima.                                                                 
"Solo per stavolta" lei mi sorride soddisfatta. "per me un... uhmm, McChicken" annuisco, nemmeno io so cosa scegliere e mentre lei si seleziona la bibita e le patatine fritte io penso a cosa potrei prendere, tanto so tutto il menù a memoria ormai.
"Per te?" mi domanda.                   
"Peeeer mee... vado sul classico un BigMac con una Coca zero e dei nuggets." mi regala un altro dei suoi meravigliosi sorrisi, paga e io le rubo lo scontrino.                                                                       
"Eiiii, che fai!?"
"Tu trova un tavolo io sto qui ad aspettare" ora che sa che non avrei combinato nulla (forse, non prometto nulla) si gira e va in cerca di un tavolo io la guardo e non posso fare a meno di pensare, e se Ava facesse parte di un programma tv "Ava l'esploratrice trova tavoli" a volte mi stupisco di quanto sono simpatico. Probabilmente se intorno a me non ci fosse una mamma con due figli, due adolescenti, un gruppo di ragazze che fanno danza da quanto vedo e tutti i ragazzi che lavorano mi sarei messo a ridere come un pazzo scatenato, ma beh, questo in fondo sarebbe il vero Noah.
Dopo dieci interminabili minuti finalmente sento chiamare:
"838" era anche ora, sbuffo e mi faccio avanti, sotto gli occhi di tutti quelli che ancora non hanno fra le mani il loro cibo e penso aha aha io posso mangiare e voi noo  sono proprio un bimbetto, ma mi diverto con poco, ringrazio la commessa, prendo il fassoio e passo a fianco ai due adolescenti che avevo adocchiato primafacendo sentire loro il profumino che emettevano i panini di me e la mia socia, non mi sono voltato a guardare le loro espressioni ma a giudicare da come mi sta fissando Ava credo che me lo dirà lei.
"Scusa, ci hanno messo un più del previsto"
"Cosa hai fatto a quei poveri ragazzini che ti fissano come se al posto degli occhi avessero dei laser" ops.
"Potrei essere passato di fianco a loro apposta per fargli sentire che buon profumino fanno i nostri panini" faccio una pausa e dò il primo morso al mio BigMac stessa cosa fa lei, "visto che hanno solo della Coca, magari così gli viene un po' più fame e prendono qualcos'altro" spiego, Ava scoppia a ridere.
"Che ragionamento del cavolo" dice continuando a ridere, altro segno che sono simpaticissimo.                                                                                                                                                   
Io e Ava abbiamo finito di mangiare con tutta la calma possibile ora siamo entrambi distesi sul letti sull'orlo di cadere in un sonno profondo.

Ava~circa diciotto anni prima

Ormai Justin è scomparso da più di tre settimane forse un mese, il tempo passa sia così velocemente che lentamente mentre lui non c'è.                                                                                         
"Mamma, avevi detto che avremo ritrovato Justin, subito"
"Lo so tesoro, ma si sta rivelando più difficile di quel che si credeva, è stato licenziato da tutti i suoi lavori, io credevo ne avesse soltanto uno invece ne faceva tre o quattro non ho ben capito, di cui almeno uno era di notte, per quello spariva" mamma fece una pausa, così continuai io.     
"Ma a cosa gli servivano i soldi?
"Ecco dove volevo arrivare anche io, non si sa, gli agenti hanno controllato nella vostra camera mentre te eri a scuola e non hanno trovato nemmeno l'ombra di un centesimo, in banca hanno trovato la stessa quantità che abbiamo lasciato io e tuo padre, prossimamente faranno la stima di quanto ha guadagnato con tutti i suoi lavori." So che sono piccola, ma queste cose le capisco perfettamente, mi hanno sempre insegnato il valore dei soldi, come gestirli e tutto, quindi capisco il disastro che sta succedendo, mamma è più in giro che a casa e papà lavora di continuo. Saluto la mamma e me ne vado a letto per sognare Justin, chissà magari posso trovare qualche indizio 'Ava detective' come succede nei cartoni che guardo sulla tv.

Anche stavolta mi sveglio di soprassalto non è stato un incubo ma neanche un sogno di rose e fiori, a giudicare dalla luce che penetra da sotto la porta credo che sia giorno, quindi lentamente mi alzo dal letto in modo da non essere colpita da un capogiro subito di prima mattina e mi dirigo in bagno. Credo che abbiamo traslocato non solo perchè avevamo avuto fortuna ma anche perchè ai miei ricordava Justin, e ora ripensandoci avrebbe senso.

Dopo essermi data una lavata al viso, mi dirigo verso la cucina e vedo Noah già in piedi in tento a cucinare qualcosa. Mi siedo in una delle sedie presenti intorno all'isola e decido di saperne di più, in fondo ora che sento del profumino entrarmi nelle vie respiratorie mi sta venendo un certo languorino.
"Che cucini?" lui si gira di scatto, ops, forse l'ho colto un pochino di sorpresa.                                 
"Aiuto che spavento! Sei matta?!" Si, ma di te. "Era una sorpresa, comunque uva strapazzate e bacon"
"Vuoi che esco e finisci di cucinare?"
"No, anzi, visto che finalmente la piccola bella addormentata si è svegliata, mi dai una mano, e prepariamo anche una torta insieme"

Damn distanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora