NICCOLÒ

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Afferro una Chesterfield blu dal pacchetto sul tavolo e me la porto alla bocca, gli occhi puntati fuori dalla finestra.
Da lì riesco a vedere il mondo, il mio.
Racchiuso tra palazzi grigi, murales colorati e parcheggi desolati c'é tutto ciò che mi ha sempre reso felice.
Amo il mio quartiere e la mia vita perché mi fa sentire al sicuro.
Tutto é sempre uguale e questo mi da pace, la stessa che, inesorabilmente, sembra essere stata distrutta da quando Elisa ha rimesso piede a San Basilio.

Se mi avessero avvertito del suo ritorno chiedendomi cosa pensavo al riguardo, avrei semplicemente risposto che ero felice nonostante tutto.
Forse perché nella mia mente lei era ancora la bambina con l'apparecchio ai denti e la mente piena di sogni.
Forse perché non avevo la più pallida idea, fino a qualche ora fa, che il protagonista di quei sogni ero proprio io.
Realizzarlo mi fa sentire strano, soprattutto dopo quello che é accaduto tra noi e soprattutto perché, nonostante il discorso di Adriano, non riesco a smettere di pensarla nemmeno per un momento.

Faccio un altro tiro di sigaretta e sospiro.
La luna splende ormai alta circondata da una miriade di stelle lucenti, le fisso a lungo prima di prendere una decisione definitiva.
Impiego qualche secondo a spegnere la sigaretta per poi buttarla dalla finestra e esco dalla mia camera.
La casa é avvolta nel silenzio, segno che stanno dormendo tutti.
A piccoli passi raggiungo la porta d'ingresso e la apro un attimo prima di venire interrotto da una voce alle mie spalle: "Nicco, ma dove vai?" Valerio, mio fratello, se ne sta seduto sul divano del soggiorno con il cellulare tra le mani.
"Faccio un giro, torno presto." Taglio corto per poi sparire velocemente fuori e chiudermi la porta alle spalle.
Se fossi rimasto un secondo di più avrebbe iniziato con una serie di rimproveri sui miei pessimi atteggiamenti e ho tutta la voglia di evitarli.

Valerio é il fratello più intelligente e giudizioso tra i tre. É uscito dal liceo con il massimo dei voti e ora aspira a diventare dottore. Da quando ha iniziato l'università non c'é un esame a cui abbia preso meno di trenta.
Nonostante io sia l'esatto opposto, soprattutto in fatto di studi, devo ammettere di invidiare terribilmente la sua irremovibile forza di volontà, perché quando si mette in testa una cosa mio fratello, riesce ad ottenerla costi quel che costi.
Dal canto mio ho accettato di buon grado di lavorare in ufficio da mio padre. Lui é un ingegnere civile e mi fa occupare degli archivi e scartoffie varie.
Non mi piace, ma visto che ho preso il diploma superiore per autentica grazia divina, di fare l'università proprio non se ne parla, quindi mi accontento.

La mia strada non sono riuscito ancora a visualizzarla, ma ho fiducia che prima o poi riuscirò a capire chi voglio davvero essere.

Con la testa vorticante di pensieri scendo rapido le scale saltandole due alla volta, fino ad arrivare al portone del palazzo.
Sto per varcare la soglia e chiudermelo dietro quando sono costretto a fermarmi di botto per non finire sopra a due figure sedute proprio sugli scalini.
"Ah Nì, ma che ce stai a fa qui?" Sbotta una voce fin troppo famigliare.
Lorenzo, l'altro mio fratello maggiore mi scruta torvo mentre si alza in piedi per fronteggiarmi. Accanto a lui c'é una ragazza che osserva entrambi decisamente imbarazzata.
"Vado a farmi un giro, torno presto." Ripeto sospirando pesantemente.
"Me stai a prende in giro per caso?" Rimbecca lui sollevando un sopracciglio.
"No, ho solo dato la stessa risposta a Valerio due minuti fa. Ne sta casa non ve piace dormì eh?"
Borbotto nervoso.
"Senti chi parla, quello che va in giro alle tre di notte!" Ridacchia mio fratello alzando gli occhi al cielo.

Rimaniamo in silenzio per qualche secondo in cui mi chiedo cosa ha intenzione di fare con me, poi lui si risiede e porta un braccio intorno al collo della ragazza.
"Sparisci prima che chiamo mamma!" Ribatte poi tornando a pomiciarla.
Senza aggiungere altro corro via più forte che posso.
Lorenzo é senza dubbio il fratello che mi assomiglia di più, sia di carattere che fisicamente.
Mentre Valerio, seppur sempre moro é alto e slanciato, io e Lorenzo siamo più bassi e muscolosi.
Tra i due, quindi, é senz'altro quest'ultimo a farmi più paura.

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