ELISA

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Quando apro gli occhi il sole é ormai alto nel cielo e lo vedo far capolino con i suoi raggi luminosi oltre i vetri della finestra e, leggeri come piume, posarsi sulla schiena nuda del ragazzo che dorme beato accanto a me.
Ascolto il suono del suo respiro leggero e mi viene da sorridere per quanto sia assolutamente meraviglioso il momento che sto vivendo, tutto é così armonico da sembrare un sogno.

Mi alzo a sedere sul letto e, attenta a non fare rumore, afferro il cellulare che ho abbandonato sul pavimento insieme ai miei vestiti di ieri sera.
Dopo aver parlato con Adriano, Niccolò é tornato in camera mia con l'intento di convincere Giulia a parlare con mio fratello.
Ci é voluto un po', ma alla fine l'abbiamo convinta.
Mi chiedo che cosa abbiano fatto quei due per tutta la notte, o forse non voglio saperlo davvero, penso imbarazzata riuscendo finalmente ad afferrare lo smartphone.
Inutile dire, comunque, che io e Niccolò abbiamo passato l'intera nottata a fare l'amore, finalmente con la benedizione di Adriano e la consapevolezza di amarci veramente.

Niccolò si é aperto totalmente con me raccontandomi le atrocità vissute con Federica e io ho tutta l'intenzione di aiutarlo a ricominciare a fidarsi delle persone che ha accanto, me compresa.
So anche, quindi, che prima o poi dovrò raccontargli anche il mio di segreto e la cosa mi terrorizza a tal punto da farmi mancare l'aria ogni volta che ci penso.
Dirlo a Giulia é stato tutto sommato facile, con lei sono sempre riuscita a gestire bene le mie emozioni e, soprattutto a farla ragionare.
La stessa cosa non posso però dirla del ragazzo che dorme accanto a me, l'unico che abbia mai veramente amato.
Sospiro e torno a concentrarmi sulle notifiche di Instagram, e sto per bloccare di nuovo il telefono e tornare a dormire, quando la porta della mia stanza si apre appena e vedo comparire il ciuffo di capelli scuri di mio fratello nel piccolo spiraglio.

"Adriano che vuoi?" Esclamo nel panico coprendomi di scatto con il lenzuolo.
"Sorella fidati, non ho nessuna voglia di vederti nuda é solo che... beh... come dire... C'é un ragazzo qua che ti cerca!" Borbotta agitato.
"Chi é che ti cerca scusa?" Niccolò, che a quanto pare si é appena svegliato, mi guarda torvo con i capelli scombinati dal sonno e in evidente attesa di una risposta.
Spalanco gli occhi dalla sorpresa e torno a fissare quel poco che vedo di mio fratello.
"Infatti Adriano, chi é?" Domando curiosa mentre tento di arraffare qualche vestito dal pavimento.
"Uno alto, riccio, occhi celesti e molto abbronzato. L'ho fatto accomodare in salotto mi pareva brutto lasciarlo sulla porta con le valigie e... i fiori, ecco..." Balbetta sempre più nervoso.

"Ma chi cazzo é che ti porta i fiori? É uno scherzo spero!" Sbotta Niccolò iniziando a vestirsi in tutta fretta.
"Non so che dirti amico, vi aspetto di là!" Conclude Adriano per poi chiudere la porta con un tonfo.
Tentando di ignorare le continue domande di Niccolò mi vesto anche io il più velocemente possibile mentre analizzo gli elementi che mi ha dato mio fratello.
E poi, finalmente, ci arrivo.
"Dio mio non dirmi che..." Balbetto eccitata correndo in corridoio.
"GAVIN?"
Al mio urlo il diretto interessato, che se ne stava in piedi a parlare animatamente con Adriano e Giulia, si blocca.
Volta lo sguardo lentamente, quasi come se voglia gustarsi questo momento in tutta la sua consistenza, e ci riesce.
"Elisa!" Grida allargando le lunghe braccia abbronzate affinché io ci possa affondare dentro.

Gavin, il mio migliore amico americano é veramente qui e mi sta stringendo forte a sé. Sono talmente felice che potrei mettermi a piangere da un momento all'altro.
L'ho conosciuto il primo giorno della nuova scuola, quando mi aggiravo spaesata e impaurita in quei lunghi corridoi scintillanti. Chiedevo indicazioni perdendo più tempo del dovuto per formulare bene le parole in americano e ne impiegavo ancora di più nel cercare di decifrare le risposte, quasi sempre con scarsi risultati.
Poi, all'improvviso, era spuntato lui.
Me lo ero ritrovata davanti con quei grandi occhi azzurri pieni di entusiasmo e si era proposto per portarmi in giro e darmi una mano finché non mi fossi ambientata e si, me lo disse in italiano.

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