NICCOLÒ

45 2 0
                                    

"Se non mi dici che é successo giuro che ti ammazzo!" Una voce che conosco piuttosto bene mi giunge da un punto imprecisato spingendomi, finalmente, ad aprire gli occhi.
Ho come la sensazione di non farlo da un po' nonostante abbia lottato tanto per arrivare a realizzare questo intento.
Mi bastano pochi secondi per capire dove mi trovo: la stanza di Adriano, con tutto il suo caos a contraddistinguerla.
Tento di mettermi a sedere sul letto a fatica, sento dolore ovunque e la testa pare volermi esplodere da un momento all'altro tanto mi fa male. Vorrei cercare di richiamare l'attenzione degli altri che so essere presenti in corridoio, e un brivido mi percorre la schiena quando realizzo di nuovo chi é che sta urlando più forte di tutti.

Elisa é qui.

Ed é proprio lei la prima ad accorgersi che sono sveglio quando, nonostante Adriano a quanto pare glielo aveva proibito, riesce ad entrare in stanza.
"Oddio Niccolò sei sveglio!" Grida in pieno attacco d'ansia sedendosi sul letto e stringendomi a sé.
Il suo profumo mi entra nel cervello in un attimo mandando in tilt tutto il resto, e io lo respiro più che posso come fosse una droga, la più bella e pericolosa che possa esistere in tutto l'universo.
"Sto bene non é successo niente." Sussurro soffocando il dolore che sento al fianco destro.
"Non raccontarmi cazzate Niccolò, ti prego." Replica lei fissandomi intensamente negli occhi.
Vorrei dirle tutto, vorrei abbracciarla e raccontarle per filo e per segno tutto quello che ho vissuto in questi cinque anni in cui lei stava dall'altra parte del mondo, ma rimango zitto.

"Nic, guardami ti prego." Bisbiglia al mio orecchio accarezzandomi dolcemente il viso.
"Ci siamo sempre raccontati tutto io e te, sin da quando eravamo bambini. Quelle poche volte in cui abbiamo provato a non farlo ci é bastato uno sguardo per tradirci. Non può essere cambiato tutto in questi cinque anni, noi non possiamo essere cambiati così tanto da aver imparato a farlo!" Continua sfiorando di tanto in tanto il mio zigomo con le labbra.
"No, non siamo cambiati così tanto..." Rispondo lasciando andare una lacrima.
"E allora perché continui a mentirmi?"
Chiede quasi con disperazione.
"Perché mi vergogno Elisa! Non voglio apparire debole ai tuoi occhi! Avevo chiesto ad Adriano di non dirti nulla nemmeno di ciò che é accaduto questa sera, eppure lo ha fatto!" Sbotto riuscendo finalmente a sedermi sul letto.

"Ti importa così tanto di quello che penso?" Mi chiede prendendomi le mani e stringendole forti tra le sue.
"Sempre Elisa, é stato e sarà per sempre così.
Lei sorride debolmente poi si sistema davanti a me a gambe incrociate.
"Ti prego Niccolò, raccontami che ti é successo, ti aiuterò a superarla e a trovare una soluzione, te lo prometto.
Continua a pregarmi allungandosi nella mia direzione e poggiando le fronte sulla mia.
Chiudo gli occhi per qualche secondo ascoltando il battito del mio cuore mescolarsi con il suo. Vorrei poter restare in questa posizione per tutta la vita, accetterei anche le costole rotte e il dolore ovunque pur di avere Elisa ad un millimetro dal cuore per l'eternità.

"Ho iniziato a frequentare Federica qualche mese prima della tua partenza, credo per cercare di non pensare al fatto che non ti avrei più vista.
Lei mi piaceva, resta tutt'ora una ragazza bellissima, bella come la peggiore delle tentazioni.
All'inizio era una frequentazione normale, ci sentivamo, ci vedevamo ogni tanto e sembrava volersi trasformare in qualcosa di molto più serio. Poi, all'improvviso é cambiato tutto: Federica ha iniziato a diventare sempre più fredda, ha preso il controllo e il sopravvento su qualsiasi mia decisione e azione e all'improvviso mi sono reso conto che io non avevo più in mano la mia vita perché era diventata sua.
Dentro di me sapevo che non era giusto continuare a fare tutto quello che diceva e a farmi trattare come mi trattava, valevo di più. Provavo a scappare, ma lei trovava sempre il modo di farmi tornare da lei.

Un loop senza fine.
Una tortura.

Mi ero allontanato da tutti, non vedevo più i miei amici, parlavo a stento persino con i miei fratelli, nel mio mondo esisteva solo lei e io ero così stupidamente innamorato da pensare fosse giusto così.
Quando facevamo sesso lei mi ripeteva che non sapevo mai soddisfarla abbastanza, che ero un incapace e di meritare di meglio quindi, se mai fosse successo di tradirmi, dovevo mettermi in testa che era colpa mia perché me lo meritavo.
E infatti successe, sempre più spesso e lei me lo sbatteva in faccia senza problemi raccontandomi i dettagli perché, a detta sua, mi sarebbero serviti per fare meglio, per diventare alla sua altezza."

UNTOUCHABLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora