10. Notte prima degli esami

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«Mh…pronto?»
«Dormivi?»
«N-Sì…cioè…stavo a studia’ ma devo esse crollato su ‘r libro. Che è successo?»
«Reggiti forte che non crederai alle tue orecchie»
«Dimme tutto»
«Ho visto Simone»
«C-c-come, quanno, dove…io v-»
«Fammi parlare, Manuel. Ho visto Simone, stava mangiando la pizza da Galilei con suo fratello e suo padre. E suo padre è nientepopodimeno che Dante Balestra»

Dall’altra parte della cornetta solo silenzio.

«Manuel?»

Silenzio.

«Manuel?»

Silenzio.

«Mi senti?»

Tu tu tu tu tu

***


La chiamata di Nina, se dapprima lo aveva scosso, poco dopo aver processato l’informazione ricevuta, lo aveva svegliato come fa una secchiata di acqua gelida.

Simone è ‘r fijo de Balestra.
Simone è ‘r fijo de Balestra e io, in tutte le volte in cui so’ annato a casa sua ‘n l’ho mai incontrato.
Simone è ‘r fijo de Balestra.
Simone è ‘r fijo de Balestra.
Simone è ‘r fijo de Balestra.

Simone è ‘r fijo de Balestra continuava a ripetere Manuel mentre, in fretta, salì in casa a raccattare i primi vestiti puliti da indossare.

Trascorsero non più di cinque minuti tra la chiamata ricevuta da parte di Nina e il momento in cui, in sella alla moto di Dante, Manuel era in procinto di realizzare quello che, da un paio di settimane, rappresentava il suo sogno più grande.

Al novantanove percento, Manuel sarebbe riuscito ad incontrare Simone prima della maturità, nella famigerata notte prima degli esami.

E gli sembrava ancora impossibile che tutto ciò stesse accadendo a lui.

E gli sembrava ancora impossibile che lui, una decina di ore prima della sua prima prova scritta, fosse in sella alla moto del suo professore di filosofia, superando qualsiasi limite di velocità – che tanto le multe arriveranno a nome de Dante Balestra – proprio in direzione di casa di quest’ultimo.

Forse non sapeva neanche bene come reagire.

Era guidato soltanto da sentimenti ed adrenalina.

Si trovò sotto quel portone che era stato fedele compagno nelle ultime settimane, in men che non si dica.

Era affaticato, Manuel, come se il tragitto tra la sua dimora e quella del professore, o meglio, di Simone, lo avesse coperto correndo.

Suonò insistentemente il citofono fin quando non sentì la voce di Dante rispondere.

«Chi è?»
«So’ Manuel. Ferro, professo’. Posso sali’? È importante»

Balestra aprì il portone e Manuel, forse per la prima volta da quando frequentava la casa del professore, si servì dell'ascensore per far sì che potesse arrivare il prima possibile.

Una volta arrivato davanti alla porta dell’appartamento, trovò Dante sulla porta ad aspettarlo.

«Manuel, allora? Che succede? A quest’ora dovresti stare a casa a ripassare. O a dormire. Insomma, non qui»
«Seh, ‘o so. Posso entra’? È urgente»

Leggermente preoccupato, Dante fece accomodare Manuel all'interno della sua casa.

«Mi dici cos’è successo?»

Prese un respiro profondo, Manuel, ed iniziò a parlare.

«Se…se ricorda quanno j’ho parlato de que ‘r ragazzo?»
«Certo, mi ricordo»
«Lei me disse che quanno ‘na cosa me interessa davero, devo corre e annammela a prende»
«Sì, ma non capisco cosa c’entri con-»
«Me faccia parla’, professo’. Lei m’ha detto ‘sta cosa e io stasera…stasera ho seguito ‘r consiglio suo. Ho corso pe’ venimme a prende ciò che me interessa»
«Continuo a non capire, Manuel»
«Su’ fijo, professo’. Simone. Simone è il ragazzo che-»

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