Epilogo: Notte di sogni, di coppe e di campioni

706 60 19
                                    

21 Giugno 2006

La notte dopo essersi incontrati, la notte prima degli esami  di Manuel e Simone era volata via in men che non si dica.

Nessuno dei due era riuscito a chiudere occhio, entrambi ancora troppo euforici per l’accaduto e in ansia per l’esame che avrebbero dovuto affrontare.

Ma sapere che si sarebbero ritrovati lì, davanti al muretto della loro scuola, e che avrebbero vissuto insieme gli ultimi istanti prima di entrare in quel patibolo, come lo aveva definito Manuel, gli aveva fatto dimenticare tutto il resto.

Tuttavia, quando Simone arrivò con la sua Vespa, Manuel era lì già da qualche minuto in compagnia di Matteo e Chicca, la cui crisi era ormai rientrata, Nina, ormai rassegnata ad essere spettatrice della vita sentimentale di Manuel e mai protagonista, e Aureliano.

Si perse ad osservarlo, ma non si avvicinò.

Non sapeva ancora bene come comportarsi e prese, quindi, come riferimento, la sua relazione – fallimentare – con Mimmo, evitando di tediare Manuel con la sua presenza mentre era in compagnia dei suoi amici.

Si fermò, dinnanzi all’ingresso del liceo, nonostante la voglia di correre da Manuel fuoriuscisse da ogni suo poro e si guardò un po’ intorno, alla ricerca di Laura che, però, risultava essere troppo occupata con Pin per fa caso alla sua presenza.

Fu, invece, Manuel, ad accorgersi di Simone e del suo sguardo fisso sulle scarpe e a raggiungerlo.

«Simò, buongiorno!» disse Manuel, lasciandogli un tenero bacio sulle labbra.
«Buongiorno!»
«Che fai qua tutto solo? Ansia?»
«N-no…cioè…non ti volevo disturbare. Stai con i tuoi amici e non…io…insomma…» prese a balbettare Simone.

Come glielo spiego che quando stavo con Mimmo, i suoi amici non facevano altro che ridere di me e farmi sentire di troppo?

«Tu ‘n disturberesti mai, Simo. Dai, vie’ co’ me» disse, e lo trascinò con sé, tenendolo per mano.

«Allora, lui è Simone. Loro sono Matteo e, vabbè, me dispiace che lo stai a conosce – esclamò Manuel, guadagnandosi un’amichevole spinta da parte dell’amico – poi c’è Chicca, la sua ragazza, porella, che gli sta pure pe’ da’ ‘n fijo, lei è Nina, ma la conosci già, e questo è Aureliano»

Di Aureliano, Manuel, preferì non fornire alcuna descrizione, ché ancora era offeso per i pensieri che aveva fatto circa la sua onestà e non aveva alcuna voglia di scherzare con e su di lui.

Al contrario di quanto pensasse Simone, gli amici e compagni di classe di Manuel gli strinsero tutti cordialmente la mano e lo coinvolsero nei loro discorsi, talvolta lasciando che un sorriso sincero comparisse sul suo viso.

Sorriso che Manuel rimase incantato a fissare, sorridendo a sua volta, distolto soltanto dal suono della campanella che indicava l’inizio degli Esami di Stato del 2006.

***

27 Giugno 2006

«Simò, entra te»
«No, entriamo insieme»
«‘N ce la faccio»
«Ce la facciamo insieme»
«Simò, so’ annati sicuramente ‘na merda. Sarà ‘na delusione pe’ me, pe’ te, pe’ mi’ madre, pe’ tu’ padre. Voi ‘n ve dovete fa’ aspettative su de me, ché io so’ bono solo a delude, te hai preso ‘r massimo, io-»
«Manu, mi guardi per favore?» lo interruppe Simone.

Ma Manuel continuò a fissare le sue mani tremanti e sudate dalle quali staccava le pellicine, ché lui questi momenti li viveva sempre così, con la paura di non essere mai abbastanza, così come era cresciuto.

Notte prima degli esami Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora