8.

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Mentre infilava il bocchettone nel serbatoio della benzina smascellandosi per il sonno, Louis si chiese a quante persone capitasse di svegliarsi con un pompino.

Probabilmente non molte, si rispose subito, e continuò a osservare il numero dei galloni scorrere veloce sullo schermo. Era stato il calore di una lingua umida a svegliarlo quella mattina. Un po' alla volta Harry lo aveva portato indietro dal suo stato comatoso, disseminandogli la pancia di piccoli baci, per poi scendere pian piano verso il basso, infilandosi tra le sue cosce come se avesse tutto il diritto di starsene là sotto.

Quando aveva iniziato a capire che non si trattava di un sogno erotico gliel'aveva già preso in bocca per metà, e se lo stava succhiando pian piano, gustandoselo come una caramella. Lui era rimasto disteso sulla schiena, preso tra il dormiveglia e quel risveglio fuori dal comune, le mani infilate tra i capelli del ragazzo, sospirando a ogni movimento di quella testa ancora scompigliata dal sonno.

«Ehi amico, guarda che hai fatto il pieno!» lo avvisò una voce. Louis si riscosse dai propri pensieri, ringraziò in fretta l'uomo che stava facendo benzina dall'altro lato e saltò in auto per parcheggiare non lontano dal minimarket, visto che Harry ancora non si vedeva; aveva approfittato della pausa per sgranchirsi le gambe ed era corso via con la sua carta di credito in cerca di uno spuntino.

«Dio, ancora non ci credo,» mormorò a nessuno in particolare. Quello che era iniziato come un pompino lento e sexy si era trasformato presto in un groviglio di sfregare, ansimare e spingere, finché lui non gli era venuto in bocca. Harry aveva ingoiato senza nemmeno provare a scansarsi, stringendoglielo tra le labbra e muovendo la lingua sulla sua pelle nuda fino a non lasciare più niente. Poi si era sollevato ed era esploso in un orgasmo a sua volta, dritto sulla sua erezione ancora gonfia. Quando gli aveva chiesto il perché non fosse preoccupato di beccarsi qualche malattia, Harry si era stretto nelle spalle e gli aveva agitato una confezione di Tenofovir davanti agli occhi.

Chiuse le gambe e si mosse sul sedile, accaldato come un ragazzino alla prima sega.
Datti una regolata. Hai trent'anni, non sedici.

In quel momento, con la coda dell'occhio, lo vide uscire dal negozio quasi saltellando, con una striscia rossa di liquirizia in bocca e due grosse borse di plastica per mano. «Ho comprato qualcosa per il viaggio,» annunciò mentre si sedeva in quello che ormai era diventato il suo posto.

«Lo vedo,» borbottò Louis. Da una parte era contento, perché quel ragazzo sprizzava praticamente felicità da tutti i pori, dall'altra si sentiva un idiota ad avergli dato la sua carta di credito così a cuor leggero. «Stai cercando di prosciugarmi il conto prima di arrivare in Illinois? Perché sai, dovrei anche cercarmi un appartamento, là.» Lanciò un'occhiata alle borse, chiedendosi che accidenti avesse comprato. Lui non gli diede retta, finì di masticare la caramella e subito iniziò a mangiarne un'altra.

«Uhm, volevo i bastoncini di zucchero, ma in primavera non si trovano,» biascicò, poi gli si avvicinò con un ghigno che non prometteva niente di buono, la striscia di liquirizia fra le labbra.

«Ne vuoi un po'?»

«Che? Ah, sì grazie.» Tentò di afferrare la confezione, ma il ragazzo fu più svelto e lo allontanò con un sorrisetto.

«Ehi!» Harry nascose il pacchetto e si avvicinò di nuovo, la striscia incastrata tra le labbra e gli occhi fissi sulla sua bocca. Louis inarcò le sopracciglia.

«Siamo su di giri, eh?» mormorò, per poi ricambiare il suo sguardo. Sarebbe stato anche un gesto romantico, ma da quella distanza Harry sembrava strabico. «Ho solo avuto un buon risveglio, ecco tutto.»

«Uhm.» Molto lentamente, gli affondò una mano tra i capelli e dischiuse le labbra. Gli occhi del suo compagno brillarono di aspettativa, ma all'ultimo lui addentò un pezzetto minuscolo di liquirizia e con un ghigno tornò al suo posto.

Standing At Your Side Is The Perfect Place For MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora