Tutto, ma non l'Olive Garden.Non gli importava niente di quale fosse lo standard di "elegante" di uno studente del college, lui in quel posto non avrebbe messo piede. Da bambino aveva passato anni a ingozzarsi di grissini all'aglio e pollo, dato che sua madre si era sempre rifiutata di cucinare, e il solo pensiero di tornare in quel posto gli faceva venire il voltastomaco. Decise di ignorare le proteste di Harry e iniziò a cercare sul cellulare un ristorante che avesse un minimo di classe.
Lo trovò non troppo lontano dal fiume, un locale con un ambiente moderno in cui spiccavano elementi in acciaio e legno rustico, pareti in mattoni rossi, luci a led che pendevano come grappoli sui clienti e una rilassante musica in sottofondo. Fu una serata piacevole, ma cenare con Harry si rivelò una tortura. Eccitante, ma pur sempre tortura. Si era rifiutato di ordinare il vino, ma continuava a rubare sorsi dal suo calice, e Louis avrebbe potuto scommettere venti dollari che era tutta una mossa calcolata. Parlando del più e del meno continuava a sfiorargli le gambe con la caviglia per stuzzicarlo, inclinava la testa e sorrideva e... Dio, stava funzionando.
Tra l'antipasto e la costata si trovarono a parlarsi vicini, chini sopra al tavolo per sussurrarsi cazzate e scherzi. A fine cena il mal di testa era ancora lì, ma entrambi ormai tremavano in bilico sul bordo della sedia per la voglia di toccarsi a vicenda. Harry non perse tempo: non appena usciti in strada gli strinse le braccia al collo per baciarlo. Louis gli morse il labbro ancora dolce di cheesecake al lampone e gli sfiorò la nuca con delicatezza. Rimasero per un po' così, accaldati dal vino e dal tepore dei loro corpi, finché Harry mormorò al suo orecchio che cominciava ad avere freddo.
A causa del festival trovare un motel nei paraggi fu quasi impossibile. Quando l'anziana padrona del solo bed and breakfast con una camera libera in città li vide arrivare, strinse gli occhi con aria sospetta e arricciò la bocca tutta rughe in segno di disapprovazione. Assegnò loro l'unica stanza disponibile, e quando entrarono ogni dubbio sul perché quel posto non fosse stato preso d'assalto dai turisti si dileguò immediatamente. «Oh. Mio. Dio,» mormorò Louis.
«Dimmi che non ho appena pagato centoventi dollari per questa cosa.» Perché chiamarla camera era davvero un gran complimento. Le pareti erano coperte di carta da parati con grandi rose disegnate sopra, proprio come la moquette del pavimento. C'erano centrini e pizzi ovunque, e due letti a una piazza e mezzo.
L'odore di naftalina e cera per mobili permeava tutto, e quando Louis aprì la porta del bagno vide una doccia talmente piccola che a malapena sarebbe riuscito a entrarci da solo.Harry invece sembrava divertirsi come un bambino. Prese la rincorsa e si gettò a braccia aperte sul letto, che cigolò sotto il suo peso. «C'erano davvero poche stelle in quella bandiera all'ingresso!» rise, dondolandosi per fare ancora più rumore.
«Se avevi in mente una notte di sesso bollente penso dovrai rivedere i tuoi piani, Doc, questa roba cigola come l'inferno!»Louis si distese sull'altro letto. «Lo sai, mi ricorda un po' la casa della mia prozia. «È morta a ottantadue anni senza aver mai sfoderato il divano dal cellophane.»
«Non ci credo!» esclamò Harry, poi si alzò e staccò un quadro appeso fra i loro letti. «Guarda!» Girò la cornice verso di lui per mostrargli il ritratto di... «Ma quello è Gesù!» Louis scoppiò a ridere.
«La tua prozia aveva anche roba come questa?» Lui inarcò un po' le sopracciglia.
«No, credo fosse ebrea o qualcosa del genere.» Harry si avvicinò a lui brandendo il quadro con aria minacciosa.
«Sei uno di quelli che vive nel terrore di Dio, dottor Tomlinson?»
«Già. Sono così timorato di Dio che l'ultima volta che ho messo piede in una chiesa ero un ragazzino,» rispose, lo sguardo rivolto al soffitto.
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Standing At Your Side Is The Perfect Place For Me
FanfictionÉ possibile innamorarsi in tre giorni di un tizio caricato a caso in macchina mentre scappi dalla vita? Dopo una rottura drastica, Louis lascia la Florida per arrivare in Illinois. In un viaggio di più di venti ore con la sua Clio datata Louis vuo...