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Entrarono nel parcheggio dell'ospedale una ventina di minuti più tardi, mentre ormai il blu della notte andava schiarendosi nei toni più rosa del mattino.  È facile riconoscere il cielo dell'Illinois, pensò mentre parcheggiava di fronte al St. James. Spenta la macchina alzò lo sguardo oltre il parabrezza e sorrise nel riconoscere i grandi banchi di nuvole che correvano trainati dal vento ancora freddo della primavera, senza alcun ostacolo a fermarli. Attorno a loro soltanto poche persone ancora insonnolite, che si affrettavano verso la struttura bianca e grigia reggendo una tazza di caffè ghiacciato.  Rimosse la cintura e fece per aprire la portiera, ma prima che potesse farlo Harry lo trattenne. «Aspetta.»

«Cosa c'è?» 

«Vieni... vieni qui.» Lo afferrò per la maglia e se lo tirò contro per rubargli un bacio. «In bocca al lupo, Doc,» soffiò delicatamente contro le sue labbra.

Non riusciva ancora a spiegarsi come ad Harry bastassero due parole e un gesto così semplice per scacciare via ogni paura, ogni pensiero brutto, eppure ci riusciva: per qualche secondo le loro labbra unite diventarono il centro di tutto. Non importava nient'altro.  Louis gli appoggiò una mano sulla nuca. «Vieni con me in ospedale. Lo so che non puoi entrare in sala parto, ma appena esco da lì devi essere la prima persona che vedo.»  Harry si mordicchiò l'interno della guancia, poi strinse di più la presa sulla sua maglia.

«Okay. Vengo con te, ma giuro che se vedo anche una sola vagina sanguinante ti faccio causa.»  Risero uno sulla bocca dell'altro, senza mai smettere di cercarsi. 











*** 

Dovettero separarsi in sala d'attesa, di fronte al cartello "solo familiari" appeso sulla porta che dava sulle sale parto. Louis si bloccò di colpo, inchiodato al pavimento chiaro del corridoio come se qualcuno gli avesse incollato le scarpe al linoleum; Harry si fermò accanto a lui, ugualmente incerto. Si scambiarono un'occhiata e subito Louis si rese conto di quanto doveva sembrare ridicolo con in mano un mazzo di fiori e una scatola di cioccolatini comprati al volo in un supermercato lì accanto. Non le aveva nemmeno mai chiesto il sesso del bambino perché in fondo non gliene importava un accidenti, e il pensiero bastò a imperlargli la fronte di sudore.

«No. Non ce la faccio,» boccheggiò. Le forze lo avevano abbandonato di colpo. «Mi sento... mi sento come se fossi stato io a metterla incinta.»

«È una cosa davvero disgustosa da dire,» disse Harry. «Non siamo in Alabama.»  Lui gemette.

«Lo so. Dio, non ho la minima idea di quello che sto facendo. Non... non sono mai stato con lei in questi mesi. Capisci? Non ho letto un solo libro, o un solo articolo di internet, su come crescere bene un bambino!»  Harry gli prese il viso tra le dita come faceva sempre quando voleva calmarlo.

«Lou, che cazzo stai dicendo? Quello non è compito tuo. Sei uno zio, ricordi? Lottie è tua sorella.»  Louis increspò le labbra. «Ma lei ha solo me. Quello stronzo di nostro padre se n'è andato chissà dove con la sua nuova moglie. E lo sapeva. Sapeva che Lottie è rimasta incinta ma... non gli è importato niente.»

Non ha nemmeno chiamato per dirmi che se ne stava andando. Harry gli passò una mano tra i capelli per scostare le ciocche che gli erano finite sul viso. «Non devi rimediare ai danni che ha fatto tuo padre. Sei un uomo adulto, e anche tua sorella è adulta. Non ha bisogno di un guardiano che la sorvegli.»  Louis si divincolò dalla presa del ragazzo.

«Ma io per lei non ci sono mai stato,» protestò.

«Puoi esserci adesso,» ribatté Harry, prendendolo per una mano.

«Non è tardi per farlo. È sola, ha paura, ma suo fratello è proprio qui.»

«Io...»  Non riuscì a dire nulla. Una protesta, una parola... tutto si spense nell'istante in cui si sentì avvolgere dalle sue braccia.  «Sei un brav'uomo, Lou. È il momento che inizi a pensarlo anche tu.»  Louis rispose con una smorfia.

Standing At Your Side Is The Perfect Place For MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora