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Finì per ignorare i consigli di sua sorella. Lei poteva essersi presa il telecomando – neanche fosse stato un bambino di sette anni – ma non aveva calcolato che c'erano un sacco di altri modi per non fare niente. Recuperò un altro pacchetto di patatine che divorò davanti allo schermo del cellulare, guardando recensioni di film. Non aveva un'idea precisa di cosa volesse fare, ma passò il tempo così. Arrivato in fondo alla confezione si ricordò della scatola di cioccolatini avanzati dal baby-shower di Lottie, così si diresse in cucina, nella speranza che non fossero ripieni di zenzero. Aveva appena morso un tartufo bianco al cocco, quando all'improvviso un'ombra si mosse davanti alla porta di casa. Louis si fermò nel corridoio, in attesa. 

Il profilo smerigliato del vetro gli impediva di vedere chi potesse essere, ma poi il nuovo arrivato suonò al campanello. Doveva essere il corriere. Tornò sui suoi passi per andargli ad aprire, ma un secondo prima di abbassare la maniglia si vide riflesso nello specchio appeso all'ingresso e per decenza spolverò via le briciole di patatine da barba e maglietta. Per le macchie di unto invece non poteva fare molto, ma era sicuro che quel tizio dovesse aver visto di peggio, nel corso del suo lavoro. Aprì la porta, pronto a chiedergli se si trattasse del cofanetto di Twin Peaks che aveva ordinato, ma la domanda gli morì sulle labbra. Raggelò nel trovarsi di fronte a due occhi scuri che lo fissavano infuriati. Non c'era traccia del furgone di Amazon, ma in compenso c'era Harry, con il viso arrossato come se avesse corso. 

«Ciao, Doc. Ti sono mancato?» disse. Non riusciva a capire come, ma più che una domanda sembrava una minaccia. Dall'ultima volta che l'aveva visto si era tagliato i capelli, rendendoli una massa di ciocche ricce più corte e indisciplinate. La pelle aveva perso le sfumature rosate della scottatura, e vederlo con addosso dei vestiti che non erano i suoi gli dava una strana sensazione, ma era innegabile che fosse lui, dalla punta dei piedi fino ai riccioli in cima alla testa. E da come lo guardava, sembrava che Harry volesse tirargli un pugno in mezzo agli occhi. 

«Cosa...?» 


«Zitto!» Harry gli piantò una mano davanti al viso per farlo tacere. «Non. Dire. Una. Parola.» La luce che brillava nei suoi occhi non prometteva niente di buono, ma Louis ubbidì. «Fammi entrare, razza di idiota.» Poi lo spinse di lato e si precipitò in casa come una furia; il suo naso si arricciò un secondo nel passargli vicino, come se avesse fiutato qualcosa di sgradevole. O meglio, come se gli avesse annusato addosso quei dannati furetti. Louis tentò di allontanarsi un po', e per la prima volta nella sua vita si maledisse per non aver dato retta a Lottie. Cosa ci faceva Harry a casa sua? Come aveva avuto il suo indirizzo? Ma soprattutto, perché non era a New York? «Che diavolo ti è successo? Sei praticamente ridotto a uno straccio,» chiese Harry non appena la porta si fu chiusa alle sue spalle. Lui invece non gli era mai sembrato più in forma, e tutto ciò era parecchio avvilente. Provò a cercare una spiegazione, ma il suo cervello sembrava congelato; non riusciva a fare nulla tranne guardarlo. Harry sembrò infastidito dal suo silenzio, ma poi scosse la testa. «Non importa. Non sono venuto per questo, in fondo.» Prese un gran respiro e si passò una mano tra i capelli. 

«Cosa ci fai qui?» 

«Volevo vederti.» Il cuore gli mancò un battito. 

«Davvero?» Harry annuì. 

«Volevo dirti in faccia che sei un pezzo di merda.» Louis trasalì, ma lui continuò. «Sei il più grande codardo infame che abbia mai conosciuto, Lou. Sul serio, sei un fottuto coniglio.» Non sapeva cosa fosse peggio, se sentirsi dare del pezzo di merda, oppure del coniglio. Nel dubbio rimase zitto. Harry sbottò in un suono beffardo, molto lontano da una risata. «Non dici niente?» 

«Hai... hai letto il...» 

«Sì che l'ho fatto,» ringhiò lui, gli occhi che mandavano lampi, la mascella contratta al massimo. Louis deglutì. «Sono andato nel panico,» disse. Era la verità, eppure adesso suonava così stupido! «Ho... ho cancellato tutto. Ho disinstallato tutte le applicazioni,» deglutì. «Non ho più nemmeno acceso il computer, da allora.» 

Standing At Your Side Is The Perfect Place For MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora