5.

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Si era coricato con l'animo più leggero del normale, la bocca ancora dolceamara di birra e marijuana, ma il risveglio fu orribile. Per qualche oscura ragione aveva sognato l'ultima festa di Halloween a cui lui e Eleanor avevano partecipato assieme: l'invito era arrivato tramite Facebook settimane prima, e fino all'ultimo giorno di ottobre non avevano fatto che litigare. 

Lui non voleva andare, lei sì. 

Lui non voleva indossare un costume, lei sì. 

Lui voleva qualcosa di semplice, come vestirsi da tifoso degli Yankees, lei voleva gli abiti coordinati. Louis aveva trascorso la serata sudando in un'armatura di latta, la vista ostruita da un elmo e una fottuta lancia in mano. 

Altrimenti come fanno a capire chi sei? aveva detto lei, quando le aveva chiesto di poter lasciare quell'affare ingombrante a casa. Con o senza quella roba nessuno aveva capito quale fosse il suo costume, ma visto quanto era ingombrante, per evitare di muoversi troppo in mezzo agli altri invitati Louis aveva occupato una poltrona in un angolo della sala da pranzo – allestita con decorazioni a tema Halloween, candele e zucche intagliate – e lì era rimasto fino alla fine della festa, a sgranocchiare patatine gusto salsa barbecue e a bere birra tiepida. A svegliarlo era stato uno degli ultimi invitati rimasti, un tizio vestito da spaventapasseri, parecchio stupito che lui fosse ancora lì. 

«Dov'è Eleanor?» gli aveva chiesto, ancora stordito. Eleanor era tornata a casa approfittando del passaggio di alcuni amici, mentre lui era rimasto su quella poltrona come un povero idiota. Se provava a pensarci, a distanza di mesi, la situazione prendeva un tono grottesco. Era sceso dalla macchina e aveva gettato quel costume del cazzo nei bidoni della spazzatura nel bel mezzo della notte, poi era rientrato in casa, sudato, accaldato e con la barba e i baffi ormai scollati dal viso. Sulle prime aveva pensato di farsi una doccia, ma i suoi piedi si erano mossi verso il piano di sopra. 

Quella notte aveva litigato di brutto con lei: si erano urlati contro, lanciati addosso gli insulti peggiori, lei a un certo punto aveva pure attaccato con lo spagnolo e poi.. Si erano mollati. Era stata quella la prima volta che entrambi avevano messo le carte in tavola, la prima volta in cui entrambi si erano detti ciò a cui pensavano da mesi. In un certo senso era stato liberatorio, ma il ricordo dell'umiliazione che aveva provato quella notte lo costringeva ancora a digrignare i denti. Aveva aperto gli occhi a notte fonda, nel buio totale, con la sensazione di poter vomitare l'anima da un momento all'altro. Si era alzato barcollando, ma nemmeno sciacquarsi il viso con l'acqua fredda era servito: non appena chiusi gli occhi aveva trovato quella poltrona e l'odore delle patatine al barbecue di nuovo lì ad aspettarlo. Ed era ricominciato tutto da capo. Quella mattina aprì gli occhi e l'amarezza di quel momento gli sembrò più viva che mai. Era come sentire ancora l'elmo sulla testa, ma si rese conto che il peso sulle tempie era invece una potente, pulsante emicrania. Harry si era svegliato prima di lui. Aveva radunato tutte le sue cose, gettato il vestito rosa nella spazzatura e si era cambiato, infilandosi un paio di suoi pantaloni e una maglietta senza nemmeno chiedergli il permesso. 

«Oh, 'giorno Doc,» esclamò, quando si accorse che anche lui era in piedi. «Si è fatto tardi, meglio se ti alzi!» La sua voce ebbe lo stesso effetto di un trapano.

«Perché? Che ore... oh, Cristo, la testa,» grugnì, e si portò una mano agli occhi doloranti. «Le dieci sono passate da un pezzo,» rispose Harry. «E perché non mi hai svegliato prima?»

«Mi sembrava un peccato non lasciarti dormire. Hai mal di testa? Aspetta, cerco dell'aspirina.» Si alzò dal letto e iniziò a frugare nel suo borsone alla ricerca del kit di primo soccorso, i vestiti che volavano da tutte le parti. 

«Lascia stare, mi passerà,» sbottò Louis, senza smettere di massaggiarsi la fronte. «Ho solo dormito male.» Si mise in piedi a fatica per trascinarsi in bagno, ma non appena provò a raddrizzarsi gli sembrò che le ginocchia si fossero trasformate in gelatina. «Harry,» grugnì, mentre un fiotto acido gli risaliva in gola. 

Standing At Your Side Is The Perfect Place For MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora