Odio la mia vita, pensai.
Ed era anche il motivo per cui mi trovavo sul promontorio di una scogliera, in bilico tra la morte e la vita. La mia mente traballava da una decisione all'altra, così mi sedetti sul lembo di roccia che divideva la scogliera dal vuoto più totale. E io in quel vuoto ci stavo sprofondando.
Il freddo mi stava prosciugando, penetrando nelle ossa come un parassita fino a privarmi del calore con cui il mio corpo mi riscaldava. Tremavo come una foglia, scossa dal gelo che quell'inverno ci riservava.
Mi sentivo inutile, come se avessi vissuto una vita grigia, senza gioie e avventure, solo un passato che aveva insistito a pugnalarmi come se fossi un individuo tedioso, di cui la morte sarebbe stata celebrata.
Sono sempre stata giudicata per i miei gusti, per il modo in cui vestivo e per il mio aspetto. Nessuno ha mai avuto l'accortezza di scavare un po' più in fondo, conoscermi come persona e non come oggetto. Sono sempre stata una di quelle deboli, non sono mai stata così forte da portare quel peso sulle spalle. Il giudizio.
Guardai l'orologio, segnava le 23:52. Tra poco Capodanno avrebbe riempito l'aria, con i soliti fuochi d'artificio che avrebbero sferzato il cielo blu scuro costellato dall'antica luce di stelle appese nella nostra galassia. Un nuovo anno avrebbe riempito i cuori di speranze e aspettative, finché tutti non fossero tornati alle loro vite monotone, come tutti gli anni.
Mi alzai in piedi e mi sporsi, osservando le querce che venivano inghiottite dall'oscurità di quella notte, volevo morire, porre fine al dolore che mi attanagliava giorno e notte come catene spinate. Persa nel vuoto che si estendeva sotto di me, una mano mi afferrò il braccio e mi tirò verso di sé.
Sussultai e mi scostai subito, tremando come una foglia davanti alla figura umana che mi aveva scostato. Il cuore ricominciò a battere, ricordandomi quanto fossi viva.
Un ragazzo, della mia età probabilmente, mi guardava con gli occhi verdi illuminati da una scintilla di terrore, mentre riprendeva il respiro.
≪C-chi sei?≫ chiesi, lui mi lasciò andare e si passò la mano tra i capelli mori, sospirando e togliendosi il cappuccio.
≪Cosa stavi facendo?≫ chiese a sua volta, ignorando la mia domanda precedente. Non risposi, studiando i suoi lineamenti. Aveva una bellezza rara, nonostante la giovane età era dotato di un viso alquanto affascinante. La linea della mandibola ben pronunciata, gli zigomi alti e gli occhi verde smeraldo sotto due sopracciglia folte.
Lui mi lanciò una breve occhiata, studiandomi in pochi secondi e sospirando di nuovo, come se in fondo fosse deluso da una completa sconosciuta.
≪Siediti≫ mi incitò. Appena mi appoggiai contro una roccia, lui fece lo stesso di fianco a me, stendendo una gamba e lasciando l'altra piegata.
≪Come ti chiami?≫ chiese, ammirando il cielo sopra di noi.
≪Asaka≫ sussurrai con un filo di voce.
≪Asaka... - ripeté, masticando il nome e studiandone il suono - ha un significato particolare?≫
≪Sono il risultato di un aborto mancato, il mio nome significa morte≫ dissi flebile, sapendo che quelle parole, nonostante le avessi sentite troppe volte, sortivano sempre un male acido che cresceva con l'età, con la consapevolezza di non avere una madre disposta ad amare la figlia.
≪Tu? Come ti chiami?≫ chiesi.
≪Atlas, il mio nome significa 'Luna'≫ disse, e io rimasi lì, a guardarlo di sottecchi. Lo ammiravo, scommettevo avesse una vita perfetta, vestiti di marca, tanti amici e felicità in abbondanza.

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Collision
Romance[Romance D'azione] Hai mai ripensato a tutte le persone a cui hai fatto del male nel passato? Hai mai pensato potessero rivoltarsi contro di te? Nel cuore di un'oscura riflessione, Asaka, una studentessa di medicina, nasconde un passato pieno di fe...