Once Upon A Wish

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«Dove vai con quei biscotti?»

Griffin sobbalzò e quasi rischiò di rovesciare la teglia che si stava portando dietro. Quando si fu ripreso dall'infarto, scoccò ad Alistair una spettacolare occhiataccia. «Cosa ti ho detto sullo spuntarmi alle spalle quando sto tenendo in mano oggetti frangibili?»

«Che è estremamente divertente e dovrei farlo molto più spesso?»

«Prova di nuovo.»

I due si trovavano a Lakebury, più precisamente nel corridoio del condominio di Griffin, e quest'ultimo teneva in mano una teglia piena di biscotti appena sfornati e dal profumo delizioso. Alistair si leccò le labbra e allungò una mano per prenderne uno, ma subito venne frenato da Griffin che gli mollò uno schiaffo sul palmo.

«Giù le mani, questi non sono per te.»

«Aww, sapevo che questo giorno sarebbe arrivato. Hai un amante segreto a cui porti i biscotti alle mie spalle!»

Griffin sbuffò e riprese a camminare per il corridoio, con Alistair che gli trotterellava al seguito. «Sono per la signora Parker, la donna anziana che vive al piano di sopra. Mia mamma ne ha preparati un po' più del previsto e mi ha detto di portarglieli.»

«Perché questo nome mi è familiare?»

«Sono certo che l'hai sentita nominare. È una signora molto gentile, quando io e i ragazzi eravamo piccoli passavamo spesso da lei a salutarla e farci raccontare qualche storia. Ne conosce davvero un sacco. Tutt'ora ogni volta che ci vede ci fa dei regali.»

«Sembra fantastica. Posso venire con te? Ultimamente è tutto così noioso: Maeve è all'allenamento di karate, Del sta progettando il suo videogioco e Vicky non arriverà a Lakebury prima di domani. Non ho niente da fare!»

Griffin inarcò un sopracciglio. «La signora Parker è anche estremamente chiacchierona. Il fatto che io e te stiamo insieme non le sarà di certo sfuggito. Credi di poter sopportare una valanga di domande peggiori di quelle delle zie durante la cena di Natale?»

«Sono nato pronto

Griffin ridacchiò e salì le scale verso il piano superiore. Quando i due ragazzi giunsero davanti alla porta della signora Parker, però, Griffin esitò prima di bussare.

«Dovrei avvisarti anche di un'altra cosa prima che tu la conosca.»

«Ossia?»

«Qui a Lakebury girano voci strane su di lei. Si dice che sia....» Si guardò intorno con fare circospetto prima di finire la frase. «Una strega

Alistair strabuzzò gli occhi. «P-prego? Una strega? Intendi come quelle delle fiabe?»

«Esatto. Alcuni dicono di aver sentito rumori strani provenire dal suo appartamento la notte. E si raccontano storie, di gente che ha osato presentarsi a casa sua dopo averle fatto un torto e che poi è... sparita nel nulla

Alistair batté le palpebre. Aprì la bocca e la richiuse. Poi la riaprì di nuovo. «Mi stai prendendo in giro.»

«Naturalmente», fece Griffin con evidente compiacimento. «Quelle storie sono solo un mucchio di sciocchezze... ma tu fai comunque attenzione a come ti rivolgerai a lei. Non si sa mai.»

Alistair deglutì mentre Griffin bussava tranquillamente alla porta, e circa cinque secondi dopo questa si aprì e l'anziana donna fece la sua gloriosa comparsa. Sembrava la tipica nonna affettuosa delle fiabe, il suo viso portava i segni dell'età ma anche di una vita trascorsa a ridere. Indossava una vestaglia lilla e sul naso portava un paio di occhiali a mezzaluna.

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