«D'accordo, cerchiamo di non perdere la calma. Sono certo che ci sia una spiegazione.»
«Allontana. Quei paletti. Dalla mia vista!»
Griffin si affrettò a scagliare la borsa dall'altra parte del salotto, il più lontano possibile da loro. Si sfregò il volto con le mani, tentando di controllare l'agitazione. Perché non era ancora spuntato uno di quei dannati gatti a spiegare loro la situazione come accadeva sempre!? La storia non poteva seriamente pretendere che lui uccidesse Alistair...
«No!»
Nemmeno si accorse di aver parlato ad alta voce. Sentiva il proprio cuore esplodergli nel petto e poteva solo essere grato che Alistair avesse già avuto il suo spuntino, perché in caso contrario era certo che quel battito gli avrebbe procurato non pochi problemi.
«Okay, ascolta.» Si avvicinò ad Alistair e lo prese saldamente per le spalle. «Dimentichiamoci di quella borsa e di ciò che contiene. Deve esserci qualche altro indizio, da qualche parte, che possa aiutarci. Sono certo che ci sia qualcosa che ci sfugge.»
«Griffin, e se...»
«Niente se. Niente ma. Probabilmente quella roba era lì solo... solo per precauzione. Sappiamo ancora troppo poco di questo universo per balzare a conclusioni. Continuiamo a cercare, d'accordo?»
Alistair si morse un labbro, e per un momento i suoi canini furono di nuovo visibili: era una vista disturbante e affascinante allo stesso tempo.
Non disse nulla, si limitò ad annuire e a uscire dal salotto per riprendere l'esplorazione, il volto dipinto d'angoscia.
Quella storia non era come quelle che avevano affrontato finora: c'era qualcosa di profondamente sbagliato nel modo in cui ogni cosa era stata impostata, come se la trama volesse portare entrambi al loro limite e vedere cosa accadeva.
Forse la verità era proprio davanti ai loro occhi. Forse Griffin era sul serio un cacciatore di vampiri, giunto lì per ucciderlo. E se quello si fosse rivelato il caso allora avrebbe dovuto farlo, Alistair l'avrebbe obbligato a farlo, se necessario, perché l'alternativa sarebbe stata rimanere bloccati lì per sempre e perdere i loro ricordi, e a quel punto chi poteva dire cosa sarebbe successo? Poteva anche darsi che il nuovo Alistair avrebbe ucciso Griffin: in fondo non era stato sul punto di farlo, giusto un'ora prima?
«Calmati», rimproverò a se stesso. «Non pensare subito allo scenario peggiore. Piuttosto, devo cercare nuovi indizi prima che la fame ricominci a farsi sentire.»
Quello era un problema. La sacca di sangue animale nel frigorifero era l'ultima rimasta, e Alistair non aveva idea di quanto a lungo potesse resistere prima di aver di nuovo bisogno di nutrimento.
Lui e Griffin continuarono l'esplorazione della villa fino a giungere in quella che doveva essere la sua camera da letto. Aveva un'aria... solitaria, che non si addiceva affatto a lui. Il letto sembrava non essere stato usato da tempo immemore, il che era più che probabile; non vi erano oggetti personali né foto appese alle pareti, le quali erano spoglie e scialbe. Alistair non poteva più sentire il freddo, ma a giudicare da come Griffin si stringesse le braccia la temperatura in quella stanza doveva essere parecchio bassa.
«Che razza di vita ho in questa storia?» si lamentò Alistair, lasciandosi cadere sul materasso. «Cosa sono, un reietto?»
«È possibile, in realtà. I vampiri non sono esattamente famosi per la loro popolarità nella società.»
«Credi sia per questo che non ci sono altri personaggi oltre noi due? Perché li ho allontanati tutti?»
Griffin non rispose. La sua attenzione era focalizzata su un'asse del pavimento che, a differenza delle altre, non sembrava essere stata fissata correttamente. La smosse e rivelò uno scompartimento sotto di essa contenente una vecchia scatola.
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Once Upon A Wish
FantasySpin-off di "La canzone del silenzio" Come sarebbe andata la storia se fosse stato tutto diverso? Se Griffin e Alistair, invece che due semplici ragazzi qualsiasi, fossero stati i personaggi di una fiaba? O se invece fossero stati dei cacciatori di...