1. Missione di salvataggio

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«Il principe Griffin Lockhart e la principessa Victoria Mackay sono stati rapiti stanotte, da una terribile e pericolosa strega, che col favore dell'oscurità si è intrufolata nel palazzo e li ha sequestrati dalle loro stanze! I sovrani di Lakebury hanno assicurato che chiunque sarà in grado di riportarli indietro sani e salvi si guadagnerà l'eterno riconoscimento della famiglia reale, e la promessa di esaudire qualunque desiderio.»

«Rapiti!?» gridò Alistair, non appena udì l'annuncio portato dall'ambasciatore del palazzo. Il ragazzo aveva le mani nei capelli e camminava avanti e indietro per la piazza, il tutto sotto lo sguardo angosciato di Del. «Come sarebbe rapiti? L'ho... l'ho visto proprio due giorni fa! E da una strega! Com'è stato possibile!? Il palazzo dovrebbe essere il luogo più sicuro e impenetrabile del regno! Ha fatto delle richieste? Perché li ha rapiti? Che cosa vuole? Staranno bene? E se avesse fatto loro del male? E se li avesse--»

«Adesso datti una calmata!» esplose Del, parandosi di fronte a lui e impedendogli di continuare la trincea che stava scavando nel terreno. Poggiò le mani sulle spalle di Alistair, tentando di tranquillizzarlo. «So che sei spaventato per Griffin, ma devi cercare di ragionare. È improbabile che la strega abbia fatto loro del male, sa quanto siano utili come ostaggi.»

«G-giusto. Sì, giusto, hai ragione. Perciò... è-è probabile che li abbia portati da qualche parte, in qualche luogo segreto accessibile solo a lei.»

«Io suggerirei di cercare nella Selva dei Cadaveri», esclamò Whisky con tutta la serenità del mondo, mentre se ne stava sdraiato sul bordo della fontana e si stiracchiava al sole. «È lì che risiedono tutte le creature magiche del regno, e si dice sia la dimora di potenti streghe e maghi oscuri.»

Del fissò Whisky a bocca aperta. «Il... il tuo gatto ha appena parlato...»

«Griffin e Vicky sono appena stati rapiti da una strega e tu ti sorprendi se il mio gatto sa parlare!?»

«Non me l'aspettavo, tutto qui

Alistair si sfregò il volto con le mani e tirò un profondo sospiro, che parve nascere dai recessi più reconditi della sua anima. «Devo trovarlo. Devo riportarlo a casa. Whisky, come arrivo alla Selva dei Cadaveri?»

«Hey, frena un attimo!» esclamò Del, la presa sulle sue spalle che si faceva più ferrea. «C'è un motivo per cui la chiamano Selva dei Cadaveri, lo sai? Chiunque ci entri non ne esce vivo. Mai.»

«E cosa ti aspetti che faccia!? Non posso certo abbandonarlo, io lo...»

«Chi ha parlato di abbandonarlo?» Del gli lanciò un'occhiata traboccante di esasperato affetto. «Quel che volevo dire è che è un posto indubbiamente pericoloso, perciò avrai bisogno di qualcuno con un po' di muscoli che ti guardi le spalle.»

Alistair si morse il labbro, le mani che tremavano. Incapace di esprimere il tornado di emozioni che stava imperversando dentro di lui, si limitò ad annuire.

«Ottimo», disse Del, sorridendogli con fare rassicurante. «Ora non ci resta che trovare un passaggio. La Selva dei Cadaveri non è esattamente dietro l'angolo...»

Un rumore di zoccoli coprì la fine della frase: prima che potessero rendersene conto, un cavaliere aveva fatto irruzione nella piazza in groppa a un destriero nero, rischiando di travolgere tutti i paesani che si trovavano sulla sua strada e che furono costretti a indietreggiare il più rapidamente possibile.

Il cavallo si fermò bruscamente davanti ad Alistair, e con un movimento fluido Maeve saltò giù e atterrò a un palmo dalla sua faccia.

«Tieni», esclamò a denti stretti, ficcandogli le redini in mano senza tante cerimonie. «È il cavallo migliore che esista sulla faccia della terra. Prendilo, e riporta quell'idiota a casa sano e salvo. E se scopro che gli è stato torto anche solo un capello, ti riterrò personalmente responsabile.»

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