Dalle ampie finestre entrava la luce del sole,caldo,estivo. Mancava poco alla fine della scuola, la bella stagione stava arrivando.La cucina era circondata da candidi colori, avori e rosa tenui. Tutto in quella stanza comunicava calma,pace. Dafne era seria e molto contegnosa,nei suoi occhi c'era una tristezza e una disperazione che mi ricordavano quando ci arrivò molti anni prima la lettera dall'esercito sulla scomparsa dei miei. Ricordo di essere scoppiata a piangere,la nonna che mi accarezzava i capelli... Il signor Coradin ci offrì dei biscotti appena sfornati dalla cameriera e un vassoio colmo di delizie. Tennaz era serena e spensierata. Mancavano quattro giorni all'inizio delle vacanze e come ci aveva proposto la madre di Tennaz, Martina, quel giorno avremmo saltato le lezioni per stare con Dafne e aiutarla a non pensare troppo all'accaduto o perlomeno ad accettarlo e pian piano riprendere la sua vita. E poi a breve ci sarebbero stati i funerali di Paloma. Era una donna conosciuta in tutto il paese,tutti le volevano bene. La sua scomparsa avrebbe sicuramente portato dolore nel cuore di tutti. Essendo stata nel consiglio nel periodo dell'ultima guerra mi chiesi se non avrebbe ricevuto onoranze funebri direttamente dalla corte e dai nuovi consiglieri. La regina non era presente ma sicuramente il principe non avrebbe trascurato una tale questione. Mi domandavo chi fosse quell'uomo. Che era lo stesso che cercava Dafne si era capito,ma perchè? Cosa voleva da loro. Insomma,aveva cercato di avvelenarla con la "POLVERE DI ZOLFO",che tutti sanno è nociva per le fate. Forse voleva rapirla o peggio ucciderla. A questo quesito non sapevo rispondere e mi auguravo di tutto cuore che la polizia trovasse una spiegazione all'accaduto. In quel clima calmo e un po' malinconico si udì suonare il telefono. La cameriera prese la cornetta in cucina e poi si rivolse ai presenti:" Conoscete una certa Alice signori?".
"E' mia sorella,vuole parlare con me". Mi affrettai a dire. La donna mi porse la cornetta:"Hey Alice come vanno le cose?"
"Ciao,tutto bene qui. I nonni si sono svegliati e stanno benone,voi invece? E Dafne come sta?".
"Ah".Feci io:"Qui è tutto sotto controllo e...".In quel momento entrò silenzioso nella stanza Alex,mi passò davanti lasciando una leggera brezza che profumava di qualcosa di dolce,attraente,forse un profumo perchè nessuno ha un odore naturale così intenso. I nostri sguardi si incrociarono per un millesimo di secondo prima che proseguissi con Alice:"Si,cioè tutto ok".
"Ah bene,senti tu resti li per quanto? Tra un po' il dottore passa per una visita e il tipo la,il giardiniere, si è assicurato che tutto fosse in ordine alla casa di Dafne per portare via il corpo della povera Paloma. Secondo le autorità l'uomo avrebbe usato un incantesimo del silenzio e l'avrebbe presa di sorpresa. Quindi è certo che sia uno stregone,ecco".
" Oh".Non avevo parole,stavamo discutendo di un omicidio:"Io credevo che sarei rimasta qui con Dafne e Tennaz per un po'".
"Daccordo allora ci sentiamo".
"Ciao Alice". Riattaccò la cornetta. Mi risedetti al mio posto. Tennaz mi chiese:" E' tutto a posto?"
"Oh si, i nonni stanno bene". Presi un biscotto,Alex stava consumando la sua colazione senza dire una parola. Lo osservai per un lungo secondo. Gli occhi scurissimi,i capelli ramati,il volto delicato. E quell'espressione spenta,assente.
"Hey Dafne,dopo noi andiamo a fare un pic nic nel bosco,a te va?".
"Daccordo". Si sforzò di sorridere lei. La mattina passò lentamente. Finita la colazione Alex prese la cartella,salutò tutti di malavoglia e uscì di casa.Non mi aveva nemmeno salutata,che arrogante. Sia Dafne che Tennaz amavano dipingere e si misero con delle tele all'aperto,sotto la luce del sole,entramebe con un obiettivo diverso. Tennaz ammirava il bosco e Dafne un piccolo salice del giardino. Io me ne stavo si un'amaca a leggere un libro che avevo trovato nella libreria dei Coradin con permesso loro. Faceva proprio caldo quel giorno. Poco più tardi vidi arrivare Alex di ritorno da scuola. Oltrepassò il vialetto e il giardino,fece un cenno leggero alla sorella ed entrò dentro casa. Lo vidi uscire con un grande cesto da pic-nic e i genitori al seguito. "Ragazze".Ci chiamò Martina. Le due artiste posarono i pennelli osservando per un momento i loro capolavori e dirigendosi verso di loro. Posai il mio libro e le seguii. La camminata non fu particolarmente lunga. Arrivammo nei pressi di un lago limpido e circondato dal verde dei boschi. Li sistemammo una coperta e il cibo.